Eravamo fermi e ci guardavamo in faccia:lui confuso,io beh stavo bruciando "Dimmi che stai scherzando!" Okok ma qualcuno mi poteva spiegare perchè urlava? "N-no" Sussurrai,l'avevo fatto arrabbiare con due sole parole,le piú belle che esistevano,tra l'altro.
"Cazzo!Mo te la faró passare sta cotta!" Urló scaraventandomi contro un albero.
La corteccia ruvida mi graffió la pelle delicata come quella di un neonato "Ahi!" Strinsi con forza i denti mentre lui si slacciava la cintura spazientato "Ti prego Ca..padrone!" Urlai guardando impotente le sue abili mani che mi toglievano il vestito "No!puttana!"I suoi atteggiamenti bruschi facevano quasi tanto male quanto quelle parole,ormai ero nuda,davanti a lui, in lacrime,di nuovo.
"Ti fotterró cosí per bene che non ti ricorderai nemmeno come ti chiami" Ringhió prendendomi per i capelli e tirandoli con forza in basso fece in modo che lo guardassi nei occhi "È questo che ami?" "No" La mia voce strozzata si fece spazio tra le lacrime e raggiunse le sue orecchie "Ma io sono proprio questo" E mi spintonó per terra dove caddí con un tonfo "Apri le gambe!" Le soggette dei suoi pensieri malvagi non si mossero nemmeno di un po',continuavano a tremare mentre le sue giganti mani le allargavano con bruta forza.
Entró in me di colpo e un grido di dolore abbandonó le mie labbra bagnate dalle lacrime.
"Smettila!" Urlavo ogni volta che affondava dentro di me..il dolore era insopportabile e non riuscivo piú a sostenerlo "Mi ami ancora?!" "Nonono..no" e finalmente uscí da me lasciandomi ansimante e stremata tra l'erba alta che sfiorava le mie guancie paonazze.
Se ne andó e scomparse dalla mia vista.
Trascorsi la mia notte li.Al freddo campo di ulivi dove mi aveva lasciata prendendosi i vestiti con sè.
La mattina un vento gelido mi sveglió e mi accorsi che le nuvole che viaggiavano al disopra dei vecchi alberi coprivano quasi tutto il cielo oscurandolo di un grigio scuro.
Mi alzai dolorante e guardai con occhi lucidi il rivolo di sangue secco che avevo sull'interno coscia..
Lui mi aveva preso la mia verginitá nel modo piú orribile possibile e per aggiunta il giorno del mio diciottessimo compleanno.
Riuscii ad arrivare sul terrazzo dove stendevo sempre i panni.
Presi l'intimo,i miei unici pantaloni e la felpa consumata e me li infilai provando un gran solievo nel sentir il calore e la morbidezza dei miei capi preferiti.
Con riluttanza spinsi la maniglia e aprii la porta della terrazza che portava direttamente all' enorme salone del primo piano.
Mi accocolai sul tappeto morbidoso che si trovava difronte al cammino in marmo e mi addormentai accolta dal calore che emanavano le poche fiamme.
"Ehm,ragazza?Svegliati!" Una voce a poco dir stridula ed irritante giunse al mio povero orecchio "Eh..chi sei?" Chiesi riferendomi alla piccola troietta bionda ossigenata che mi guardava con disprezzo e pena "Sono la puttana di Cameron..te?" Oh..non gli bastava avermi violentata doveva pure farsi una puttana la stessa sera! "Sono la sua schiava" Mormorai alzandomi con un'espressione di dolore stampata sul viso "Non stai bene?" Chiese preoccupata "Non tanto" risposi,veramente la cosa che mi ha fatto piú male è che a lui non importava un bel nulla di me e di quello che PROVAVO per lui..adesso ero semplicemente vuota per il gesto che aveva compiuto.
"Chiamo Cami?" Cami?!Manco per sogno! "NO" Risposi subito appoggiandomi al soffice divano "Sicura?" "Di cosa dovrebbe essere sicura la signorina Wilson?" Oddio Caneron! Era solo in mutande e sembrava aver trascorso una bella notte 'Beh sai cara ha "dormito" con una puttana!' ..Giusto.
"Se ti dovevo chiamare..si sente poco bene" Rispose lei con voce mielosa al mio padro..a Cameron.
"Cosa hai?" Chiese tra il preoccupato e l'indifferente "Nulla..non importa"
"Invece sí" Insistettè e incroció le braccia sul petto nudo "La pancia" Borbottai a bassa voce strinsi i denti per la rabbia "Va bene,adesso vai a prepararmi la colazione" E si avvicino alla prostituta per darle un bacio sulle labbra "Sei stata fantastica" Le sussurró all'orecchio e mi lanció un'occhiata come schifata.. gli occhi cominciarono a pizzicarmi e dovetti trattenere le lacrime che minacciavano di uscire.
Corsi in cucina e mi accasciai contro la parete scivolando su di essa fino a finire sul pavimento duro..cosa avevo fatto per meritarmi un trattamento cosí?Cosa?Cazzo ditemelo!
Iniziai a singhiozzare e quando sentii quelli che probabilmente erano i passi di Cameron decisi che potevo far solo una cosa per salvarmi da lui.Morire.
Mi misi in fretta in piedi e perlustrai la cucina fin quando non le trovai, finche non trovai delle pasticche per il sonno che mi versai in gran quantitá sul palmo e nello stesso momento in cui lo sguardo di Cameron trovó il mio le inghiottii tutte quante.#SpazioAutrice
Okayokay per oggi è l'ultimo!