Capitolo 2 - Maneggio

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La mattina seguente, Minseo si recò in scuderia per il suo solito allenamento. Aveva dormito poco perché la festa era finita piuttosto tardi, ma la ragazza non si perdeva mai qualche ora con il suo cavallo.
Adorava quello sport, stare a contatto con la natura insieme al suo animale preferito, prendersi cura di lui, fare amicizia e divertirsi volando insieme su quei salti alti e, per molti, giudicati pericolosi.

Tuttavia, per Minseo, l'equitazione era prima di tutto uno sport. La ragazza aveva cambiato tanti cavalli nel corso degli anni, in modo tale da poter continuare le gare e migliorare sempre di più i risultati, aumentando altezza anno dopo anno.

La maggior parte delle persone che tenevano un cavallo dal Signor Min, faceva molte passeggiate, stavano nei paddock a giocare con i cavalli e li portavano a pascolare l'erba fresca nel tempo libero.

Minseo no.

Benché pensasse che il rapporto tra il cavaliere e il cavallo fosse molto importante, la sua testa si concentrava prevalentemente sul lato agonistico.
Da un certo punto di vista, in realtà, non voleva affezionarsi a un cavallo per la paura di non riuscire più a farne a meno.
Per la paura di vederlo invecchiare, fino a non poter più essere montato.
Per la paura di vederlo morire.
Per la paura di fallire.

Ogni volta che vendeva un cavallo, una parte del suo cuore si spezzava, ma veniva immediata ricucita dell'equino nuovo che prendeva il suo posto.

Ma se lei si fosse affezionata a un cavallo in particolare, aveva paura che non sarebbe mai più riuscita a farne a meno, e che la sua carriera agonistica sarebbe stata buttata al vento.
Sprecata.

Minseo era una campionessa in Corea. Aveva iniziato equitazione quando era molto piccola, iniziando subito a ottenere buoni risultati.

Il Signor Min era sempre stato una sorta di zio per lei: l'aveva sempre supportata nei momenti bui, e le aveva sempre fatto il tifo per ogni gara; così come Yoongi che, nonostante non amasse particolarmente i cavalli, seguiva la sua amica nella maggior parte delle gare per sostenerla.

Negli ultimi anni, la ragazza aveva preso il primo grado, quindi ebbe la possibilità di saltare ostacoli molto alti, tra i centoquindici centimetri e i centotrentacinque.
Ma tra i suoi piani per il futuro, la ragazza aveva in mente di raggiungere anche il secondo grado, in modo tale da partecipare a gare di salto ostacoli con altezze superiori ai centotrentacinque centimetri.

Già solo saltare centoventi centimetri era uno sforzo enorme, sia per il cavallo che per lei stessa, ma fortunatamente, l'anno prima, aveva incontrato un Holsteiner grigio di 8 anni, che le aveva dato grandi aspettative: Pegaso.

Era alto un metro e settanta centimetri al garrese, e il suo portamento gli donava un'eleganza sontuosa e magnifica, perfetto per le foto che le grandi marche di equitazione scattavano a lui e a Minseo, per le loro campagne pubblicitarie.

Quel cavallo le stava dando di tutto. Aveva "tanti mezzi", come si suol dire in termini tecnici, quando si parla di un cavallo in grado di portarti a grandi risultati.

Quando Minseo era andata a provarlo, aveva percepito delle sensazioni particolari, che non aveva mai notato sui suoi cavalli precedenti.
Le andature di Pegaso erano precise, non si scaldava troppo sui salti e manteneva un trotto e un galoppo regolare.
In questo modo, le distanze sui salti venivano perfette, portando il cavallo a muoversi con facilità al di sopra di quelle alte barriere.

Minseo doveva solo seguirlo.
Doveva fidarsi di lui.

E questa cosa un po' la spaventava.

Pegaso sarebbe riuscito a rubarle il cuore? A farle capire che si trattasse del cavallo dei suoi sogni, dalla quale non si sarebbe mai più voluta separare?

𝘽𝙤𝙧𝙣 𝙍𝙞𝙙𝙚𝙧 || ᴋɪᴍ ᴛᴀᴇʜʏᴜɴɢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora