Capitolo 15: Tre domande giuste ed una inutile.

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Andrew avvertiva una nota di apprensione per quello che era successo la scorsa notte ma, era stato bravo a nasconde le sue emozioni con un po' di umorismo; Avevano passato tutte le ore notturne in giro e, dopo un panino al McDonalds per sfamare la fame chimica, avevano dormito a casa sua.

Aveva commesso un'imprudenza facendola dormire da lui, fortunatamente, né sua madre né Roberto erano a casa e non erano tornati nemmeno quella mattina. Quando Zahra se n'era andata aveva avuto tempo di uscire e di non farsi trovare per tutto il giorno, ma non per il lunedì mattina; Era rientrato tardi dopo essere andato ad incontrare alcuni amici all'ospedale il giorno prima. Sua madre era profondamente addormentata sul tavolo della cucina con diverse bottiglie accanto. Non sembrava esserci traccia di Roberto e perciò voleva approfittare per sgraffignare qualcosa dalla credenza; cercò nel solito barattolo, al posto dell'erba, si trovò davanti ad una pistola nascosta. Rimase a fissarla per un po' prima di sentire lo scatto della porta d'entrata. La rimise a posto il più velocemente possibile e cercò di defilarsi in camera per uscire dalla finestra ed andare a scuola.

Purtroppo non fu abbastanza veloce e Roberto lo riprese per il fatto che non fosse mai a casa e la chiamata da scuola. Si beccò anche un paio di pugni perché il bastardo presumeva che non gli portasse minimamente rispetto.

- Stribog! – Lo strillo della Prof lo riportò alla realtà presente provocandogli una fitta alla testa.

Era la terza ora di un lunedì mattina e si era beccato una strigliata a causa del mancato compito per via di quello che era successo all'acquario.

- Mi stai ascoltando?! – La prof era davvero incazzata, ma tutta la sua furia era niente in confronto a quella di Roberto, per tanto, le era indifferente.

- Sì. – Rispose a monotono.

Alcuni suoi compagni ridacchiarono davanti alla scena ed era sicuro che pure la Rebora lo stesse facendo. Probabilmente, anche Zahra si era unita alle risate, perché non avrebbe dovuto farlo? Era pur sempre un idiota per tutti in quella classe di debosciati.

La campanella della ricreazione suonò facendo alzare tutti dalle proprie sedie; cercando di seguire a ruota il flusso della gente che si riversava verso il corridoio venne fermato dalla Prof intenzionata a parlargli.

- Stribog, si può sapere cosa ti passa per la testa? Quest'anno hai la maturità ma non mi sembra che t'importi più di tanto, in più credevo che avessi smesso con questo tipo di atteggiamenti e che, almeno quest'anno, ti fossi calmato almeno un poco. – La donna fece una pausa sospirando pesantemente, era un discorso che aveva sentito tante volte; Ora l'avrebbe ammonito in qualche modo e poi sarebbe andato tutto nel dimenticatoio.

- Ed ora, dopo aver rischiato di nuocere gravemente ad una tua compagna ed aver sfiorato una denuncia, oltre che una sospensione, continui imperterrito a comportarti come uno strafottente e non sei disposto nemmeno a fare un semplice compito per punizione. Devi sentirti incredibilmente furbo! –

Andrew non rispose alla provocazione, sapeva che doveva solo stringere i denti e cercare di andare avanti. Inoltre, aveva quell' appuntamento in terrazza con Zahra e la Rebora, doveva sbrigarsi; per nulla al mondo si sarebbe perso la faccia della ragazza mentre lo vedeva uscire dalla porta antincendio.

- Per tutti questi anni te la sei cavata per il rotto della cuffia ma, sta volta, stai seriamente mettendo a rischio la tua vita. Quali sono i tuoi piani? Cosa ne pensano i tuoi genitori? – Non rispose nemmeno, sapeva che non voleva una risposta ma solo parlare.

- So che non dev'essere mai stato facile per te, con la tua famiglia e tutti i tuoi problemi, eppure te la sei sempre cavata in qualche modo. Non sei un ragazzo stupido, ma mi costringi a darti un altro tipo di punizione; se continui così non ti faremmo accedere alla maturità e dovrai ripetere l'anno. –

L'ultima epopea - La vittoria di VenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora