Past-1.

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18 Giugno 2019

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18 Giugno 2019

Uscire, quella sera, non lo entusiasmava per nulla, anzi, osservare il letto accanto a lui gli faceva venire solamente più voglia di buttarcisi a capofitto e non alzarsi fino al giorno dopo.

Ma Francesco che gli intimava di finire di darsi una sistemata lo portò alla realtà, ovvero quella dove lui non aveva scampo, e non c'era altra scelta se non quella di infilarsi le scarpe, aggiustarsi i capelli e uscire con persone di cui non sapeva minimamente l'esistenza, se non perché gli erano state nominate dal suo amico qualche momento prima.

«Fra' lo sai che non mi piace uscire con persone che non conosco...Poi volevo stare solo con te.»si lamentò il ragazzino biondo.

Non era poi tanto il tipo a cui piace stare con gente nuova, ma in particolare quella sera non voleva vedere nessuno, voleva semplicemente stare con il suo migliore amico e parlare di tutto e di niente girovagando per le viette della sua città, o mentre si rilassavano stesi a letto.

«Lo so Matti ma sono simpatici lo giuro, ti piaceranno.»disse il suo migliore amico.

Invece Francesco per loro due aveva altri piani, e questa cosa al biondo non piaceva, per niente.

«Andiamo, altrimenti facciamo tardi.»continuò il quindicenne.

Scesero da casa del biondo e dopo cinque minuti a piedi si trovarono nella piccola piazza del centro, e, dopo un paio di minuti vennero raggiunti da due ragazzi.

«Ciao Lu'.»disse il castano alzando la mano per salutare.

«Ciao Fra'.»rispose il ragazzo abbracciando il suo migliore amico.

Ma chi si credeva di essere quello per prendersi tutte quelle libertà ?

«Lui è l'amico di cui ti parlavo, Ale invece non è venuto, è in punizione perché quello scemo fa solo stronzate.»disse Luigi a Francesco.

Mattia spostò lo sguardo sull'altro ragazzo nuovo e in quel momento per lui non ci fu più nulla intorno a loro.

Non riuscì bene a capire cos'era quello che provava, sapeva solo che sentiva qualcosa dentro di sé che gli smuoveva lo stomaco.

In quell'esatto istante sentì come se il vuoto nello stomaco che perennemente lo inseguiva, venisse colmato da qualcosa che non riusciva ad identificare.

Qualcosa di nuovo. Qualcosa di grande. Qualcosa che gli fece paura.

«Sono Christian.»gli porse la mano il ragazzo moro, con un nome adesso, risvegliando il biondo che in quel momento ritornò alla realtà.

«Mattia.»gliela strinse in fretta e arrossì leggermente.

«Andiamo ?»domandò Fracesco risvegliando entrambi.

Si incamminarono tutti insieme verso una meta non definita, scambiandosi qualche domanda per conoscersi meglio e soprattutto per non rimanere in silenzio, come l'età, scoprendo di avere tutti quindici anni, tranne Luigi e Alessandro, che non aveva ancora conosciuto, che ne avevano compiuti già sedici.

«Ci fermiamo a prendere qualcosa da mangiare ?»domandò Francesco quando passarono davanti ad una rosticceria.

«Si ho una fame.»disse Luigi iniziando ad entrare.

Presero tutti un trancio di pizza tranne il moro che prese una semplice bottiglia d'acqua.

«Sicuro di non volere niente Christian ?»sussurrò Mattia al ragazzo accanto a sé.

«Si tranquillo, ho già mangiato a casa prima di uscire.»disse non molto serenamente.

«Okay...»

I ragazzi presero i loro vassoi d'asporto e si sedettero su un muretto poco distante da lì.

«Mi stanno chiamando, due minuti e torno.»Christian si allontanò un po' dai ragazzi, non così tanto da non poterlo vedere, ma neanche così poco in modo da poter sentire la sua conversazione.

Mangiò in silenzio osservando il ragazzo fare avanti e indietro mentre gli altri due scherzavano tra di loro. Quando finì si avvicinò a Christian.

«L'ho capito che non stai parlando davvero a telefono...»disse il biondo notando la falsa recitazione dell'altro.

«Beccato.»rispose il ragazzo posando il telefono in tasca.

Mattia cercò nelle sue tasche quel piccolo pacchetto di cartone e quando lo trovò estrasse una sigaretta e l'accese con il piccolo clipper bianco trasparente.

«Fumare fa male, io non lo farò mai.»

«Lo dicevo anch'io, dicono tutti così Christian.»rimasero in silenzio per un po'.

«Sei sicuro di non avere fame Christian ?»

«Si certo.»rispose mandando giù un sorso d'acqua.

«D'accordo.»rispose pensieroso iniziando a giocare con l'accendino.

«Posso vederlo ?»domandò timido il ragazzo e il biondo glielo porse.

«Me l'ha regalato tempo fa la mia migliore amica, Cosmary, lei non c'è più, è l'unica cosa che mi è rimasta. Lei era l'amore della mia vita. Oggi sono due anni che se n'è andata sai...»disse dopo attimi di silenzio.

«Oh, mi dispiace.»disse Christian mortificato, come se fosse quasi colpa sua.

La colpa non è sua, non è di Mattia, non è di Cosmary, non è di nessuno, la colpa è solamente delle scelte sbagliate.

«A me no, adesso può finalmente assaporare la pace, perché ci si dovrebbe dispiacere di questo ?»

«Io...Non lo so.»

«Scusa, parlo troppo.»

«A me piace ascoltare più che parlare.»rispose il moro.«L'amore della tua vita...Stavate insieme ?»chiese però dopo qualche minuto.

«Non proprio, era amore, questo è certo, ma non abbiamo avuto il tempo di capire se fosse platonico o se fosse amore quello vero.»

«Ora tu cosa pensi di quel sentimento ?»

«L'amore c'era, ma ancora oggi non so darmi una risposta.»

«Devo andare, è stato bello parlare con te.»disse il ragazzo moro dopo aver dato un occhiata al telefono.

«Ti accompagno, è tardi per girare soli.»disse Mattia.«Fra', accompagno lui a casa poi vado anch'io, ci sentiamo domani.»parlò ad alta voce nella direzione di Francesco. Lui alzò un pollice prima di tornare a parlare con Luigi.

«Andiamo.»disse per poi spegnere la sigaretta e lanciarla via.

«Devi guidarmi tu, non so dove abiti.»il ragazzo moro ridacchiò e a Mattia quel suono piacque tanto, forse troppo, molto più del dovuto.

«Non molto lontano da qui, pochi minuti e ci siamo.»camminarono in silenzio per nemmeno cinque minuti e al biondo sembrarono anche pochi.

Parlare con lui non era stato fastidioso, anzi, si sentiva più leggero. La presenza di Christian non gli dispiaceva per nulla, e non sapeva se questa era una cosa positiva o negativa.

«Eccomi, siamo arrivati, grazie mille, non dovevi.»

«È stato un piacere.»Mattia si avvicinò e gli lasciò un bacio sulla guancia.«Mi raccomando Christian, quando sali mangia qualcosa...Per ogni ragazzo che soffre è come se morisse una stella.»

fatemi sapere con un commentino che ne pensate.
alla prossima,
val 🌙

twitter @whosval_

cigarette post coffee, cigarette after sex [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora