Capitolo 59

215 19 5
                                    


~ Gabriella ~

Da bambina sognavo questa vacanza, immaginavo di farla con i miei genitori, era uno dei miei sogni segreti. Ricordo che per il mio decimo compleanno avevo pregato Dio affinché mi stupissero, avrei voluto che per la prima volta non mi regalassero bambole o costruzioni, ma quella vacanza, non tanto perché era Disneyland, ma perché sarebbe stata una vacanza con i miei genitori, dei giorni solo nostri, lontani dal lavoro, dal telefono. Li volevo solo per me per una volta.

Ero una bambina e il giorno dopo il decimo compleanno scoprì che i sogni non si realizzano e i miei genitori non si sarebbero mai accorti di me.

Oggi però riesco a realizzare quel sogno in veste di genitore e su una cosa sono sicurissima, dai miei ho imparato una lezione molto importante, non essere come loro.

Miguel è felicissimo, per tutto il viaggio sfoglia il dépliant che ci hanno dato in agenzia, guarda le immagini delle varie attrazioni, delle giostre e mi chiede: «Faremo in giro anche su questa giostra? Vedremo il ristorante di Gusteau's

«Certo piccolo chef, faremo tutto insieme.» È questo che dovrebbe fare un genitore, esserci sempre.

Pilar ancora deve riprendersi dallo choc, mi guarda in modo diverso. Avrei voluto sorprenderla in modo differente quella mattina, volevo andare con lei e i bambini in agenzia a ritirare i biglietti, li avevo prenotati da Barcellona. Lei però ha preferito andare al Raggio di Sole, e io sono andata a cercarla preoccupata, ma meglio non pensarci, preferisco concentrarmi su questa vacanza, è solo nostra.

«Smettila di guardarmi così.» le dico non appena siamo sole nella nostra suite, i bambini sono entrati nella loro camera e la stanno esplorando.

«Questa è una suite, Gabri.» I suoi occhi brillano e ha un sorriso che mi fa impazzire.

«È la nostra vacanza, ci meritiamo tutto questo.»

«È un appartamento dentro un Hotel lussuosissimo.» Continua a guardarsi intorno scioccata.

«Tu sei mia moglie, e quei due piccoli furfantelli che stanno saltando sui letti i nostri figli. Voglio una vacanza vera per la nostra famiglia.» Si avvicina a me mentre le rispondo e adesso siamo vicinissime, il modo in cui mi guarda mi fa scordare ogni cosa, non so cosa sto facendo, o forse sì, è ciò che desidero da tanto, i nostri visi sono vicini e le sue labbra mi fanno impazzire.

«Sono morto e questo è il paradiso!» Miguel ci raggiunge e si butta di peso sulla moquette beige del pavimento mentre lo afferma estasiato.

Con un filo, bello spesso, d'imbarazzo reciproco io e Pilar ci allontaniamo l'una dall'altra di scatto.

«Non sei morto ed è meglio che ti alzi e andiamo a vedere cosa c'è in questo paradiso.» Mi abbasso su di lui a fargli il solletico, poi l'aiuto a rialzarsi e mi lascio contagiare dal suo entusiasmo.

Pilar fissa i bagagli da disfare, la prendo per mano e le suggerisco di pensarci dopo, dubito che riusciremo a trattenere qui dentro a lungo i bambini.

Per tutto il giorno giriamo l'immenso parco, c'è tanto da vedere e i bambini sono incantati da tutto ciò che ci circonda e passiamo da una giostra all'altra. Siamo felici, adoro vedere i loro volti sorridere spensierati, non lo sono mai stati così tanto. Pilar continua a guardarmi in un modo che mi fa scoppiare il cuore, ripenso a stamattina, c'è mancato poco, stavamo per baciarci, poi però penso che forse dovrei ringraziare Miguel, quel dubbio che mi tortura non mi abbandona.

Avrebbe baciato davvero me?

È ciò che continuo a chiedermi, e anche adesso, è me che guarda innamorata?

Sunshine - Oggi è un donoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora