Present-2.

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"Stanotte sa troppo di teE io non riesco a dormireE mi giro in un letto di spineNon ti chiamo, ma so cosa dire"

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"Stanotte sa troppo di te
E io non riesco a dormire
E mi giro in un letto di spine
Non ti chiamo, ma so cosa dire"

Agli incubi Mattia, ormai ci aveva fatto l'abitudine, quasi non lo toccavano più nel profondo dell'anima come succedeva un tempo.

Ma se poi si ritrovava davanti la sua Cosmary, i rumori, la scena, gli odori, le urla, le domande, il sangue, il dolore, non riusciva a farselo scendere come con una qualsiasi altra immagine.

Le mancava, ed era ovvio, ma in quel momento pensare a lei non avrebbe migliorato la sua situazione.

In passato aveva gestito la sofferenza che provava nei suoi confronti in una maniera poco matura, era stato davvero acido anche con le persone che gli volevano bene, aveva iniziato a deludere le persone, ed era tutto dettato dalla paura che in realtà covava in silenzio dentro di sé.

E se già il dolore che provava il suo animo in quel periodo era troppo da sopportare, pensare a quello che era successo e alle sue conseguenze non l'avrebbe per nulla aiutato.

Mattia si rigirava tra le coperte con l'intento di tornare a dormire per far smettere i suoi pensieri che lo torturavano.

Le coperte però non erano abbastanza confortevoli, il letto non abbastanza caldo, e di solitudine ce n'era fin troppa.

Avete presente il gioco del letto delle spine, delle rose e quello dell'amore ?

Ecco, a Mattia ora sembrava proprio di giacere nel primo. Non sentiva dolore fisico, ma quello che ora provava nella sua testa bastava per farglieli sentire entrambi, e il fatto che si rigirasse tra le coperte senza riuscire a chiudere occhio, come se ci fosse qualcosa ad infastidirlo continuamente, lo rendeva solo più irrequieto.

Aveva bisogno di qualcosa. O meglio, di qualcuno. E sapeva bene anche di chi.

Lui e Christian ormai dormivano quasi più insieme che separati, avendo la piena libertà grazie a casa sua sgombra di persone oppressanti. Quindi ritrovarsi senza le sue braccia a dargli sostegno, per il minore fu come un bel pugno in faccia.

Sentiva la necessità di ascoltare almeno la sua voce, di guardare i suoi occhi, di toccare le sue guance morbide, i capelli riccioluti, le punte delle dita che accarezzano la pelle l'un dell'altro.

Ma non poteva chiamarlo, non poteva e non voleva, doveva cavarsela da solo.

Nonostante sapesse benissimo quali parole usare per farlo precipitare da lui in due minuti esagerando, non lo cercò.

Si costrinse a concentrasi su tutt'altro per non pensare a quelle piccole ma enormi cose che gli strappavano il cuore dal petto.

Aveva bisogno di lui, ma non l'avrebbe chiamato.

Mandò un messaggio a qualcun'altro però, qualcuno che avrebbe potuto chiamare all'orario più improbabile, massaggiare nel momento meno opportuno, cercarlo per qualsiasi motivazione o anche senza un motivo ben preciso, e si sarebbe sempre messo a disposizione, ad aiutarlo.

Ci sei ?
04:57

Sempre.
04:59

Matteo era semplicemente questo, un finto stronzo ma con un cuore gigante.

fatemi sapere con un commentino che ne pensate.
alla prossima,
val 🌙

twitter @whosval_

cigarette post coffee, cigarette after sex [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora