3. There's your coffee cup

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Lizzy mi guarda con gli occhi spalancati.

-è lui?!- dice sottovoce la mia amica. Annuisco. Anche perché non ho parole da poter usare in questo momento.

-Walter, scusa il disturbo, ma tu sai qualcosa di quel tipo?- chiede lei curiosa. Ovviamente è la solita impicciona quando si tratta di ragazzi.

Il ragazzo ci guarda un po interdetto mai poi risponde alla domanda.

-lui si chiama Jackson Bull, è un giovane e aspirante pugile a livello internazionale. Ma a parte ciò non girano belle voci su di lui- Pronuncia l'ultima frase abbassando il tono della voce. Nonostante ciò riesco a sentire il suo ultimo commento e devo dissentire perché nel momento del bisogno ammetto di essermi sentita al sicuro con lui a guardarmi da dietro le spalle.

Sento il gong della campana di inizio incontro e i due ragazzi iniziano a boxare.

Vedo il moro sferrare un gancio destro in pieno volto al suo avversario, inizia a sgorgargli sangue dal naso e da quel momento decido che il resto dell'incontro evito di vederlo. Io voglio curare la gente, non vedere l'atto in cui si fanno male.

Prendo il cellulare e il resto dell'incontro lo passo su instagram a visualizzare, o meglio, stalkerare il profilo di Jackson, nel mentre, accanto a me la gente esulta e festeggia per il futuro vincitore del match. Ammetto che un pò tutte quelle urla stuzzicano la mia curiosità, ma lo schifo per la violenza prende il sopravvento di me stessa e rimango concentrata sulla mia sessione intensa di stalking.

Passano 36 minuti e finalmente il match finisce. Alzo la testa per vedere il vincitore e noto che le facce dei lottatori sono abbastanza discutibili. Sono pieni di lividi, sangue e segni rossi. Non capirò mai il perché bisogna farsi picchiare per sport...

"E il vincitore è... Jackson Bull!" un'ondata di persone si alza per festeggiare e sento che anche Walter esulta per la vittoria facendomi fare un salto sul posto per lo spavento.

-Menomale, ci avevo scommesso un bel centone su di lui- esclama il nostro autista. La parte malvagia di me invece sperava che quel bruttone perdesse i suoi soldi, non so per quale motivo ma a me questo ragazzo non piace proprio e mi invia solo delle grandi bad vibes.

Mi avvicino a Lizzy e le chiedo di alzarci a fare un giro, lei accetta e la prendo a braccetto.

-Devi per caso dirmi qualcosa?- inizio a farle il terzo grado, anche se so già la risposta che mi arriverà.

-No, perché ?- fa l'innocentina... come se io non la conoscessi da una vita e non sapessi di cosa è capace a fare.

-Lizzy, te lo mangi con gli occhi, non negare che tra voi due non ci sia nulla-

-E va bene, è così evidente? Speravo di concludere qualcosa questa sera...-

-Come scusa?! Ci sono io a casa tua questa sera, non farete mica cosa vicino a me- le faccio la mia miglior faccia schifata. Si mette a ridere per la mia espressione e continuiamo a camminare verso il bar.

Sia chiaro, non sono una bigotta... ma anche se non sento i rumori ambigui della mia migliore amica che si diverte in momenti che dovrebbero rimanere intimi, sono felice lo stesso. Anche perché a raccontare non tralascia alcun dettaglio e quindi mi rivivrei la scena due volte.

-ovviamente niente sesso dato che ci sei te, però un limone c'e lo possiamo anche tirare, sai com'è...- dice lei. Così si ragiona. Le sorrido e ci sediamo al bancone del bar.

Ordiniamo i nostri drink e decidiamo di fare la solita stupida sfida di berlo a goccia.

-Mi si sta congelando il cervello da quanto è freddo- esclama la mia amica finendolo. Scoppio a ridere. Tutte le volte capita così, o a me o a lei si congela il cervello, anche se solitamente vince lei perché io mi soffermo a masticare la cannuccia.

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