6. degli amici che prima o poi dovrai presentare

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Primavera abita non troppo lontano da me, ci si mettono circa quindici minuti a piedi per arrivare a casa sua e quando quei quindici minuti li passi con due vecchie pettegole come le mie cugine, sembra che il tempo voli.

"Ti ha detto che gli piacevano i tuoi capelli?"
"Io lo sapevo che quella Ducci era una stronza."
"Abbassate la voce!" Strillo ad entrambe, perché le vecchiette di paese sono in piedi e all'erta, con le orecchie tese per ascoltare quello che stiamo dicendo.
"Ci hai detto cose scioccanti!" Si difende Corinna e io la guardo con una smorfia, perché le descrizioni delle sue scappatelle sono decisamente più scioccanti della mia esperienza manzoniana.

Questa mattina sono stata svegliata da mia madre che passava l'aspirapolvere davanti alla porta di camera mia e la mia giornata è iniziata con una litigata fra me e Adele, perché quella cretina ha finito i miei cereali preferiti senza dirmi nulla e io ho dovuto mangiare delle fette biscottate rafferme per colazione.
Mentre strillavo contro a mia sorella, dandole della stronza maledetta e del buco senza fondo, mi è arrivato un messaggio da parte di Primavera, nel quale chiedeva di vederci a casa sua per sistemare un lavoro di gruppo che abbiamo da finire e per raccontarle di ieri sera.

Ho dunque lasciato perdere Adele e i suoi scleri, ho preso al volo un paio di jeans e una felpa grigia che non mi ricordavo nemmeno di avere e sono andata a prendere sia Elsa che Corinna, perché il messaggio di Prima è stato mandato sul gruppo che abbiamo in comune.

Corinna condivide il mio non aver voglia di vestirsi ed è uscita di casa vestita come Arlecchino: top rosso a maniche corte, pelliccia finta beige e dei pantaloni neri che la fanno sembrare una rockstar nel punto più basso della sua carriera.
Elsa, invece, è come sempre impeccabile. Sia mai che la principessa del Foscolo non abbia su il mascara, il suo fidato cappotto a scacchi e un outfit che può far concorrenza a quello di Anna Wintour.
Come al solito, i suoi occhiali sono posizionati in testa con la funzione di tenerle a posto i capelli perché mia cugina preferisce soffrire e non riconoscere le persone piuttosto che farsi vedere per quello che è: miope.

"Vi dovete calmare. E poi vi racconto tutto nel dettaglio appena arriviamo da Prima." Decreto alla fine, lanciando occhiatacce ad entrambe le mie cugine, ma loro rispondono alzando gli occhi al cielo perché lo sanno anche i muri che fra le tre sono la meno minacciosa.

"Se tu sei uscita con i suoi amici significa che lui dovrà uscire con i tuoi, vero?" Domanda Elsa, camminando con le mani nelle tasche del cappotto e gli occhi socchiusi per cercare di capire chi è che ci sta salutando dall'altra parte della strada.
"È il tipo che lavora con tuo padre, l'aiutante." Sussurra Corinna ed Elsa mormora un oh per poi forzare un sorriso e alzare una mano in segno di saluto.
Zio Manfredi fa il meccanico e diversi ragazzi della sponda sinistra lavorano nella sua officina, è capitato più di una volta che Elsa andasse a trovare suo padre a lavoro e si trovasse davanti dei nostri compagni di classe delle medie.
"Non è una cosa che succederà presto." Rispondo a mia cugina e Corinna mi guarda sorpresa.

"Perché no?"
Perché i miei amici sono la mia famiglia.
Escludendo Prima, Zanda e Skater.
E la mia è una famiglia di pazzi.
"Con chi usciamo noi, Cori?" Le chiedo, aspettando che faccia due più due, ma Corinna è una che crede che le cose siano estremamente semplici.
Per lei esiste solo il bianco o il nero, la via di mezzo non la conosce proprio.
"Noi tre, Prima, Dante e i ragazzi. A volte si aggiunge Canini, poi ci sono Ettore, mia sorella..."
"Esatto. Far uscire quel biondino con i suoi amici significa presentarlo alla nostra famiglia." Conclude Elsa e Corinna fa spallucce.
"E quindi?"
"E quindi non voglio che Ettore e lui si spacchino la faccia!" Dico, perché l'ultima cosa che mi serve è che questo piano salti per via del testosterone.
Già ieri sera Ettore e Tommaso si sono comportati come due scimmioni.
Ci mancava solo che si mettessero a fare a gara su chi piscia più lontano.

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