Capitolo 7: Un fiore osserva la tempesta.

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Erano passati pochi istanti da quando Erica era saltata dalla finestra dell'infermeria, quando, la bidella si affacciò per controllarla.

- Dov'è finita quell'altra?! – Chiese con gli occhi strabuzzanti per il panico.

- Sono arrivati i suoi a prenderla. - Rispose Zahra atona senza alzare gli occhi dal cellulare.

- Dovevano parlare con il preside! Maledetti genitori! Vado ad avvisare che è stata presa. – La donna sbuffò e si allontanò con passo pesante senza fare altre domande.

Ora che quel problema era risolto, per la ragazza, altre situazioni scomode si professavano all'orizzonte; Il negozio dei suoi era aperto e quindi né suo padre né sua madre sarebbero venuti a prenderla. Ne deduceva che Amir, suo fratello, sarebbe arrivato e la cosa non le piaceva per niente.

Zahra viveva a circa trenta minuti di autobus dalla scuola, nella zona di Bolzaneto. Lì i suoi, con molta fatica, mandavano avanti un piccolo negozio di alimentari nel quale lavoravano giorno e notte. Lei era la seconda figlia dopo Amir e prima delle due piccoline Yasmine e Saliha. Amir era l'unico figlio maschio e per tanto era quello su cui pesava tutto il futuro della famiglia ma, era anche quello a cui era andata peggio.

Quando arrivarono in Italia lui era già un bambino cresciuto che non aveva minimamente idea di come integrarsi a scuola e con gli amici. La comunità marocchina era meno presente all'epoca ma molto chiusa e questo aveva portato suo fratello a frequentare chiunque provenisse dalla loro terra o per lo meno comprendesse le loro tradizioni. Ed alcune persone con cui si frequentava non le piacevano per nulla; da quando li conosceva Amir non faceva altro che tartassare lei e le sue sorelle perché si vestissero meno all'occidentale, ed intanto, lui passava il tempo fuori di casa ogni volta che poteva tornando tardi e facendo preoccupare i suoi genitori come non mai.

Certe volte, Amir, faceva passare le sue scenate sulla religione e sul vestiario delle sorelle come un modo per poterle proteggere il che provocava la nausea a Zahra che riteneva tutta quella messa in scena solo un modo per avere il controllo sulle decisioni di suo padre.

Baba era un uomo buono appartenente ad un'altra epoca ma che, a modo suo, amava tutte le sue figlie. Peccato che, se non fosse stato per l'indole ribelle della sua secondo genita, le avrebbe impedito di studiare al liceo solo perché suo fratello aveva fatto notare che era un posto pieno di uomini. Sua madre passava le giornate a gestire la casa e, nei rari momenti in cui non faceva nulla, se arrivavano amici o pareti doveva cucinare e servire il tè ed intrattenerli. Spesso si aggrappava a suo padre e a sua figlia come un'ancora in mezzo alla tempesta; non conosceva bene l'italiano e se non fosse stato per Zahra non sarebbe stata in grado di fare nemmeno la spesa.

Nonostante tutti quegli anni, sognavano di tornare a casa loro con l'arrivo della pensione; Sua madre le raccontava della campagna e del deserto e di come suo nonno si era innamorato di una donna berbera che lasciò la sua carovana per lui. Zahra adorava ascoltare quella storia ed era felice di aver avuto la possibilità di nascere in una famiglia proveniente da una realtà che sembrava quasi una fiaba. Sapeva che suo nonno e sua nonna costituivano un'eccezione in un mondo in cui i matrimoni combinati erano all'ordine del giorno.

Forse era anche per quel motivo che aveva sviluppato una certa vena romantica; Adorava leggere fanfiction sull'amore e sui suoi personaggi preferiti dei manga e, certe volte, si era cimentata anche lei in qualche storia. Certo, alcune erano anche erotiche e doveva sempre cancellare la cronologia per evitare problemi con i suoi e soprattutto con suo fratello. Insieme a delle persone che non ha mai incontrato gestiva anche un fan page sia su Instagram e Facebook in cui venivano postate fan arts di vari anime ed aggiornamenti sulle sue storie.

L'ultima epopea - La vittoria di VenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora