5. Lover's Lake [Part 3]

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«A chi fa il numero più alto» dice Eddie. Cerco il dado, scoprendolo già tra le sue mani, mentre sorride «...E a me è uscito un venti pieno»

«Ma non lo hai neanche lanciato!»

«Sei tu che non mi hai visto!» ghigna.

«Non sono convinta sia questo il modo giusto per giocare.» obbietto.

«Tiralo!»

Gli strappo il dado di mano e lo lancio. Undici...

«Ho vinto io» sorride.

«Al meglio di tre.»

Eddie ruota gli occhi in alto, prende il dado e lo lancia davanti a me.

«Diciotto. Dai, questo puoi batterlo»

Tiro io, quindici.

«L'ultimo tiro... stavolta sarò clemente con te e ti farò lanciare per prima» mi dice Eddie.

«Diciannove»

«Che sfortuna, a me è uscito un venti pieno» dice, con il dado ancora in mano.

«Mi prendi in giro?» rido «Stai barando!»

«Si alza e aspetta che lo faccia anche tu»

«Dovrei essere incosciente per seguire uno sconosciuto»

«Ricordo male o lo hai già fatto?»

«Va bene, lo seguo. Il peggio che può succedere è che uccide il mio personaggio e ricominciamo, giusto?»

Eddie sorride «Camminate per le stradine del villaggio, nella direzione opposta della festa. Non ci sono guardie all'orizzonte, almeno sei riuscita a seminarle, ma ti rendi conto che ti sta portando nella direzione del cimitero»

«L'ideale per un appuntamento.»

«Camminate tra le lapidi, è notte e non si vede molto ma lui sembra sapersi muovere bene. Ti mette una mano sulla spalla e ti conduce verso le cappelle»

«Dove mi state portando?»

«"È un posto speciale

«Bene, è qui che morirò a quanto pare»

Eddie ride, ma riprende presto la sua serietà «Tra le cappelle del cimitero c'è l'entrata per una cripta»

«Non è molto rassicurante»

«Ci entri o no?»

«Beh, ora son curiosa. Vediamo cosa c'è dentro, almeno»

«Quasi nulla in realtà, se non qualche candela già accesa e dei sedili di pietra. Al centro c'è una bara aperta, con interni morbidi e di velluto»

«Cosa ci facciamo qui?»

«"Voglio conoscerti meglio, te l'ho detto" ti sorride, chiudendosi l'entrata alle spalle.» 

«Questo gioco si sta facendo strano.» commento, fuori dal mio personaggio.

«Non ti preoccupare, segui il flusso» sorride, poi mi porge la mano «Ti sta invitando ad afferrarla, accetti?»

«Io... Va bene.» rispondo, prendendogliela anche nella realtà.

Mi batte il cuore... stiamo solo giocando, vero?

Eddie si alza e fa alzare anche me, senza lasciarmi la mano mi prende anche l'altra e inizia ad ondeggiare.

«Stiamo... ballando?» chiedo.

«Oh, sì» sorride. Mi lascia le mani e appoggia le sue sui miei fianchi.

Ho le gambe molli, ma d'altra parte mi sento davvero bene. Non voglio allontanarmi da lui...

1986, Hawkins | IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora