Capitolo 61

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~ Gabriella ~

Sono passati due giorni dalla mia prima vera mostra, è stato pazzesco quello che ho vissuto. Per la prima volta ho parlato di me, della mia vita, è stato un coming-out decisamente in grande.

Avere la mia famiglia vicina, i miei amici, vecchi e nuovi, ha significato davvero tanto, mancava solo Marcello, ma a quanto pare Pilar non è riuscita a contattarlo.

Lei era stupenda, mi guardava orgogliosa, ciò che è riuscita a creare quella sera è stato incredibile, come lo è per me rendermi conto di quanto le mie opere sono state apprezzate.

Non ho mai dipinto credendo potesse diventare un lavoro, è sempre stato qualcosa di mio, dove riversavo le mie emozioni.

Quella sera ho messo a nudo la mia anima e vedevo le mie stesse emozioni sul volto di chi ammirava i miei quadri.

Non so ancora se un giorno ricomincerò a dipingere e in che modo si evolverà la mia arte, per adesso porto a casa la mia ultima opera, la donna che amo e la gioia di vivere che ho dipinto sul suo viso.

Miguel è impaziente di appendere il quadro il salotto, e quando finalmente lo faccio casa nostra è decisamente piena d'amore, quello che trabocca copioso dal mio dipinto. L'amore di una madre, di una donna che ha lottato e non si è mai arresa.

La nostra vita riprende a scorre serena, ha un sapore diverso adesso, lavoro a fianco di mia moglie, ci occupiamo di piccole mostre di artisti già conosciuti, sono gli step successivi di un lavoro fatto in precedenza, un continuare a raccogliere i frutti di tanti sforzi fatti in quel periodo difficile della nostra vita.

Aprile e maggio sono mesi carichi di pace, possiamo goderci i bambini e il nostro amore seppur di nascosto da loro. Ho provato a parlare con Miguel in una delle nostre serate sotto le stelle, ma ho capito che Pilar ha ragione, lui è rimasto attaccato all'idea che siamo amiche, quel concetto di anima gemella che Alessandra gli spiegato è saldo nella sua mente. È presto per spiegargli quanto sia misterioso l'amore e i tanti modi in cui si può amare o forse sono io che ancora devo capire realmente questo concetto.

La serenità che finalmente viviamo mi ha dato modo di poter cambiare anche alcune nostre abitudini, ho iniziato ad accompagnare Miguel a scuola a piedi, a lui piace questa passeggiata mattutina, e Pilar ha più tempo per prepararsi, non dobbiamo correre in galleria in questo periodo, il lavoro ci permette di prendere tutto con più calma almeno quest'ultimo mese, prima di riprendere i ritmi stressanti di luglio e agosto.

Il mio piccolo uomo stamattina è taciturno. «Non hai dormito bene? O devo farti un caffè più forte da domani?» gli chiedo scherzando.

Il suo visino rimane serio. «Il mio è orzo, non contiene caffeina.» Risposta prevedibile, sa tutto è inutile negarlo. Si guarda un attimo in torno, poi si ferma e mi fissa. «Mi avete detto una bugia.» Mi accusa con gli occhi lucidi.

«Quale bugia?» Non so a cosa si riferisce e mi preoccupa la sua espressione.

Mette la mano in tasca e prende qualcosa che mi mostra subito dopo. «Dove lo hai preso?» Lo interrogo notando che il bugiardino di una medicina.

«Nella spazzatura ieri sera, prima che mamma la portasse fuori.» Il suo viso si fa triste mentre leggo quel foglietto e non capisco cosa stia succedendo. «Quella medicina la prendono le persone che stanno morendo.» Sono lacrime quelle che compaiono dai suoi occhi.

«Come fai a saperlo?» Sono inorridita dalle sue parole.

China la testa e si fissa i piedi che muove nervoso. «Ho cercato il nome di quella medicina su Google, ho preso il tuo telefono stanotte. La morfina la prendono i malati di cancro che stanno morendo. Mamma sta di nuovo male e non guarirà più.» Adesso mi guarda dritto negli occhi, mostrandomi i suoi pieni di lacrime. «Mi hai mentito.» Mi accusa con tono duro e con un gesto veloce del braccio, poggia la mano sulla mia pancia e mi spinge via con rabbia.

Sunshine - Oggi è un donoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora