20. di quando devi invitare anche la tua bella

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TOMMASO

Gli ultimi giorni prima delle vacanze di Natale sono sempre terribili.
I professori ci massacrano con verifiche e interrogazioni, qualche deficiente ha pensato bene di appendere delle lucine attorno alla lavagna e quella testa di minchia di Francis ha complicato il tutto portando un pupazzetto parlante di Babbo Natale che fa HO HO HO! MERRY CHRISTMAS! tutte le volte che qualcuno ci passa davanti.

Lui dice che è una decorazione per dare vita all'aula.
Io dico che la prossima volta che qualcuno lo fa partire non risponderò delle mie azioni.

Come se non bastasse tutto questo, sono giorni stressanti anche perché bisogna organizzare Capodanno.
E nessuno sa mai che cazzo fare per Capodanno.

"Quando io a settembre scrivo sul gruppo e dico raga, Capodanno nessuno mi risponde, quindi non me ne frega una sega, io casa mia non ve la faccio usare." Decreta Davide, sbattendo il palmo della mano sul banco giusto per far più effetto, per far capire a tutti che casa nostra è completamente off-limits.

"Capisci che non è normale chiedere il due settembre che cosa si fa a Capodanno, sì?" S'intromette Sonia, che nell'ultimo periodo è così acida con Davide da far quasi paura.
Hanno chiuso la loro relazione puramente fisica da due mesi ormai, per una motivazione che mi ha fatto ridere sguaiatamente per dieci minuti con tanto di coppino da parte del mio migliore amico, ma Sonia sembra essersela legata al dito, quella volta lì.

"E quando vuoi che lo chieda, signorina? Il trenta di dicembre?"
"Magari a ottobre. Non lo so, è una proposta."
Davide alza le mani al cielo alle parole di Sonia, probabilmente per implorare qualunque divinità ci sia lassù di scendere e accopparci tutti.

"Io il due settembre ero ancora in spiaggia a Nizza." Commenta Francis, aggiungendo la sua inutile opinione alla discussione.
"Lo sappiamo, Francis."
"Certo che tu lo sai, Michelangioletto, eri lì con me."
Alzo gli occhi al cielo quando Francis afferra le guance di Michelangelo, lasciando un sonoro bacio su entrambi gli zigomi del nostro amico.

"Puoi smetterla di baciare il mio fidanzato?" Chiede Viviana, scacciando via le mani di Francis dalla faccia di Michelangelo, quest'ultimo, con le guance rosse e i capelli scompigliati, sbatte solo le palpebre.
"Vanna, io c'ero prima di te nella sua vita."
"Francis, ti consiglio di tacere."
"Tanto lo sai anche tu che mi preferisce a te."

"Possiamo tornare al discorso principale?" Sbotto ad un certo punto, lanciando uno sguardo incazzato a tutti quanti.
Mi stanno facendo diventare scemo con la questione di Capodanno - Davide l'ha presa estremamente sul personale, decidendo che quest'anno a lui dell'organizzazione non gliene frega niente.

È stato inutile ricordargli che è un perfettino maniaco del controllo e che se cede la torcia ad altri non sarà lui a comandare la situazione: il mio migliore amico è più testardo di un mulo e oltre a tirarsene fuori, ha tirato fuori pure casa nostra.
Il che significa che non abbiamo un posto dove andare.

Le case ci sono: i Marchand sono pieni di tenute in Francia, la famiglia di Viviana possiede così tanti hotel che qualcuno sicuro ha qualche stanza libera per noi, ma nessuno ha davvero voglia di lasciare Santa Vara.

La cosa più bella della nostra città sono le feste.
Durante l'estate c'è un casino di turisti, a Ferragosto non si può respirare senza sentire l'odore dei panini al formaggio e salsiccia che si portano dietro i crucchi, ma d'inverno è tutt'altra cosa.

D'inverno di turisti ne arrivano pochi perché il lago non è una meta chissà quanto natalizia, molti abitanti se ne vanno via da qualche parte, quindi Santa Vara rimane nostra. Di quelli che rimangono.

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