Capitolo 40 Tuskegee High School parte 1

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Carolina Lewinsky

Il 7 luglio del 1960 segnò la conclusione del terzo anno scolastico, un momento di festeggiamenti per il diploma e la chiusura ufficiale di tre anni intensi di alti e bassi nella scuola, che aveva rappresentato il palcoscenico della vita. Riflettevo sul passato, ricordando la relazione dell'anno precedente con un giovane attore. Nell'atmosfera festosa, lui si unì agli altri per celebrare il traguardo, mentre io intrecciavo una conversazione con Elena, una compagna di classe.

Mentre l'euforia riempiva l'aria, riflettevo sulla nuova fase della mia vita, consapevole che il passato influenzava il presente. Elena sorrise durante il brindisi al termine degli studi. "È incredibile quanto sia volato il tempo, vero?" Disse con malinconia.

"Già," risposi, "sembra ieri che eravamo qui per la prima volta. Ora salutiamo tutto questo." L'atmosfera era allegra, ma c'era un'ombra di nostalgia negli occhi di chi stava per intraprendere nuovi percorsi.

Improvvisamente, l'attore con cui avevo una relazione si fece sentire. "Sembra che tu e io abbiamo saltato la parte più noiosa della cerimonia," disse con un sorriso giocoso.

Mi voltai e lo trovai lì, elegante e divertito. "È vero," risposi ridendo, "ma forse abbiamo guadagnato qualcosa in più."

"Chissà, forse sì," disse lui, "ma ora è tempo di guardare avanti. Che ne dici di festeggiare questa nuova fase da celebrità?"

Guardai intorno, tra il brusio della festa e le risate degli amici. "Mi sembra un'ottima idea," risposi, sollevando il bicchiere per un altro brindisi, questa volta al futuro incerto ma pieno di promesse.

In tutto questo, nonostante i festeggiamenti, pensavo di porre fine a una relazione di due anni, seguita alla serie 'The collage roommates'. Mio padre vedeva in questa relazione un modo per farmi conoscere meglio dal pubblico americano tramite Lionel Jr. * Per quanto riguarda il mio compagno, cercava visibilità nel pubblico russo.

Nonostante i sentimenti che iniziavo a provare, sapevo che non era la stessa cosa per lui. Dopo il brindisi con Lionel*, decisi di parlare con mio padre della situazione. Mi avvicinai timidamente verso mio padre che stava con uno dei suoi collaboratori e gli sussurrai un leggero "Papà, c'è qualcosa di importante che devo dirti."

"Oh, figlia mia, cosa c'è che non va? Sembri preoccupata." Mi rispose lui smettendo di fare quello che faceva con quel collaboratore di nome Francesco Shelton.

"Sì, è che... Beh, devo dirti che sto pensando di mettere fine alla mia relazione con Lionel*." Gli risposi grattandomi leggermente il braccio per paura della sua reazione. A questa mia risposta ci allontanammo ancora di più mentre intorno a noi tutti, fra cui Lionel* stesso, continuavano i festeggiamenti fino all'esterno del teatro scolastico.

Mio padre un po' sorpreso da ciò che avevo appena detto marcò qualche minuto di silenzio questione di realizzare la cosa e mi rispose con un: "Oh, davvero? Ma perché? Pensavo che steste bene insieme." A credere che non sapesse la natura di quella relazione.

"In realtà, papà, è complicato. Sì, all'inizio sembrava un'ottima idea, una sorta di collaborazione tra noi due per ottenere visibilità in pubblici diversi. Ma ora, dopo due anni, sento che la mia relazione con lui è diventata più una strategia di marketing che una vera connessione."

"Capisco, cara. E cosa ne pensa Lionel* di tutto ciò?" Riflette mio padre appoggiandosi contro il muretto dietro di lui in quel vasto giardino della scuola.

"Penso che per lui sia diverso. Credo che cerchi principalmente visibilità in Russia attraverso di me, ma non so se prova gli stessi sentimenti che ho io. Sapendo che alla base ho sempre avuto sentimenti per Michael Jackson da quando l'ho visto, contrariamente a questa stupida cotta che ho iniziato ad avere per Lionel* soltanto due mesi fa con esattezza." Risposi secca di tutto ciò e sapevo benissimo che mio padre non avrebbe mai tollerato avere un artista totalmente nero in famiglia.

"È una decisione difficile da prendere. Ma se senti che la relazione non è autentica, forse è meglio porre fine a tutto. Ma non voglio vederti nei paraggi di quell'altro ragazzo." Mi incalzò lui preoccupato.

"Proprio quello che stavo pensando. Michael Jackson o meno, voglio concentrarmi su cose genuine, sia nella vita personale che professionale."

A questa mia risposta sorrise appena. "Hai il mio sostegno, Carolina. La tua felicità è la cosa più importante. Parlerò anche con Brockman Sr. * in giornata e cercheremo di gestire la situazione nel modo migliore per tutti."

"Grazie, papà. Significa molto per me. Spero che capirà."

"Sono sicuro che capirà. Ora, concentrati su quello che è davvero importante per te. Siamo qui per sostenerti." Mi disse infine prendendomi nelle sue braccia, ma in fondo sapevo che avrebbe fatto di tutto per non farmi iniziare una relazione con Jackson perché eravamo di due ranghi economicamente diversi all'infuori del colore della pelle, ma avrebbe fatto di tutto per farmi stare con un Richie* a tutti i costi e su questo ultimo punto mi dovevo di essere più furba di lui.

Dopo aver ascoltato il discorso emozionante e aver scambiato un abbraccio commovente con mio padre, espressi la mia gratitudine e mi preparai a comporre una lettera di commiato destinata a Lionel*. Avevo deciso di optare per questa via, poiché non possedevo il coraggio necessario per affrontarlo direttamente. Nonostante le apparenze pubbliche, Lionel* riusciva spesso a incutermi timore nei momenti privati, un lato di lui che andava al di là di ciò che poteva apparire agli occhi degli altri.

I'm Falling In Love With YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora