Capitolo 22 Un nuovo inizio parte 2

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Lionel Richie Jr*

12 settembre 1957

Erano le sette e mezza del mattino quando mi svegliai nella stanza 305 del campus, insieme alle tre persone con cui condividevo lo spazio. Ci stavamo preparando per la prima lezione del giorno secondo il nuovo orario scolastico: francese.

"Buongiorno ragazzi, come state?" Chiesi appena uscito da uno dei bagni, attirando l'attenzione di coloro che erano occupati in conversazioni a quanto pare seri.

"Buongiorno caro... Bene, grazie a te?" Mi risposero mentre finivano di preparare le loro cose.

"Bene, grazie," dissi, prendendo un libro di francese dalla scrivania, insieme ai miei appunti e al copione di 'Romeo e Giulietta'.

Dato la leggerezza di quel giorno, indossavo un paio di jeans neri e una maglietta bianca a maniche corte, accompagnati da una felpa nera e un parka dello stesso colore. Le scarpe da ginnastica bianche completavano il mio look casual.

Una volta preso tutto il necessario, ci dirigemmo verso la caffetteria, il luogo di incontro degli studenti.

"Allora, oggi te la senti di ripassare con noi e le ragazze per il compito di francese?" Chiese Bruce, facendoci strada verso la caffetteria.

"Volentieri... A condizione che vogliano di me," replicai, sorprendendo Michael ed Eddie.

"E a cosa dobbiamo questo cambiamento, Lionel*?" Chiesero entrambi, studiandomi attentamente.

"Alla mia volontà di... Cambiare un po' le mie abitudini. E poi, che cosa c'è di male?" Risposi, guardando in direzione di Samantha, la meraviglia che si trovava a qualche tavolo dal bar.

"Assolutamente niente..." Disse Bruce.

"Solo che fino alla settimana scorsa tenevi un discorso totalmente diverso," replicò Bruce, insieme a Michael ed Eddie.

"Le persone finiscono per cambiare," risposi, riportando la mia attenzione su Samantha, mentre i ragazzi si guardarono confusi.

"Sicuro di non cambiare a causa sua?" Mi incalzò Michael, su un tono molto tranquillo, cosa che sembrava strana da parte sua.

"E tutto quello che ha potuto dire in questi ultimi giorni sulle sue preferenze sul sesso opposto?" Disse sempre quest'ultimo con la stessa intonazione di voce che mi suonava di falso.

"Sì, sono sicuro," sorrisi appena, prendendo il caffè che mi ero fatto scolare qualche minuto prima. Una volta finito il nostro discorso, ci dirigemmo verso le ragazze, mentre tutto intorno a noi c'era l'effervescenza degli studenti impegnati nelle coreografie e nel copione per lo spettacolo, con alcuni che improvvisavano un mini concerto con la presenza di tutti i professori.

Quanto al mio rapporto con mio padre e i miei zii, cercavo al massimo di evitarli durante le pause pranzo. Quando ci vedevamo, c'erano saluti con dei cenni di testa da lontano, all'infuori di Miguel, che potevo incontrare tre volte a settimana.

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