Andrew arrivò al locale ritrovandosi le luci delle ambulanze davanti agli occhi; Fuori sulla strada e sulla spiaggia si era creata una folla di gente che piangeva cercando aiuto e, i soccorritori correvano da una parte all' altra cercando di aiutare il più possibile con le loro poche risorse.
Tutta la parte esterna del locale era un disastro: Lettini e tavoli rovesciati misti a spazzatura varia. Una porta del locale era stata sfondata dalla furia dell'acqua. Dall' interno si potevano udire le voci disperate che chiamavano aiuto.
Non aveva idea di cosa fosse successo e, ritrovarsi immerso in una situazione del genere dal nulla, lo lasciò a bocca aperta.
Parcheggiò il motorino nel primo posto che trovò. Si diresse verso un gruppo di persone, una ragazza si avvicinò a lui abbracciandolo disperatamente.- Andrew! Oddio, Andrew sei tu! Pensavo di morire! Mio dio! – Aveva il trucco sbavato ed i capelli umidi come anche i vestiti. Sul braccio un lungo taglio le tingeva di rosso la pelle.
Se Lara era qui, probabilmente, anche alcuni della sua compagnia si trovavano nel medesimo posto. Non erano tutti suoi amici ma, erano pur sempre delle persone alle quali non voleva del male.
- Stai bene? – Le chiese lui.
- Sì, sì! Sto bene ma mi sono spaventata a morte. Ho questo taglio ma nulla di grave. – Disse lei aggrappandosi ancora di più a lui.
- Vado a cercare gli altri. Tu resta qui, chiama i tuoi, e cerca i soccorritori per farti medicare. – Fece per staccarsi, ma lei lo trattenne.
- Ti prego non mi lasciare. – Supplicò la ragazza.
La prese per le spalle e la costrinse a guardarlo in faccia; era terrorizzata e tremava da cima a piedi.
- Non ti lascio, devo cercare gli altri. Li hai visti? –
- Si, erano qui al concerto. - Rispose stringendosi nelle spalle.
- Chiama i tuoi e fatti medicare subito. – Detto quello si gettò dentro alla folla di gente chiamando a gran voce.
Fortunatamente, a parte qualche graffio e contusione, tutti quelli che conosceva stavano bene. Mentre continuava a cercare tra le persone, scorse una figura famigliare accovacciata per terra sul bagnasciuga. Pensando si trattasse di qualcuno che aveva bisogno d'aiuto si avvicinò, scoprendo che si trattava di Zahra; Si teneva la testa mentre sembrava singhiozzare. Di tanto in tanto, alzava lo sguardo ed osservava le onde per poi tornare nella stessa posizione.
Andrew non sapeva come comportarsi; Era pur sempre il tizio che l'aveva spinta via e fatto cadere la Rebora nella vasca delle razze. Vedendola in quello stato, però, non ebbe il coraggio di lasciarla da sola.
- Ehi, hmm ciao. Hai bisogno d'aiuto? – Disse portandosi di fianco a lei.
La ragazza si prese un grosso spavento e si alzò allontanandosi da lui per osservarlo da capo a piedi.
- Tu! – Urlò. – Cosa ci fai qui?! – Gli occhi erano sgranati dallo spavento.
- Stavo cercando degli amici e ti ho visto lì. Ho pensato ti servisse aiuto ma, se non ne vuoi da me, lo capisco. Là ci sono degli operatori della croce rossa, se stai male, fatti controllare. - Lui si voltò deciso a lasciarla da sola, come pensava, non avrebbe mai voluto il suo aiuto.
- Aspetta. Qualcuno, mi ha addormentata. – Andrew si voltò con gli occhi sgranati verso di lei; Aveva gli occhi lucidi e spaventati, immediatamente pensò al peggio.
- Cosa?! Vai subito all'ambulanza! Vieni! – Tentò di prenderle un braccio ma lei si divincolò.
- No, sono in pochi e c'è gente messa peggio. Per favore, non voglio stare da sola, non trovo più Erica e Francesca. Ho mandato dei messaggi ma non rispondono. – La vide passarsi una mano sugli occhi e sistemarsi gli occhiali incrinati.
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L'ultima epopea - La vittoria di Venere
Fantasy[In revisione perpetua] Erica Nerida Rebora ha 17 anni e tutta la vita davanti; Ama la musica, la biologia ed in particolare la fotografia. Prende buoni voti a scuola è coscienziosa, eppure, sente che qualcosa non va nella sua vita. Da tempo percep...