24. Dancing through our house

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Uno stupido spiraglio di luce entra dalla finestra e colpisce ininterrottamente i miei occhi, quindi mi costringo a svegliarmi contro voglia. Cerco di mettere a fuoco il tutto ma con fatica.
Con la mano destra tasto la superficie sotto di me, ma trovo solo della pelle... aspetta cosa?! Pelle?!
Riesco finalmente a vedere nitidamente e mi rendo conto di aver usato il petto di Jackson come cuscino, cerco di non farmi prendere dal panico e di riordinare tutte le mie idee. Faccio una mappa mentale di ciò che è avvenuto la scorsa notte ricordandomi l'accaduto e il perchè io mi possa trovare in questa situazione.
Okay Abby, niente panico, hai solo fatto sesso con l'ultima persona con cui dovevi farlo, nessun problema...
Cerco di muovermi cautamente per cercare di non svegliare la bella addormentata sotto di me.
Faccio per alzarmi quando la sua mano mi prende la testa e me la sbatte contro il suo petto di nuovo, iniziando tra l'altro ad accarezzarmi i capelli.
Mi sento tremendamente in imbarazzo.
Provo a sgusciare via dalla sua presa e ci riesco senza svegliarlo, o così credo, perchè quando mi spoglio per rimettermi i vestiti della sera precedente non tarda ad arrivare il suo commento.
-stai meglio così anziché vestita-
-non stavi dormendo tu?-
-hai detto bene, stavo... poi ti sei mossa come un elefante in una cristalleria e mi hai svegliato- gli rispondo nella maniera più educata che io conosca, con il dito medio.
-vedo che ti sei svegliata bene... se vuoi so come migliorarti la giornata- dice mentre si avvicina a gattoni in modo sensuale. Se non avessi una maledettissima voglia di uscire da questa casa ci farei volentieri un pensierino.
-piacerebbe più a te che a me- lo sfotto
-se sei convinta tu... non dicevi così ieri notte quando urlavi per il mio cazzo-
Arrossisco violentemente.
-che c'è, hai bisogno di una rinfrescatina Abby?- mi sussurra all'orecchio facendomi venire i brividi su tutto il corpo.
Mi allontano alla velocità della luce, non voglio cedere in tentazioni a quest'ora del mattino.
Guardo la sveglia che segna le 9.30 , il moro segue il mio sguardo e la sua espressione si incupisce.
-diamoci una mossa a prepararci- dice cambiando totalmente tono rispetto a quello utilizzato prima.
Annuisco e riprendo a vestirmi.
Jacskon si fionda in bagno e dopo cinque minuti buoni esce docciato e profumanto.
-in bagno c'è uno spazzolino in più, è uno di quelli usa e getta- mi informa mentre prende il cambio nell'armadio.
Annuisco alla sua informazione e mi chiudo a mia volta dentro il gabinetto nella sua stanza.
Arrivo davanti al lavandino, dove vedo che ha già posizionato lo spazzolino, gli spremo sopra il dentifricio e mi lavo, una volta sciacquati i denti passo alla faccia, cercando di struccarmi nella maniera più decente possibile.
Non me ne frega nulla se vado in università struccata, l'importante è arrivarci in università ora come ora.
Esco dal bagno e Jackson è già pronto per andare via. Il ragazzo non commenta la mia faccia stravolta e struccata e di ciò glie ne sono grata, anche se ammetto che non è da lui... mi fa molto strano, decido comunque di non preoccuparmene, ho altre cose più importanti da fare.
Scendiamo al piano di sotto e finalmente riesco a vedere la casa, grazie alla luce del giorno. È bianca, moderna e super curata. Probabilmente hanno la donna delle pulizie che viene a lavorare due/tre volte a settimana.
-andiamo- mi incita il ragazzo, e proprio quando apro la porta mi ritrovo davanti un uomo dai capelli brizzolati, che una volta avevano lo stesso colore di Jackson, ed una leggera barba curata.
Penso sia il padre di Jackson, hanno molto lineamenti simili, quindi è per forza lui, anche perchè che io sappia non ha fratelli.
Uno sguardo color ghiaccio mi penetra, mi sento in soggezione
-buongiorno- dico per cercare di alleggerire la tensione, ma l'uomo non dice nulla, mi passa di fianco dandomi anche una leggera spallata per farmi spostare.
Io rimangio di sasso, non so cosa fare, ne cosa dire, ho cercato di essere educata ma non è servito a nulla.
Jackson che è dietro di me fa un cenno con il capo in direzione dell'uomo che non lo degna nemmeno di uno sguardo per poi sparire in una porta più avanti nel corridoio.
Una volta chiusa la porta alle nostre spalle non riesco a trattenermi.
-vedo che la simpatia è di famiglia- però forse dovevo tenermi a freno la lingua perchè il colore verde degli occhi del moro si scurisce ed assume un'espressione irritata.
Il ragazzo mi accompagna fino alla mia vettura senza fiatare, io la apro ed entro dentro, faccio per salutarlo con un bacio sulla guancia quando lui a malapena mi guarda in faccia e pronuncia a bassa voce un "ciao" scocciato prima di chiudermi la portiera in faccia.
-ciao- dico mentre lui si dirige verso il suo garage.
Sono allibita, metto in moto la vettura e mi dirigo verso la mia facoltà.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 25 ⏰

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