Capitolo 23

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~ Valentina ~

Da due giorni Gabri sembra ansiosa, non so se è dovuto al ritorno di suo padre a Catania, ma sta di fatto che ha qualcosa dentro che non la fa stare ferma un attimo. È come smania la sua a cui non so dare una vera motivazione.

Ho provato a chiederglielo, ma è stata evasiva, di certo qualunque cosa sia la rende molto felice, è sempre sorridente.

Con quel sorriso stupendo mi ha svegliato stamattina.

Mentre eravamo abbracciate in attesa che il caffè fosse pronto, era diversa.

I suoi occhi erano svegli ancor prima di bere il caffè.

Li ho ammirati e le ho chiesto cosa la rendeva tanto felice, mi ha risposto spiazzandomi.

«Sono quelle due parole che non vuoi sentire.»

Lo vorrei davvero tanto, ma qualcosa dentro mi blocca e mi sono limitata a baciarla per sentirle nell'anima e spero che la sua abbia udito le mie.

«Sei tornata prima oggi?» le chiedo stupita nel vederla rientrare alle dodici.

«I ragazzi avevano assemblea oggi e mi sono defilata con molta nonchalance.» Il sorriso che ha in questi ultimi giorni non ha mai lasciato le sue labbra, si accentua di più.

«Tu sei strana da un paio di giorni, stai tramando qualcosa.» La provoco, i suoi occhi me lo dicono e l'espressione con cui adesso finge di non capire, me né da conferma.

Dopo pranzo mentre riordiniamo la sala da pranzo e aiutiamo Adele in cucina, lei continua a fissare l'orologio.

Al termine mi segue in salotto, dove con i ragazzi ci sistemiamo attorno al tavolo.

Inizio a dare un'occhiata agli esercizi che devono svolgere.

«Sono tanti?» Sbircia da dietro le mie spalle il libro che sfoglio.

«Parecchi e prima dobbiamo fare un ripasso generale. Finirò tardi oggi.»

«Bene, allora vado giù e preparo le lezioni per domani e stasera avremo più tempo per noi.»

Mi giro a guardarla, ho la sensazione che abbia fretta di andare, ma allo stesso tempo la serenità che io starò chiusa qui. «Tu stai tramando qualcosa.» Ne sono più che convinta.

Il sorriso che torna ad illuminarle il viso me lo conferma.

«Sapessi...» sussurra al mio orecchio divertita.

Mette le mani tasca e quando si gira e inizia a camminare verso la porta, ho la sensazione di vederla gongolare mentre lo fa.

Ho mal di testa, i ragazzi mi sfiniscono ogni volta, ma non è colpa loro, o non solo.

In realtà per tutto il pomeriggio la mia mente continuava a pensare a chissà cosa ha davvero fatto Gabri, e non appena la vedo entrare, mi fermo a osservarla.

I suoi occhi mi sorridermi, sta seduta sul divano e fare chissà cosa con il cellulare, e io comincio ad aver fretta di finire.

Mi concentro e nel giro di tre quarti d'ora riesco a terminare.

«Quanta fretta Teacher.» È la voce di Gabri a farmi sorridere. Non mi chiama mai così, al massimo si concede un leggero diminutivo del mio nome quando siamo sole.

Mi piace quando mi chiama Vale, la sento più vicina.

«Non cenate con noi?» ci chiede Giulia, notando che ci stiamo dirigendo verso l'ascensore.

Sunshine - Oggi è un donoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora