Capitolo 20 : Infuria il vento

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Un treno merci partì dalla stazione con un gran fracasso. Per qualche attimo, la ragazza, valutò l'idea di tapparsi le orecchie ma non lo fece. Accanto a lei, i suoi tre compagni di viaggio erano fermi e agitati allo stesso tempo; Andrew non la smetteva più di muovere nervosamente il ginocchio, Demetrio guardava nel vuoto facendo ampi respiri e Zahra era completamente blindata, ritta e composta come una statua. A stento muoveva un muscolo.

L'incontro con suo fratello all' ospedale l'aveva segnata; Demetrio e Andrew avevano spiegato tutto nei minimi dettagli e non c'era voluto molto per capire che non potevano più rimandare il proprio viaggio verso Porto Venere.

Ormai era evidente che non fare nulla o fare qualcosa avrebbe potuto provocare danni in egual misura. Per quel motivo dopo quella caotica mattinata in ospedale Zahra, dopo con una piccola bugia per allontanarsi, erano scappate verso la stazione dei treni. Lì si erano ricongiunti con gli altri due evidentemente traumatizzati; Ogni volta che passava un poliziotto  sobbalzavano come delle molle per poi tranquillizzarsi non appena l'agente se ne andava.

"Treno per La Spezia delle 9:55 è in partenza al binario 2. Non oltrepassare la linea gialla"

- Muoviamoci. – Il tono categorico di Andrew fece alzare tutti.

Non ci volle che qualche secondo per trovare dei posti decisamente il più lontani possibile dagli altri passeggerei. Nessuno parlava; l'atmosfera era carica di troppi non detti e di molte paure.

Una volta partiti, Erica s'immerse nel paesaggio mentre e nella propria musica. Timidamente, lanciava qualche occhiata a Demetrio di tanto in tanto; Era troppo preoccupata per quello che gli era capitato ed avrebbe voluto dire una qualche parola di conforto ma, era tutta una situazione così incasinata che non aveva idea da dove cominciare.

- Gabbiani! – Una bambina piccola seduta qualche posto più in là osservava dalla finestra una moltitudine di pennuti volanti.

Quel giorno era particolarmente ventoso e c'erano diversi animali che volteggiavano attorno al treno. Se non avesse saputo che Somnus e Letus potevano mutare forma si sarebbe sentita decisamente più al sicuro ad osservare gli animali in volo.

Fu solo quando arrivarono nella zona di Camogli che Zahra proferì parola;

- È normale che non senta nulla? – Andrew si girò immediatamente verso di lei con lo sguardo più preoccupato che Erica gli avesse mai visto in volto in ben cinque anni di conoscenza.

- Lui non si era mai preoccupato di farti del male. Direi che è normale. – Cercò di rassicurarla lui.

- Era pieno di tubi ed era in coma. E l'unico sentimento che ho percepito è stato il sollievo. Mi sento un mostro. –

- Non pensarci nemmeno! Non lo sei! – Si intromise Erica prendendole le mani fra le sue. – Non lo sei! – Delle lacrime silenziose scesero sul suo volto olivastro; Zahra sembrava in preda ad un forte scontro interiore. Lei l'abbracciò spinta da un senso di protezione nei suoi confronti.

- Andrà tutto bene, vedrai! – E lasciò che l'altra piangesse sulla sua spalla.

Sia Andrew che Demetrio portavano il cappuccio della felpa ben sopra la testa per non farsi riconoscere e qual volta un uomo si avvicinava troppo ai loro sedili s'irrigidivano immediatamente. Dopo aver trascorso qualche minuto a quel modo Erica cercò di cambiare argomento e parlare con gli altri due.

- Quindi arriveremo in giornata a Porto Venere e poi? –

- Aspetteremo che tu ti addormenta. – Era stato Demetrio a parlare. – È evidente che ti muovi verso il tempio di Venere e sarà la te addormentata a portarci da lei. –

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 12 ⏰

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L'ultima epopea - La vittoria di VenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora