La Tshaik Mo'at riunisce tutti per annunciare una preghiera collettiva in onore di Eywa quella sera stessa.
Ho già visto Utraya Mokri, l'Albero delle voci, con il quale i Na'vii instaurano lo tshaeylu e si connettono ad Eywa, ma stasera mi unirò anche io al rituale e sono un po' in ansia. Sarò sicuramente vicino a Kiri e agli altri il che mi rassicura, ma è un po' come andare in bicicletta la prima volta: si ha paura di cadere.
Passa in fretta il tempo e arriva l'ora di dirigerci verso l'Albero delle voci. Da quando ci incamminiamo tantissimi Na'vii iniziano a pregare. Guardandoli capisco quanto valga per loro il legame con Eywa, le affidano la loro stessa vita.
Kiri mi prende a braccetto "Andrà tutto bene, sarà bellissimo fidati di me". Dice colei che si connette ad Eywa ogni giorno e impara a decifrare le immagini che le manda. Poi ci sono io che non so nemmeno pronunciare "tshaeylu" a momenti.
Il clan si siede in cerchio lasciando al centro l'albero. Si crea una rete di Na'vii, ognuno poggia le sue braccia sulle spalle del vicino. Anche noi della famiglia Sully siamo con loro, tranne Mo'at che è davanti a noi, proprio sotto le foglie Utraya Mokri. Inizia a cantare in Na'vii.
Tutti la seguono e io intanto cerco Neteyam. E' lontano da me, vicino al padre e i suoi guerrieri, finalmente mi guarda ma è come se non mi vedesse. Non voglio rimanerci male l'ennesima volta e lascio correre.
Mi concentro sulla preghiera. Quando mi sento pronta collego la mia coda neurale agli altri, assumendo la loro posizione. Divento tutt'uno con il clan e con Eywa, entro in una specie di trance che non controllo.
Si creano nella mia mente delle immagini soffuse, non distinguo bene le figure, vedo solo sulle mie gambe un corpo Na'vii insanguinato, come le mie mani. Sento urla in sottofondo, sembra una scena di battaglia. Provo un dolore così forte che ho bisogno di staccarmi d'istinto.
Seguono tutti la preghiera, nessuno presta attenzione a quello che mi è successo tranne Jake che nota il mio stato di shock. Mi alzo e prima di andare lo avviso per dirgli che sto bene e che sarei andata semplicemente a prendere una boccata d'aria.
Lascio quel posto così carico di energia, non riesco a sostenerla. Le immagini che mi ha mostrato Eywa mi hanno spaventata abbastanza da poter dire che sicuramente si sarà sbagliata.
Ha sbagliato destinatario perchè io non sono grado di capire quello che vuole dirmi e di certo non sono una guerriera quindi non mi troverei mai in quella situazione.
Mi rendo conto troppo in ritardo di quanto mi sia allontanata dall'albero delle anime, da sola, di notte.
Riesco ad orientarmi nella foresta, questo non è più un problema, prendo un bel respiro e guardandomi intorno decido di tornare indietro.
Appena due secondi dopo sono costretta a fermarmi nuovamente. Sento una voce sconosciuta pronunciare parole in Na'vii. Quelle parole che di solito si usano quando si sta per uccidere una creatura della foresta.
Pietrificata cerco di capire di chi si tratti e di mettermi al sicuro, ma il mio tentativo di nascondermi non funziona.
"Non avere paura. Avanti mostrati. Non ti farò del male" il Na'vii si accorge di me prima che io possa anche solo vedere lui.
Mi giro molto lentamente ed è a pochi passi da me. Chinato sull'animale ancora morente Ansit alza la testa e mi fissa inclinandola appena verso destra.
Riconosco quello sguardo di sfida, è quello che fa un Na'vii alla vista di una persona che cammina nei sogni. Io però sono una Na'vii a tutti gli effetti ora, valgo tanto quanto lui.
Viene verso di me forse per osservarmi da vicino, pronunciando delle frasi in una lingua che non comprendo. Mi gira intorno è noto quanto sia più alto e imponente di me.
Si avvicina perfino per annusarmi, grazie a questo sono io a sentire e riconoscere qualcosa: sa di fumo. Neteyam me lo aveva detto che i reietti lo facessero ma non pensavo così tanto..."Allora qual è il tuo nome?" mi chiede.
Non rispondo ma capisco non essere la tecnica giusta se voglio sopravvivere. Si ferma davanti a me aspettando che io dica qualcosa. Ci avevo visto bene quella note al lago, i suoi occhi sono spenti, sembra abbiano perso il loro colore naturale.
Inoltre, pur essendo notte fonda il suo corpo non è illuminato come il mio.
"Il mio nome è Elizabeth" dico seria.
"Avevo indovinato allora, tu vieni dal cielo, però non sei un uniltiranyu" ovvero un avatar.
"No sono come te, vivo in questo corpo ormai, vivo con Eywa" buttiamola sul legame con la dea che magari mi salverà se mi sta ascoltando.
"Ah aha ah! No piccola Elizabeth io non vivo più con Eywa ormai. Guarda il mio corpo, non è illuminato come il tuo. Questo perchè per Eywa io sono uno dei cattivi. Anche lei ha spezzato il legame con me, non solo i tuoi nuovi amici" sento una nota di tristezza nella sua voce verso la fine della frase.
"Mi dispiace" è l'unica cosa che mi passa per la testa.
"No, non dispiacerti è passato molto tempo ormai... Ma cosa aspetti qui? Vai, sicuramente qualcuno ti starà cercando, volevo solo conoscerti" non ci credo che lo abbia detto.
"Mi ucciderai appena mi volterò" sicuramente lo farà.
"La tua sfiducia nei miei confronti denota astuzia. Questa volta puoi fidarti, non ho intenzione di ucciderti. Va' pure".
Non me lo faccio ripetere, inizio a camminare senza voltarmi.
"Ci rincontreremo presto!" la sua risata dopo averlo detto mi fa rabbrividire.
Corro, corro a più non posso, fin quando qualcuno mi prende a sé coprendomi la bocca con una mano. Le urla stavano per uscire quando incontro gli occhi di Neteyam. Sono salva.

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I segreti di Pandora // Neteyam
FanfictionI reietti esistono anche tra i Na'vii. Non hanno contatti con i clan a cui appartenevano, vivono da soli come dimenticati da tutti e da tutto, perfino da Eywa. Non sono soliti a minacciare i popoli, ma quando si tratta di perdere i luoghi in cui v...