Capitolo 17 Conoscenze parte 1

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Lionel Richie Jr*

Era passata una settimana dall'inizio della scuola, un periodo carico di emozioni e aspettative per tutti gli studenti. Tuttavia, mentre il tempo scorreva, non potevo fare a meno di notare quanto fossero evidenti alcune manifestazioni della segregazione razziale ancora presenti nella società. Passò anche una settimana dall'ultimo evento organizzato per promuovere la consapevolezza e l'inclusione, come la proiezione del film "Maserotti", che affrontava temi di diversità, azione e convivenza armoniosa tra culture diverse.

Allo stesso modo, era trascorsa una settimana dalla visione dell'acclamato film latinoamericana che metteva in luce le sfide e i trionfi delle comunità latinoamericane, sottolineando l'importanza di comprendere le loro esperienze uniche.

Senza dimenticare, naturalmente, che durante quella settimana era avvenuto anche un evento significativo: il famoso discorso che avevo potuto tenere con i ragazzi nel caffè appena fuori dall'istituto. Durante quell'incontro informale, avevamo discusso apertamente delle ingiustizie legate alla segregazione razziale, riflettendo su come queste problematiche potessero ancora influenzare la vita quotidiana delle persone. Avevamo affrontato il concetto di "razzismo strutturale" e come esso potesse influire su opportunità educative, accesso al lavoro e trattamento equo nei diversi ambiti della società.

Le manifestazioni della segregazione razziale erano state evidenziate anche in piccoli dettagli: dalle relazioni interpersonali alle dinamiche di potere. Era fondamentale continuare ad affrontare queste questioni in modo aperto e onesto, affinché la società potesse compiere passi significativi verso una maggiore inclusione e uguaglianza.

Quella settimana aveva confermato che, nonostante i progressi compiuti, c'era ancora molto lavoro da fare per superare le barriere della segregazione razziale e costruire un futuro più giusto e rispettoso per tutti.

Durante quella stessa settimana, le attività scolastiche si svolsero in maniera consueta, coinvolgendo quasi tutti i docenti. La routine comprendeva lezioni frontali con la presentazione di nuovi contenuti e occasionali verifiche per valutare il livello di comprensione degli studenti. Tuttavia, questa ripetitività stava iniziando a pesare su di me. Affrontare le stesse dinamiche ora dopo ora mi stava esaurendo, e la pressione dei voti ottenuti nelle verifiche che andavano a influenzare la mia media non faceva che aumentare la tensione.

In aggiunta agli aspetti accademici, in quella settimana notai che continuavo a incrociare la stessa ragazza che avevo visto qualche giorno prima, sempre circondata dai suoi amici. Era inevitabile dato che frequentavamo la stessa scuola, ma la sua presenza non smetteva di catturare la mia attenzione.

Sentivo una crescente curiosità nel conoscerla meglio, ma al contempo avevo timore di risultare invadente, soprattutto dopo il modo in cui mi ero comportato quando aveva teso la mano durante uno dei recenti incontri che avevamo avuto, proprio il giorno prima dell'undici settembre, durante le sessioni di revisione. La mia incertezza nel rispondere al suo gesto aveva generato un senso di imbarazzo che ancora mi turbava.

Nonostante queste esitazioni, la ragazza continuava a esercitare su di me un fascino sempre più intrigante. Avevo memorizzato il suo nome, ma associarlo a un eventuale cognome rimaneva un mistero irrisolto.

Nel corso della settimana dedicata alle presentazioni e alle conoscenze, avevo atteso inutilmente che pronunciasse il suo cognome, ma sembrava essere un dettaglio che lei non riteneva necessario condividere. Questo mi faceva sentire un po' smarrito e incapace di cogliere ogni sfumatura di questa situazione.

Decisi quindi di concentrarmi sulle mie responsabilità accademiche e mi ritrovai nella biblioteca da un paio d'ore, immerso in una ricerca di francese che trattava un argomento che non mi suscitava alcun interesse: il Rinascimento. Mentre sfogliavo le pagine e cercavo di trovare un minimo di interesse in quel periodo storico, il pensiero di Carolina Lewinsky tornò prepotentemente nella mia mente.

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