capitolo 10 cedere

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Il rapporto tra Kim e l'adrenalina è sempre stato complicato quanto intenso.
La sua mente ormai malata ne è quasi dipendente, si nutre di quella sensazione di estasi che lo stato psyaco richiede sempre in quantità maggiori.
E come se dentro di lei ci fosse un tossico dipendente che chiede sempre una dose maggiore.

Quando la sua mente è crollata diventando la culla di questa personalità tossica, Kim non riusciva a saziarsi, ad uscire dallo stato psicotico, questo la portata alla carneficina della famiglia Stone.
Insomma, non tutti i mali vengono per nuocere, ma con il tempo e soprattutto da quando ha incontrato Sara, ha capito di dover mantenere il controllo su quella parte di se.
Da qui, l'abitudine di correre la mattina presto.

Già da ragazza usava la corsa come allenamento per la resistenza, ora invece la usa per farsi una buona dose di adrenalina, quanto basta per tenere a bada la sua mente drogata.

Il passo accelerato, il respiro che brucia nelle narici , nella gola, i muscoli che scattano stringendo e rilasciando energia fino a surriscaldarsi.
Il suo intero corpo è fuoco, la musica che pompa nelle orecchie da la giusta carica, fino ad arrivare all'ultimo tratto, dove i suoi occhi si dilatano, i polmoni si aprono completamente e le gambe ormai si muovono da sole consumando l'asfalto fino ad arrivare a casa, con il fiatone e il corpo completamente in fiamma ma la mente sotto controllo.
L'unico momento della giornata che si tiene per se, un'oretta tra lei e il sole che si innalza nell'alba, una scarica di cui ha bisogno come l'ossigeno che consuma.

Ma questa mattina qualcosa non va come dovrebbe, non è come le altre corse mattutine.
Il suo passo è più pesante, il respiro è già corto ancor prima che arrivi al kilometro, distanza che in genere raggiunge senza il minimo sforzo.
Stamattina no.

Il suo passo barcolla e lei è costretta a fermarsi aggrappandosi di urgenza allo schienale di una panchina.
Il respiro accelerato nel petto, le sue gambe non rispondono più agli stimoli e il petto le si stringe quando anche la vista inizia ad annebbiarsi.

" Ei.
Tutto bene?"

Un paio di mano la sorreggono accompagnandola a sedersi sulla panchina, vorrebbe davvero urlare a questo estraneo di farsi i cazzi suoi e sopratutto di toglierle le mani di dosso.
Ma le sue labbra sono socchiuse in un respiro di affanno e il suo sguardo è ancora fisso sul marciapiede, un macigno nello stomaco e il respiro che va a peggiorare.

" Chiamo una ambulanza."

Parole peggio di una bestemmia all'orecchio di Kim, spalanca gli occhi trattenendo il respiro.
Se questo coglione pensa di trascinarla in ospedale può scordarselo, in quel posto ci metterà piede solo per finire in obitorio.

Chiude gli occhi, facendo lunghi respiri, combattendo contro il suo stesso corpo.
Lei deve stare bene, non può cedere, il suo corpo deve rispondere a lei, lo pretende.

"Non ce n'è bisogno."

Regola il respiro, mantenendo un tono sicuro, alzando lo sguardo ora lucido sul soccorritore.
Quale fottuto scherzo del destino, nella sua bella divisa da poliziotto il collega amichevole di Pedro la guarda preoccupato.

Se non sbaglia, si chiama Thomas ed è un bravo samaritano come l'amico, al contrario del loro superiore porco.

" Ne è sicura?
È molto pallida."

Che gioco bizzarro, da una parte la fa incazzare essere vista debole da chiunque, ma vuole vedere il bicchiere mezzo pieno.
Più sembrerà fragile, più i sospetti su di lei si allontaneranno.
Perché non sfruttare il suo malessere, come già detto non tutto il male viene per nuocere

" Sarà un calo di zuccheri.
Stamattina ho dimenticato di fare colazione."

Cazzata, mai fatta colazione in vita sua, se non per noia in alcune occasioni speciali.
E stamattina è persino arrivata ai suoi biscotti preferiti prima di Cam.

The Queen 5 (scacco alla regina)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora