8. di quando sei la causa del malessere di tuo cugino

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Il bar del Foscolo è decisamente più accogliente del resto della scuola.
Siamo abituati allo stucco che crolla dai muri, ai bagni pieni di graffiti e agli insulti vari contro ai professori scritti sui muri delle aule, ma il bar rappresenta un mondo totalmente diverso.

Occupa il piano terra dell'edificio ed è decorato da finestre enormi, dalle quali entrano sempre raggi di sole che rendono l'atmosfera più calma di quello che sembra e da tavolini color ciliegio con annesse sedie.

Ettore si butta su una di queste, un bicchierino di thè in una mano (preso rigorosamente da quelle macchinette radioattive che abbiamo in questa scuola) e una bustina di zucchero nell'altra, perché per le bidelle il suo svenimento è stato un semplice calo di zuccheri.
Lo sanno anche i muri che in realtà è svenuto per colpa mia, ma nessuno ha avuto il coraggio di dirlo perché l'espressione di mio cugino è abbastanza per far star zitto chiunque lo guardi.
Siamo al bar perché tutti gli altri studenti sono a lezione ed è l'unico posto della scuola in cui possiamo stare in pace senza che qualcuno venga a darci fastidio.
Ettore ha la scusa dell'essere svenuto per poter saltare le lezioni, io ho religione e Diamante è qui in veste di accompagnatrice di mio cugino (leggasi: se sviene di nuovo sta a lei controllarlo e chiamare aiuto).

Diamante si siede accanto a lui, guardandolo con un sopracciglio alzato per via del modo in cui si sta comportando, ma non dice nulla e con un dito indica la sedia accanto a lei, proprio di fronte ad Ettore.
Mi siedo deglutendo, invocando tutti gli dei che conosco per darmi una mano in questa situazione.

Ettore non mi vuole uccidere.
Certo, mi guarda come Cesare guardava Bruto e Cassio mentre lo accoltellavano, ma è sempre meglio di quella sua espressione che assomiglia fin troppo a quella di zia Lavinia.
"Mi farete venire i capelli bianchi. O me li farete direttamente cadere."
Mi dice con uno sguardo cupo mentre sorseggio cappuccino e mi faccio piccola piccola, perché con tutto quello che fa per noi a far incazzare Ettore mi sento quasi in colpa.
Anzi, togliete il quasi.
"Mi dispiace." Inizio ed Ettore si passa una mano in faccia, probabilmente per cercare di togliersi dalla mente immagine di sua cugina e del suo acerrimo nemico che si baciano davanti ad entrambe le scuole.

Diamante guarda il tavolino, trovandolo improvvisamente più interessante della gara di sguardi che stiamo facendo io e il suo ragazzo.
Sbatto le palpebre, sorrido dolcemente ad Ettore per ricordargli che sono la sua cuginetta preferita (Diana ha perso quel titolo quando ha iniziato a provarci spudoratamente con Riccardo qualche anno fa) ed Ettore sbuffa sonoramente, come se il solo vedermi gli rovinasse la giornata.

Quando sono arrivata davanti alla sua classe, la prima a vedermi è stata Diamante.
Mi ha afferrato per le spalle, ha visto il segno delle lacrime e mi ha preso sottobraccio.
Nascondendomi col suo corpo mi ha portato in infermeria da Ettore, dove mio cugino è sbiancato per la seconda volta in una sola giornata.
"Calmati." Gli ha intimato Diamante, per poi farmi sedere sul lettino accanto a lui dove, con tutta la delicatezza del mondo, mi ha chiesto di raccontare ad entrambi che cosa è successo.

Ho raccontato tutto senza fermarmi un solo secondo e sia Ettore che Diamante non si sono risparmiati gli insulti per Flavio.
Ad un certo punto Diamante ha persino dovuto minacciare Ettore, dicendogli se non ti calmi e continui a dire di voler andare a spaccargli la faccia, ti spacco io e questo è bastato perché Ettore abbassasse lo sguardo come un cane bastonato e si calmasse subito.
Vorrei avere i poteri di Diamante.
La mia vita sarebbe sicuramente più semplice.

"Non mi guardare così. Non funziona più questa tattica." Esclama mio cugino, puntandomi un dito addosso (anche questo l'ha imparato da zia Lavinia) e io lo osservo, fingendomi confusa.
"Così come?"
"Bianca." Sibila Ettore e Diamante gli spinge verso la bocca il bicchierino di thè.
Lui ubbidisce, fa tutto quello che lei gli dice e io rimango sempre più basita.
Mio cugino è letteralmente la bitch di Diamante.
Se solo non fossi la causa del suo malessere mi metterei a ridere.

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