Capitolo 10:Il fuoco che spense l'acqua

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Era tutto semplicemente splendido:

Aveva incontrato una nuova amica ed era lì, insieme a lei, e a Francesca ad aspettare il concerto. Temeva che tra le due ragazze ci sarebbe stato un po' d'imbarazzo ma, fortunatamente, non fu così. Tempo qualche convenevole e sembravano tutte vecchie amiche con coi si scherzava da tempo.

Tra una chiacchera e l'altra, Erica cercava di dissimulare l'agitazione che l'aveva pervasa da quando era entrata nel locale. Parlava con le amiche e scherzava ma, era nervosa. Si rigirava tra le dita il ciondolo che aveva comprato dall' antiquario cercando di calmarsi. L'idea di vedere Demetrio lì, le contorceva le viscere, e la faceva sentire bene e male allo stesso tempo.

Il posto le piaceva, sentiva che quella sera si sarebbero divertite tantissimo. Quindi, non c'era motivo di essere così agitate.

Eppure, quando le luci si abbassarono sentì un grosso tuffo al cuore e non poté fare a meno di sorridere. Tirò fuori la macchina fotografica nuova di zecca e si preparò a scattare non appena avesse colto il momento giusto.

Ma nell'attimo in cui la figura di Demetrio apparve sul palco, irradiando il mondo con la sua bellezza, sulle note di Plug in baby, Erica sentì il suo intero corpo che veniva attraversato da un'onda di elettricità, forte e gentile allo stesso tempo. I suoi battiti accelerarono, e le sue guance si colorirono facendola sentire, suo malgrado, in difetto di fronte a tutta quella scatenata bellezza.

Quei capelli castani, così apparentemente morbidi, sembravano pregare per una mano che gli accarezzasse dolcemente. Quel collo così esposto dalla scollatura della maglia nera, urlava, per essere ricoperto di baci. Le mani affusolate pizzicavano le corde con curata maestria e, con la stessa cura, sembravano promettere ben altro.

Erica avrebbe potuto andare avanti all'infinito a lodare ogni parte di quell'angelo che aveva davanti.

Un po' come con Dante per Beatrice.

Solo che le sue intenzioni erano decisamente più sporche di quelle di Dante. 

Adorava il modo in cui la delicatezza della forma di quel ragazzo si mischiasse con il suo essere maschile. Certe volte, Erica si vergognava a pensarlo, gli ricordava qualcosa di dolce, morbido e buono.

Come un pandoro.

Certo, la sua sessualità aveva modi ingegnosi per trovare collegamenti strani tra la persona dei suoi desideri e oggetti di varia natura ma, non riusciva a controllare questi pensieri. Ed infondo, perché avrebbe dovuto? Non faceva del male a nessuno adorandolo a quel modo.

Le parole di Zahra le tornarono in mente, mescolate alle parole della canzone, e si vergognò ancora di più; Era solo una codarda. Sguazzava nelle sue fantasie nella speranza che, un giorno, i suoi desideri si avverassero. E in quelle fantasie, era protetta da tutto.

Anche dalla delusione di un rifiuto.

La sua nuova amica aveva ragione, aveva tergiversato per troppo tempo; Per quanto ne sapeva, tutti quei pensieri su di lui potevano essere anche solo un inganno della sua mente e, sarebbero scomparsi come cenere al vento non appena avrebbe conosciuto il vero Demetrio.

E chissà, forse sarebbe arrivata pure ad odiarlo?

Nella sua mente un simile scenario era inimmaginabile.

Sperava con tutte le sue forze che, invece, il vero Demetrio le piacesse tanto quanto quello nella sua testa.

Lo desiderava tanto.

Perché si era resa conto di non volere più rimanere intrappolata nelle sue fantasie.

La canzone era finita. Erica si riscosse dai suoi pensieri mentre alle sue orecchie giungeva la presentazione del gruppo. Si mise a scattare qualche foto osservando come il nuovo orecchino di Demetrio gli stesse davvero bene.

L'ultima epopea - La vittoria di VenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora