5. del giro che ti fai in una Ferrari

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Per il nostro anniversario, Flavio mi portò in un ristorante che d'estate è frequentato da turisti e d'inverno dalle coppie di vecchietti della città.
Non è un ristorante a cinque stelle, ma considerando che lui si era messo in testa di pagare per entrambi con i soldi che aveva racimolato l'estate prima facendo lavoretti con suo padre, per me era perfetto.
Indossavo un vestito blu, dello stesso colore che tempo prima avevo scelto per i miei capelli e mamma mi aveva guardata con un sorriso sulle labbra per tutto il pomeriggio.
Al mio ragazzo non piacevano i miei capelli, diceva che era stata una decisione terribile, che avevo rovinato il mio colore naturale.
Quando Flavio era arrivato a casa mia, mio padre aveva messo da parte l'astio che aveva per lui e gli aveva persino stretto la mano.

Ancora oggi ricordo quella serata come una delle più belle della mia vita.
L'ho fatto salire in camera mia, una volta finita la cena, e ciò che abbiamo fatto nascondendo i volti nei cuscini del mio letto è qualcosa che spero di essere riuscita a nascondere bene dai miei genitori.
Dopo la sua scenata del primo mese di scuola, ho nascosto quel vestito in fondo all'armadio.

Ho tolto da camera mia tutto ciò che mi faceva pensare a lui.
Il pupazzo che mi ha regalato per i sei mesi? Donato all'asilo della città.
La foto incorniciata di noi due al festival annuale di Santa Vara? Distrutta.
Le felpe che mi aveva prestato gliele ho fatte trovare sotto casa ed è stata mia sorella ad andare da lui a riprendere le magliette e i pigiami che avevo lasciato in camera sua.
Non ci siamo mai più rivolti la parola, non da quando lui mi ha lasciata pubblicamente.
Non ho fatto nemmeno in tempo a chiedergli perché e mentirei se non dicessi che la cosa mi provoca un dolore sordo al petto.

Osservo il vestito blu accuratamente nascosto nel mio armadio e scuoto la testa, facendomi un appunto mentale in cui mi prometto di bruciarlo, prima o poi.
Chiudo le ante dell'armadio e mi osservo allo specchio, passandomi le mani sui pantaloni.

Indosso un paio di jeans neri a zampa e un maglioncino bianco abbastanza elegante da non sfigurare in confronto agli outfit delle Manzoniane ma anche abbastanza casual da sembrare messo addosso all'ultimo minuto.
"Bibi!" Strilla la voce di mio cugino dal piano di sotto e io alzo gli occhi al cielo per l'ennesima volta in questa serata.
Tommaso passa a prendermi alle nove e mezza.
Alle otto Ettore si è piantato in casa mia portandosi dietro Dante ed Elsa.
Corinna e Diana sono arrivate venti minuti dopo e circa mezz'ora fa Tancredi ha fatto il suo ingresso in casa mia, annunciando che doveva fare da supporto nel caso in cui Ettore dovesse picchiare qualcuno.

Fortunatamente i miei genitori sono fuori a cena e Adele è ad una festa di laurea, quindi ho potuto evitare l'imbarazzante momento in cui avrei dovuto dire alla mia famiglia che stavo uscendo con un intero gruppo di Manzoniani.
Aggiungo ai pantaloni una cintura rubata dall'armadio di mia sorella e scendo giù, trovando tutti i miei cugini intenti a fissare il mio outfit.

"È il meglio che sei riuscita a fare?"
"Elsa! Sta uscendo con i Manzoniani, avrebbe dovuto mettersi un sacco in testa."
"Ettore, per favore."
"Cosa? Ho la mazza da baseball pronta."
"Ma dove cazzo l'hai trovata la mazza da baseball?" Chiede Tancredi, prendendola in mano e guardandola come se fosse uno strumento di tortura del medioevo.
"In cantina." Fa spallucce Ettore e io mi piazzo di fronte alla mia famiglia con le mani sui fianchi.
Lancio uno sguardo all'orologio del salotto.
Le nove e ventisei.

Corinna sorseggia Coca-Cola da una lattina che ha preso da non so dove (probabilmente dal mio frigo, chi la sentirà Adele quando scoprirà che una delle sue bevande gasate è finita?) e mi guarda con un ghigno sul volto.
"Dove ti porta di bello?"
"All'inferno." Borbotta Ettore e Diana gli fa un pizzicotto, intimandogli di tacere.
Io li ignoro, concentrandomi su Corinna per rubarle la lattina dalle mani e prenderne un sorso.
"Alla sponda destra."
"Ovviamente." Continua a lamentarsi Ettore e questa volta è Tancredi che interviene, rivolgendosi direttamente a me.

THORNS AND DAYLIGHT Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora