Giorno 39

2.7K 288 78
                                    

Non appena cominciò ad avviarsi verso la stanza di Luke, il telefono fisso cominciò a squillare.

"Blaze, potresti rispondere?" la chiamò dalla sua camera, e lei rise.

"Cosa sono, la tua segretaria personale?" lo derise, alzandosi da divano e afferrando il telefono. La voce squillante di una donna cominciò a parlare immediatamente.

"Salve, sono Kim del Saint Vincent, e sto chiamando solo per confermare l'appuntamento di Lucas di domani alle cinque?" disse e Blaze si fermò.

Saint Vincent? Perché dovrebbero chiamare per Luke?

"Uh, sì. Sì, domani. E' perfetto" disse. Dopo aver chiuso, Blaze provò a controllare i suoi pensieri. Potrebbe essere solo un controllo di routine. Salì le scale e aprì la porta della stanza di Luke. Non appena varcò la soglia, egli sfilò la maglietta. "Attendi, piccola. Sono quasi pronto."

"Cosa andrai a fare al Saint Vincent domani?" domandò ed egli congelò.

"Voglio dire, è solo un controllo, giusto?" domandò ed egli sospirò.

"Blaze..." disse e Blaze potè sentire il suo cuore fermarsi.

"Luke, cosa succede?"

"Blaze, i-io ho il cancro" disse e Blaze lo fissò.

"Io non... cancro?" domandò e lui annuì, non incontrando il suo sguardo.

Blaze si sedette sul suo letto, guardando il pavimento. Dopo alcuni minuti, egli si sedette affianco a lei.

Sembrava come se fossero stati seduti lì per giorni in silenzio, forse erano ore, o forse anche minuti.

"Blaze, per favore dì qualcosa" la pregò.

"Perché non me l'hai detto?" domandò, la sua voce era piana e i suoi occhi erano immobili al pavimento.

"Non lo so" disse, afferrando la sua mano. Blaze non strinse la mano del ragazzo come faceva sempre. Lei non era ancora in grado di muoversi.

"Che tipo?" domandò finalmente, e lui strofinò le sue mani non appena parlò.

"Osteosarcoma di quarto grado"

"O mio Dio" singhiozzò, finalmente infrangendosi e lui pianse silenziosamente con Blaze.

I grandi singhiozzi di pianto le tormentarono il corpo, mentre le silenziose lacrime del ragazzo scendevano lungo il suo viso. La tenne stretta per quattro ore mentre lei piangeva, fino a quando Blaze finalmente divenne stanca e cadde nel sonno.

Luke si staccò dal suo corpo, scendendo le scale. Andò in cucina, incontrando sua madre.

"Va tutto bene? Ho sentito Blaze piangere" disse e Like rovistò all'interno del frigo.

"Gliel'ho detto" sospirò, e sua madre lo guardò.

"Finalmente?" domandò e lui annuì.

"L'ha presa meglio di come l'aspettassi. Bene, non è scappata, non ha urlato, perciò lo prendo come un buon segno" disse e sua madre annuì.

"Sono contenta che tu glielo abbia detto" disse.

"Perché doveva capitare proprio a me?" domandò, la sua corazza crollò e le lacrime cominciarono a scendergli lungo il suo volto.

Sua madre lo abbracciò forte mentre Luke piangeva, e le sue lacrime cadevano sulla testa della donna.

"Oh, tesoro. Le cose più brutte accadono alle persone migliori" disse e lui scosse il capo e scacciò via le lacrime.

Le sorrise debolmente prima di salire faticosamente le scale. Si stese sul letto abbracciando il corpo di Blaze.

"Posso venire con te domani?" domandò Blaze fissandolo.

"Sì" respirò "Sì, certamente."

Quello era il giorno in cui venne a conoscenza che Luke Hemmings sarebbe morto.

55 days with Luke Hemmings (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora