Capitolo 37 La festa del ringraziamento parte 3

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Samantha Jackson

28 novembre 1957

Dopo oltre dieci ore di viaggio, finalmente scorgemmo il centro città di Tuskegee. Brandon decise di fare una breve sosta davanti a un bar chiamato 'The Tuskegee Bar Center' per chiamare suo fratello, mentre io approfittavo per sgranchirmi le gambe e parlare con mia madre al telefono.

"Dai, mamma, tranquilla, sono solo le due e mezza; arriveremo prima di cena, te lo prometto," rassicurai mia madre.

Poi, rivolgendomi a Brandon, aggiunsi: "Sto solo aspettando il fratello del mio collega, poi ripartiamo."

Fermatosi di colpo, notai un giovane ragazzo mulatto con due tatuaggi appena visibili sulla mano destra, molto più giovane e minuto rispetto a Brandon. Non mi ispirò particolare fiducia, sembrava avere al massimo 17 anni.

"Mamma, ora dobbiamo riprendere la strada... Ti richiamo appena arrivo davanti al portone di casa," dissi, ricevendo un monito materno: "Con George, mi raccomando... Voglio sapere chi è questo ragazzo che si diverte con mia figlia Sara."

"Va bene mamma, a fra poco," risposi, riattaccando e rivolgendo la mia attenzione a Brandon e a quello che presumibilmente era suo fratello.

"Cara, ti presento George Rickwood... Guardia del corpo in tirocinio di Prince. E George, ti presento Samantha Jackson, la mia collega," presentò Brandon quando mi avvicinai con timore.

"La sorella più giovane di Emilia, giusto?" Replicò George, ricevendo un umile conferma da parte mia.

"È un piacere incontrare una sua parente," disse lui, visibilmente intimidito.

Durante le ultime ore di viaggio, oltre a interrogare George, mandai spesso messaggi a Sara, anche nota come Emilia, per ottenere la sua versione della storia.

Purtroppo, alcune discrepanze emersero tra le loro testimonianze, dalla durata della relazione alla data del primo incontro, senza dimenticare il progetto di matrimonio. Mia sorella affermava di stare con lui da sei mesi e che non aveva alcuna intenzione di sposarlo, svelando anche che stava solo usando George per scopi personali che non voleva condividere al momento.

"Mi dispiace dirtelo, George, ma credo che tu debba cercare qualcuno di più serio di mia sorella," gli dissi dopo le risposte di Sara tramite messaggi.

"Ma l'amo e non credo di poter provare la stessa cosa per qualcun altro," rispose lui.

"È la tua seconda cotta giovanile, George. Tre anni fa hai rifatto la tua vita con la tua prima ragazza, e niente..." Iniziò Brandon, interrotto dal fratello.

"Mi impedisce di poter andare avanti anche senza Sara... Sono consapevole di tutto questo, ma sembra che tu non sia mai stato VERAMENTE innamorato."

"Il vero amore è ben diverso dalle cotte giovanili," dissi all'unisono con Brandon, pensando a Lionel Junior*.

Dannazione, chi l'avrebbe mai detto che quel ragazzo mi sarebbe mancato così tanto in quel periodo di tirocinio.

"Dovresti ascoltare Samantha, sembra saperne meglio di te," incalzò infine Brandon, riportandomi alla realtà.

"Non ne so davvero niente... È una cosa che ho sempre sentito dire," dissi a mia difesa rimettendomi composta.

*******

Ero appena giunta davanti al portone quando avevo inviato l'ultimo messaggio a mia sorella. Stavo svuotando la macchina con i due ragazzi con cui ero, mentre gli ultimi ospiti di quel giorno stavano arrivando.

Tra una cosa e l'altra, notai che Brandon non smetteva mai di guardarmi, d'altronde nemmeno io smettevo di farlo, anche se la mia mente era altrove quando chiamai mia madre. La ragione per cui Brandon e suo fratello erano dai miei per il Giorno del Ringraziamento era perché i loro genitori, Jordan Rickwood e Cassidy, erano stati invitati dai miei per questioni di lavoro.

Una volta entrata in casa con i due ospiti, fui accolta da tutti i miei cuginetti, e, a mia grandissima sorpresa, c'era anche Lionel Junior* e la sua famiglia. In soli due mesi, questo ragazzo era cambiato fisicamente in modo significativo, e non mi aspettavo di rivederlo così presto.

Rispetto all'ultima volta che lo vidi, era diventato un po' più sportivo e molto più abbronzato, senza contare che si era tagliato i capelli. In quel momento, i suoi occhi color nocciola mi sembravano particolarmente carini accostati alla sua carnagione olivastra.

"Ti ricordi che doveva venire anche lui, giusto?" Mi incalzò mio padre, che venne a salutarmi vedendo che ero sorpresa nel vedere quel ragazzo seduto a fissarmi insieme a suo fratello e al suo amico Eddie.

"Certo che mi ricordo... E mi fa piacere vederlo qui," dissi, fingendo di ricordare, mentre cercavo di combattere ciò che il mio cuore mi sussurrava da qualche minuto ormai.

Le prime ore le passammo a chiacchierare, facendo conoscenza e poi ci sedemmo a tavola una volta che mi ero data una rinfrescata, continuando a discutere tutti gli argomenti che erano emersi. In quel momento, mi rendevo conto di sviluppare un interesse reale per Lionel Richie Jr.*, ma contemporaneamente volevo dare a Brandon un'opportunità per una possibile relazione. Non sapevo se ascoltare il cuore o la ragione.

Stavo cercando di evitare di comportarmi come Sara nei confronti di George, evitando di farlo illudere che avremmo potuto arrivare lontano, quando sapevo di essere innamorata di qualcun altro. Ammettere di essere innamorata di Lionel Jr.* era difficile, ero troppo orgogliosa, senza contare che provenivamo da mondi diversi.

"Falli stare zitti, per favore," mi disse Jessica, che era accanto a me, sussurrando appena.

"Ehm, certo..." Risposi in mia discolpa, cambiando argomento e smettendo di guardare Brandon, che si trovava non molto distante da Lionel*.

"Come va con Tina Turner*?" Le chiesi, prendendo una bottiglia d'acqua con l'intenzione di servirmi.

"Va molto bene, grazie. Probabilmente firmerò un contratto con lei per gli ultimi due anni e sei mesi di scuola," rispose lei, sussurrando per non attirare l'attenzione.

"Ah, complimenti!" Replicai io, dirigendo subito la mia attenzione su Lionel Junior*, che stava guardando nella mia direzione mentre parlava con uno dei suoi fratelli di una ragazza in particolare. Non riuscivo a leggere i loro labiali dato che parlavano in spagnolo, lingua che non capivo affatto o meglio che rifiutavo di capire.

"Non dirmi che ti interessa ancora?" Mi chiese Jessica, guardandolo anche lei.

"Temo di sì, e non so cosa fare," risposi cercando di nascondere i miei sentimenti il più possibile.

"Quando torneremo a scuola, potresti sempre parlargli, sai?" Mi suggerì lei. La sua proposta ricevette solo uno sguardo minaccioso da parte mia.

"Come non detto..." Disse lei, alzando appena le mani al cielo. "E le cose con Diana Ross*?" Chiese infine.

"Vanno bene, come te. Molto probabilmente firmerò un contratto con lei per i prossimi due anni e sei mesi scolastici," replicai, continuando a mangiare mentre intorno a noi si discuteva di riprese di film, spettacoli di fine anno, le carriere dei figli Richie* e Jackson, senza dimenticare Eddie Murphy e suo fratello, presenti con i rispettivi genitori.

I'm Falling In Love With YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora