20. To know things like love

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-ciao ragazzina-
-ciao Jackson-
Il ragazzo parte tra l'altro ad una discreta velocità.
-hai per caso delle tendenze suicide?-
Si gira verso di me con sguardo confuso
-stai cercando di ucciderti andando a questa velocità? Perchè se è così ti ricordo che ci sono anche io e ci tengo alla mia vita-
Il moro si mette a ridere alla mia affermazione, non capisco.
-lo so bene che ci sei anche tu- sento il suo sguardo puntato addosso, mentre io cerco di guardare la strada per evitare di scontrarmi con quegli occhi magnetici.
-ehm... grazie per essermi venuto a prendere- dico tremendamente in imbarazzo.
Finalmente sento che il suo sguardo si stacca da me così posso girarmi a guardarlo.
-di nulla- tronca la conversazione
Mi sento alquanto a disagio e quindi decido di concentrarmi sulla strada. Dopo un paio di chilometri mi rendo conto che la via che sta percorrendo è da tutt'altra parte della città rispetto a dove abito.
-scusa ill disturbo, ma dove stiamo andando?-
-in che senso?-
-nel senso che devo andare a casa?! A meno che tu non stia tentando di fare qualcosa di losco con me-
Jackson scoppia in una risata estremamente fragorosa è talmente inaspettata che mi fa sussultare.
Quindi questo ragazzo sa anche ridere.
-tu sei tutta matta-
-perchè?-
-perchè ti ho fatto il favore di non lasciarti in mezzo alla strada come una poco di buono, ma io ho degli impegni e non riesco a portare a casa la cocca di mamma e papà , quindi dovrai venire con me-
Prima che io possa replicare aggiunge - che ci piaccia o no-
Mi zittisco, ma il silenzio dura poco, perchè come al solito sono curiosa e voglio sapere dove cavolo mi sta portano mister simpatia.

-dove andiamo quindi?-
-lo vedrai tra poco-
-poco quanto?-
-tra poco-
-è una cosa illegale?-
-dipende- alle sue parole sbianco e lui deve essersi accorto di aver detto le parole giuste per farmi zittire.
Rimaniamo in silenzio di tomba per altri dieci minuti, quando vedo che si ferma in un parcheggio.
L'ansia mi assale.
-cosa siamo venuti a fare qui?-
-adesso vedi e non rompere-
-spacci? O per caso mi vuoi ammazzare? O forse traffichi illegalmente qualcosa?-
-stai zitta per un momento, ti ho detto che adesso lo vedi- dice slacciandosi la cintura ed esce dalla vettura.
Si sporge dentro il suo sportello.
-scendi o no?-
-non sono troppo convinta-

Il moro alza gli occhi al cielo, chiude il suo sportello e poi sparisce dietro la macchina. Apre il bagagliaio e sento che inizia a smanettare qualcosa li dentro. L'ansia mi sale ancora di più. Inizio a pensare alle peggio cose. I miei pensieri  si bloccano immediatamente quando sento che lo sportellone del baule si chiude. Automaticamente mi immobilizzo anche io. Una figura vestita di nero si affianca al mio sportello, la quale lo apre.
-dico sul serio, scendi o ti faccio scendere io con la forza-
Questa sembra proprio una minaccia bella e buona, i vari pensieri negativi tornano ad insinuarsi nella mia testa. Il ragazzo vede che non mi muovo, quindi entra con il busto dentro la macchina e mi passa davanti con il petto. Un odore intenso di tabacco mi inonda le narici, però sento che è mischiato a un profumo, riesco a riconoscerlo subito. È il Sauvage di Dior. Mi faccio talmente tanto inebriare da questo profumo che non faccio in tempo ad accorgermi che mi ha slacciato la cintura e che mi sta prendendo dal bacino, facendomi uscire dall'auto. Mi carica poi su una spalla come un sacco di patate.
Esco dallo stato di trance quando mi accorgo di ritrovarmi a testa in giu e l'unica cosa che vedo è il cemento e uno splendido culo atletico racchiuso in un paio di jeans neri. O cazzo.
-mettimi giù-
-non ti davi una mossa, se mi giuri che non scappi lo faccio-
-lo giuro- il ragazzo mi fa scendere dalla sua spalla e io cerco in tutti i modi di scappare, ma lui capisce le mie intenzioni e prima che io possa anche solo fare un passo mi ricarica in spalla.
-non è giusto però-
-ti avevo detto di non scappare-
-ma... tu sei pericoloso-
-ti assicuro che è più pericoloso andare a zonzo in questa zona vestita così, che stare vicino a me-
In conmpeso mi godo il panorama di due natiche pazzesche.
Sento che chiude la portiera della macchina e iniziamo ad incamminarci, o meglio lui cammina con me appesa alla sua spalla verso un edificio. Entriamo e finalmente mi mette a terra.

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