Capitolo 29

163 17 2
                                    


~ Pilar ~

«Sei un fottuto ipocrita.» Sono furiosa e la smania di pestarlo a sangue adesso è difficile da controllare.

Lo ha fatto, ha osato assumere quella donna.

«Offendimi pure se ti è utile a calmarti, ma lei domani inizierà a lavorare qui con te.» È fermo nella sua decisione, freddo, come se non gli importasse più di me.

«Come hai potuto? Maledizione, come posso lavorare con lei tutti i giorni? Lo capisci che mi fa soffrire?» gli urlo con tutta la rabbia che ho in corpo.

«Sei tu a vedere questa somiglianza.» Lo blocco con lo sguardo, «Va bene, ha lo stesso e gli occhi sono simili, ma è tanto diversa da Alessandra.» Minimizza e io perdo il controllo, gli tiro addosso il ferma carte. «Sei matta, tesoro?» Lo scansa per un pelo, non mi fermo afferro la spillatrice e lo colpisco sulla gamba. «Tu sei pazza!» Avanza verso di me veloce, non ho il tempo di prendere altro, mi blocca per i polsi e porta le mie mani dietro la schiena. «Calmati.»

«Smettila, non tenermi così.» Lo supplico, i miei nervi cedono ad un pianto liberatorio.

«Cosa c'è, ti ricordo i giochetti che facevi con tua moglie?» mi sussurra all'orecchio con un tono malizioso.

«Smettila, mi stai torturando.» lo imploro e mi lascia cadere sul divano.

Non è arrabbiato, si siede accanto a me e si massaggia la gamba che gli ho colpito. «Devi affrontare la realtà. Oggi è Gabriella a somigliarle, ma ci sarà sempre qualche donna con caratteristiche simili a ricordartela e non puoi reagire così.»

«Non ci riesco, non obbligarmi.»

Prende il cellulare e mi mostra la pagina di un sito. «Gabriella Li Volsi è un'artista incredibile, pensa lei dipinge ascoltando musica classica, lascia emergere le sue emozioni e crea dei veri e propri capolavori.»

Raccolgo la concentrazione necessaria e scorro la galleria del sito di beneficenza dove li vende. «Ha talento, chiedile di portare qui questi lavori, noi possiamo di sicuro farle guadagnare molto di più, io posso occuparmi di...»

Mi ferma togliendomi il cellulare di mano. «No, queste opere non vanno bene, sono i suoi inizi, lei può fare molto di più, ma non vuole più dipingere, ha un blocco.»

«Che blocco?»

«Non importa cosa sia, per adesso è importante che lei qui ritrovi il piacere dell'arte. Lavorare qui, le darà modo di vedere gli artisti nel laboratorio all'opera, il percosso che fanno con noi e come li aiutiamo ad arrivare al successo, pian piano inizierà a sciogliersi e si sbloccherà. Lei è la nostra gallina dalle uova d'oro.» È serio, decisamente convinto di ciò che ha appena affermato.

«E devo occuparmi io della tua gallina?»

«Abbiamo solo questo posto libero da offrirle.»

«No, posso prendere Igor o Aida come assistenti e Gabriella la metti al loro posto.» Potrebbe essere una soluzione, non l'avrei sempre tra i piedi.

«Da come li hai trattati in passato, preferirebbero lavorare nelle fogne se li costringessi a farti da assistenti.» È vero ha ragione, entrambi sono arrivati dopo la morte di Alessandra e io ho sfogato su di loro tutta la rabbia che ero costretta a reprime in casa.

«Non posso lavorare con Gabriella.» È troppo ciò che mi chiede.

«Devi, magari lei non la tratterai di merda come hai fatto con gli altri due, visto a chi somiglia.» Incrocia le gambe sicuro di avermi incastrata, vorrei prenderlo a sberle, ma lo conosco se punta un artista non lo molla, è determinato ad arrivare al suo obbiettivo e lo raggiunge sempre.

«Non sperarci, le renderò la vita un inferno.» Anch'io so essere determinata e molto più di lui.

«Meglio, magari le farai venire voglia di dipingere, tanto più tu la torturerai, più io la coccolerò.»

Povera Gabriella, si è messa in un grosso guaio accentando questo lavoro.

«Dimenticavo un piccolo particolare.» Mi dice, mentre si alza e va verso la porta.

«Cosa?»

«Le ho dato il numero di Ester, era alla ricerca di una casa.»

«Hijo de puta.» Gli tiro contro una scarpa, ma si para con la porta uscendo.

È inutile, non posso lottare con lui, chiamo subito Ester per pregarla di non darle in affitto l'appartamento.

È accanto al mio, quel pazzo non capisce che trauma subirebbe Miguel, ma Ester capirà ne sono sicura.

Lassù qualcuno ce l'ha decisamente con me, Gabriella ha già le chiavi e ha pagato tre mesi d'affitto in anticipo.

Quando si tratta di soldi Ester non vede altro. Infatti, sostiene di non aver notato nessuna somiglianza. Sono io, a suo parere che non mi sono ancora ripresa e vedo Alessandra in ogni donna con gli occhi azzurri.

Ho due solo due veri amici in questa città, gli unici che mi sono rimasti vicini e mi hanno aiutato da quando mia moglie non c'è più e adesso mi voltano le spalle e mi fanno sentire una matta.

Questa è guerra, la poverina non lo sa, ma le ho appena dichiarato guerra.

Non m'importa se Fernando perderà l'occasione di accaparrarsi le opere dell'artista del secolo, e se Ester dovrà tirare fuori da sotto il materasso i soldi che le ha dato.

Io ho un unico obbiettivo, sbattere fuori Gabriella dalla mia vita, con la stessa velocità con cui c'è entrata. 

Sunshine - Oggi è un donoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora