11. The War Zone

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Ho bisogno di qualche istante per capire dove sono al mio risveglio. Non è solito sentire il canto delle tortore, a meno che non ci si ritrovi vicini alla foresta. Ed è proprio qui che mi trovo, ancora una volta Forest Hills, ma non a casa di Eddie. Questi mobili di legno, il soffitto basso, sono a casa di Max.

Tutti i ricordi  della gita nel Sottosopra mi investono in un istante, cos'è successo ieri e perché siamo tutti qui. Gli altri sono già tutti in piedi, rimango solo io ancora stesa, stordita e intorpidita. Il pavimento non si è rivelato poi così comodo.

«Hai dormito bene?»

Eddie è steso accanto a me, già sveglio. Forse aspettava che mi svegliassi anch'io.

«Meglio di quanto credessi» mugugno «Da quanto sei sveglio?»

«Da un po'»

«Potevi dirmelo»

«Nah, mi piaceva guardarti sbavare sul cuscino»

«Che ansia, Munson»

Trattengo un sorriso e mi volto dall'altra parte, vorrei recuperare qualche altro minuto di sonno, pur sapendo che non farà alcuna differenza.

Sento Eddie appoggiarsi sulla mia schiena e avvinghiarmi i fianchi. Se solo potessimo rimanere così tutto il giorno...

«Credo di averti sognato» sussurro.

«Ah sì?»

«Eravamo in una stanza buia, di fronte ad un televisore acceso senza segnale, su un divano o forse un materasso spoglio. Spalle contro il muro, il rumore della pioggia fuori, rumori di festa in lontananza...»

«E noi cosa facevamo?»

«Ridevamo. All'inizio c'era anche Steve con noi»

«E poi?»

«Non ricordo. È andato via, o forse l'ho soltanto dimenticato. Comunque eravamo rimasti soli io e te, appartati. Ci nascondevamo da qualcuno lì fuori, ma non eravamo in pericolo come lo siamo stati in questi giorni»

«Una normale serata tra ragazzi»

«Esatto, era normale.»

«E com'è andata a finire?»

«Non come speri» ridacchio «Giusto qualche bacio»

«Lento o spinto?»

«Passionale. Come non ci sarebbe concesso in questo momento»

Lo sento sorridere e la sua stretta si fa più forte.

«Dobbiamo alzarci» mormoro.

«Lo so...»

Dopo un lungo sospiro, Eddie lascia la presa e si alza in piedi con gran fatica, io faccio lo stesso al suo seguito. Quando i nostri sguardi si incrociano, non vedo più l'imbarazzo di ieri.

Raggiungiamo gli altri attorno al tavolo centrale e ci sediamo ai posti rimasti liberi, poco distanti l'uno dall'altro, prendendo parte alla colazione con latte e cereali.

«Sono distrutta!» commenta Robin «Dio, Steve, quanto sei scomodo! Mangia un po' di più!»

«Sto facendo del mio meglio» bofonchia Steve, con la bocca piena.

«Siete riusciti a dormire?» ci domanda Max.

«Sì, praticamente appena ho appoggiato la testa sul divano» risponde Dustin.

«Di questo se ne sono accorti tutti, Henderson» commenta Steve «Però non hai fatto dormire noi»

«Ho russato?» chiede Dustin e tutti lo guardiamo «Io ho russato?!»

1986, Hawkins | IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora