Capitolo 6: Lacrima di Vesta

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- Cazzo! Hai visto che roba?!- L'amico gli mostrò con insistenza lo schermo del cellulare; Era Matteo, suo amico e bassista del suo gruppo, intento a controllare Instagram mentre uscivano dalla classe.

- È quella tipa strana e taciturna con la macchina fotografica della 5B. Madonna, che stronzo. Sembra che Andrew l'abbia spinta dentro alla vasca delle razze. Mai capito perché ce l'abbia così tanto con quella tipa –

C'era una storia in cui si vedeva perfettamente la ragazza stesa a terra che si riprendeva dopo essere stata salvata dall'annegamento. Era di cattivo gusto, non ci voleva un genio per rendersene conto, ma Demetrio aveva già fatto il callo a certe persone nella sua vita; gente che sembrava nutrirsi solamente delle disgrazie altrui e di pettegolezzi. Per tanto, non si stupii, prendendo a sua volta il telefono, di trovare diverse storie identiche da parte di qualche suo contatto.

- Si, proprio uno stronzo. Meno male che non è successo nulla di grave. Andiamo? - Chiese mentre l'altro si attardava a scrivere un frenetico messaggio.

- Tu vai avanti che ho da fare. Tanto ci dobbiamo vedere domani sera, no? – Rispose Matteo continuando a digitare e senza alzare lo sguardo dallo schermo.

- Sarebbe meglio fare qualche prova ancora. – Insistette lui cercando di dissuaderlo dall'insana idea di non provare ancora le canzoni .

- Rilassati, ci siamo preparati al meglio. Direi che è stato un bello sforzo considerato che stiamo tutti studiando come dei pazzi per la maturità. Andrà bene, vedrai! – Lo rassicurò l'altro mettendo il cellulare in tasca con una faccia più che contenta.

- Ora ti saluto mi vedo con una. Ci si vede! – E scappò via veloce.

Demetrio lo guardò allontanarsi sospirando;

Matteo era sempre stato fortunato con le ragazze. Al contrario, lui era gracile come un grassino e questo bastava  a far stare lontane molte ragazze. Grazie alla sua costituzione anche gli insegnanti si erano preoccupati della sua salute nei primi anni di liceo. E nulla erano valse le rassicurazioni di sua madre e suo padre, entrambi medici. Ovviamente, tale condizione fisica non era passata inosservata per tutti quei cinque anni; un tipo come lui era il pasto prediletto di qualsiasi bullo.

O almeno fino a quando non aveva ricambiato con il suo personalissimo metodo; Attorno al terso anno aveva acquisito una certa sicurezza grazie alla musica e alla sua band. Ed aveva deciso di farla pagare ai suoi aguzzini. Gli zaini dei bastardi erano misteriosamente finiti dentro ai gabinetti con tutti i libri. A quel punto, visto il grosso danno economico, avevano smesso. O almeno avevano smesso dopo la terza volta.

Per il resto, non si era mai considerato una persona particolarmente coraggiosa, di fatto, il fantomatico gesto non era mai stato scoperto.

Avesse avuto la stessa sfacciataggine nei confronti dei suoi genitori non sarebbe stato male; Due medici, entrambi molto indaffarati e spesso fuori casa. Molto orgogliosi della propria professione e con il forte desiderio di vedere il loro unico figlio intraprendere tale carriera. E per un certo periodo di tempo, lui aveva creduto la stessa cosa. Tanto che, stava studiando duramente per poter superare il test universitario ed entrare nel corso. Era la scelta più razionale era quello che ci si aspettava da lui.

Tuttavia, dentro di sé avvertiva una certa paura; lo stava facendo per sé o per loro? A volte non ne era certo. Ed il problema era che faceva comunque la scelta che più ci si aspettava da lui.

Odiava quella sensazione.

Era la stessa domanda che avvertiva quando frequentava certe persone e, talvolta, si soffermava a domandarsi del perché stesse ascoltando i loro discorsi. Discorsi spesso vuoti, o che all'apparenza sembravano esserlo.

L'ultima epopea - La vittoria di VenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora