Future-3.

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Il piccolo cucciolo di cane era stato preso, ma passare da quello alla proposta di matrimonio c'era voluto non poi così tanto

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Il piccolo cucciolo di cane era stato preso, ma passare da quello alla proposta di matrimonio c'era voluto non poi così tanto. Torniamo un attimino indietro.

Christian era a pezzi. Non sapeva più a chi chiedere rassicurazioni, ormai tutte le persone intorno a lui gli avevano ripetuto che il piano era perfetto, ma lui aveva ancora bisogno di farsi rasserenare.

Qual era il problema ? Aveva finito le persone, e il tempo.

Mancavano cinque minuti alla fine del turno di lavoro di Mattia, dieci minuti per arrivare a casa, un minuto in ascensore, ancora un mezzo minuto per accarezzare la piccola palla di pelo che trotterellava immediatamente alla porta al suo ritorno, e poi se lo sarebbe ritrovato in salotto.

E quei circa diciassette minuti passarono ancor più veloci del normale, quindi non riuscì nemmeno a chiamare qualcuno per un'ultima rassicurazione last minute.

Anche se, andava ammesso, aveva già abbastanza rotto le palle ai suoi e ai loro amici. Matteo se lo era portato dietro per scegliete l'anello, Alessandro lo aveva usato per decidere il come, dove e quando, i cantanti del gruppo invece erano stati scelti per il ruolo dei "smielati malinconici senza speranza che devono arricchire il mio lessico di parole dolci".

Appena sentì il cane iniziare ad avvicinarsi alla porta, udendo il suo padrone al di fuori, e la chiave girare nella toppa per poco non svenne lì sul divano.

Lo sentì salutare e coccolare il cucciolo prima di sfilarsi le scarpe e proseguire la camminata verso il salotto.

«Ciao amore.»lo salutò il ragazzo chinandosi per lasciargli un bacio a fior di labbra.

«Ciao piccolo.»il biondo si allontanò e guardò il volto del suo fidanzato.

«Che hai ? Sei strano. È successo qualcosa ?»

Le mani di Christian iniziarono a sudare ancor più di prima, la testa vorticava, l'ansia gli mangiava lo stomaco, aveva paura di sbagliare qualsiasi cosa, si era perfino dimenticato il discorso che si era preparato per giorni.

«Rimetti le scarpe, ti devo portare in un posto.»

Mattia rimase zitto, lo guardò immobile mentre lo osservava prendere le chiavi di casa e della macchina.

Era stranito, Christian non si era mai comportato in questo modo, ma decise comunque di fare quello che gli aveva detto, e appena pronto lo raggiunse alla porta trovandolo a tastarsi le tasche per controllare di aver preso tutto.

In macchina l'aria era silenziosa, si percepiva in modo chiaro l'essere teso dell'altro, e questa cosa lo preoccupava non poco.

«Mi dici che hai ? E soprattutto, mi dici dove stiamo andato ?»

cigarette post coffee, cigarette after sex [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora