All'uscita della scuola gli studenti salirono sull' autobus mentre l'insegnante, insieme ad un altro professore, faceva l'appello. Erica si posizionò sul posto più vicino al finestrino aspettandosi di vedere Francesca seguirla ma, preferì un posto accanto al conducente per via del mal d'auto.
Si preparò ad isolarsi con la sua musica per tutto il viaggio.
Dal punto in cui si era seduta poteva vedere che un'ultima persona, arrivata in ritardo, stava salendo e sbiancò quando si rese conto di chi era;
Andrew, quel fottutissimo bastardo di Andrew.
Il tizio che insieme a Lara l'aveva tormentata per tutti quegli anni e che, sfortunatamente per Erica, non era mai stato bocciato. Ed ora, lo stronzo si sarebbe seduto accanto a lei visto che non c'era più un solo posto libero sull'intero autobus.
Va bene, calma. Doveva solamente stare tranquilla ed ignorarlo come sempre e sarebbe andato tutto bene. Mise le cuffie facendo partire la musica, non voleva nemmeno sentire un possibile saluto, e così, fece finta di avere gli occhi chiusi.
Lara era gestibile, era solo un ammasso di parole fredde e stupide, mentre Andrew era una specie di mina vagante; Il più delle volte finiva tutto nel giro di qualche battuta tagliente, ma se la situazione prendeva una brutta piega, poteva finire in una lite violenta con tanto di calci e pugni.
E sinceramente voleva evitarlo.
Così, quando sentì il peso di qualcuno che cadeva sul sedile accanto al suo, non fece nulla e nemmeno si voltò. Non accadde niente e sicuramente tutto sarebbe andato per il meglio, lo sentì muoversi e dopo un po' non avvertì più nulla. Si concesse di aprire un occhio per controllare:
Andrew aveva un cappellino con visiera che gli copriva gli occhi ,indossava una felpa e dei Jeans che trasudavano odore di terriccio con qualche macchia sporadica. Aveva le mani incrociate ed era spaparanzato sul sedile come se stesse cercando di addormentarsi.
Erica represse una faccia di disgusto.
La ignorava bellamente e per lei fu un sollievo.
Durante tutto il tragitto sentì, nonostante la musica, il russare del ragazzo. Cercò di distrarsi osservando lo scenario che le si presentava al di là del finestrino; una città immersa nel suo traffico mattutino che risuonava di clacson e gente arrabbiata.
Sentì il cellulare vibrare e diede un'occhiata alla notifica; era un'immagine arrivatagli tramite Bluetooth ed aprendola vide quello che era una mano maschile che si strizzava il pacco coperto dai pantaloni.
Sospirò alzando gli occhi al cielo e si voltò verso Andrew convinta più che mai che stesse solo facendo finta di dormire.
Lo guardò e, nel momento stesso in cui vide quel sorrisetto irritante fare capolino da sotto la visiera, ebbe la certezza che lo stronzo del messaggio era lui.
- Non c'è nulla di divertente. – Commentò lei. – Non hai niente di meglio da fare? Tipo pulirti quei pantaloni? –
Per tutta risposta l'altro ridacchiò e tirò fuori la lingua e lei rotò gli occhi.
Chiuse il Bluetooth e si lasciò trasportare in un'altra dimensione ignorando completamente il ragazzo.
Qualche tempo dopo,arrivarono alla loro destinazione . Andrew gli lanciò le sue solite occhiate derisorie e si unì al resto della sua combriccola di coglioni. Erica fu grata di ricongiungersi con Francesca ed il resto delle ragazze della classe mentre entravano nell' acquario.
- Ci siete tutti? Bene! Stribog! Non fammi pentire di averti fatto salire! – La Professoressa riprese i quattro imbecilli che stavano creando solo un po' di casino. Andrew non disse niente ed alzò le mani in segno di resa anche se il suo sorrisetto continuava a rimanergli stampato sul volto.
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L'ultima epopea - La vittoria di Venere
Fantezie[In revisione perpetua] Erica Nerida Rebora ha 17 anni e tutta la vita davanti; Ama la musica, la biologia ed in particolare la fotografia. Prende buoni voti a scuola è coscienziosa, eppure, sente che qualcosa non va nella sua vita. Da tempo percep...