Le carezze sul viso, le mani del suo fidanzato sul suo corpo, le lenzuola calde e confortevoli a coprire i loro corpi mezzi nudi, è così che amava svegliarsi Mattia, con l'amore della sua vita accanto.
Christian alle sue spalle prese a lasciargli baci delicati sulla spalla e la nuca.
«"Staccherei le labbra solo per baciarti ancora e ancora e ancora senza smettere finché mi dici:"ancora!".»sussurrò al suo orecchio conoscendo il suo fingere di dormire per continuare a reclamare carezze.
Teo Caraiman era un poeta un po' sconosciuto, Christian però, lo amava da morire. Si era imbattuto per caso in una libreria e aveva trovato una sua raccolta di poesie parecchi anni prima, quando era ancora solo un'adolescente, e da lì non aveva mai più smesso di amarlo, arrivando per fino ad imparare piccoli pezzi delle sue smielate opere. Dedicarle a Mattia negli anni era diventata solo una conseguenza.
Amava troppo quel ragazzo accanto a lui per non pensarlo costantemente, amava anche riempire di coccole e attenzioni il suo fidanzato, vederlo aprire piano gli occhi prima di socchiuderli per la luce accecante che colpisce le sue pupille delicate appena sveglio.
Era da giorni che ci pensava.
Lui viveva ancora con i suoi genitori, e il minuscolo appartamento del fidanzato era troppo piccolo per due persone. Gli ronzava in testa l'idea di prendere un appartamento tutto loro già da un po', e ora che entrambi avevano un lavoro stabile, una relazione con anni di amore alle spalle, il pensiero era diventato più forte e costante.
«A cosa pensi ?»la voce roca appena sveglia del suo fidanzato lo riscosse dai suoi pensieri.«Hai smesso all'improvviso di farmi le carezze è ovvio che tu stia pensando a qualcosa.»si spinse di più contro il petto del fidanzato e strofinò il viso sul braccio dell'altro steso sotto la sua testa, come un gattino che fa le fusa.
«Scusa amore mio.»riprese velocemente a regalare attenzioni al suo lui. Non si era nemmeno accorto di aver smesso troppo assorto nei suoi pensieri.
«Dimmi cosa ti turba occhi belli, non mi compri con le coccole.»non mollò la presa il biondo, che si girò tra le sue braccia e fissò gli occhi nei suoi.
«Non c'è nulla che mi turba, però è da un po' che pensavo ad una cosa.»il ragazzo lo guardò interrogativo.«Io ormai sono un vecchio e vivo ancora con i miei, tu vivi da solo, avevo pensato di trasferirmi qui, solo che questo posto è troppo piccolo per entrambi, e sopratutto per entrambi più qualcosa o qualcuno, in futuro. Quindi in questi giorni mi sono messo a guardare degli appartamenti...»
Mattia non disse niente per un po', si limitò a guardarlo in silenzio, e a Christian questa cosa non piaceva, ma rispettò i suoi tempi e stette in silenzio aspettando che il suo fidanzato si chiarisse le idee.
«Vuoi andare a vivere con me ?»mormorò il ragazzo.
«Amore...Mi sembra normale, solo l'idea di poter dire casa nostra mi fa impazzire.»
«E vorresti avere anche un bimbo nostro ?»disse con gli occhi pieni di lacrime, fin troppo emozionato dal sentirsi dire queste cose.
«Iniziamo prima con un cagnolino.»facendolo ridere mentre cercava di non piangere.«Poi in futuro, anche non troppo lontano, certo che voglio un bambino che gattona per tutta la casa.»
Mattia fece stendere sulla schiena il suo fidanzato, sedendosi poi sul suo addome prima di calarsi per riempirgli il volto di baci.
«Ti amo da morire.»mormorò il ragazzo.
«Ti amo anch'io.»rispose il moro.
Il minore si ributtò al fianco dell'altro senza mai smettere di guardarlo.
Una cosa che entrambi amavano dell'altro era proprio quello, lo sguardo che avevano quando si guardavano, o parlavano dell'altro, o ancora pensavano all'altro. Quegli occhi che ti urlavano amore, e sapere cosa c'era stato prima di poterlo urlare liberamente lo rendeva solo più potente, fermo, stabile.
«Mi fai vedere quelle che hai visto ?»disse il biondo posando il mento sul petto dell'altro.
Christian prese il telefono e lasciò scorrere il dito sulla foto di loro due ancora adolescenti per sbloccare il cellulare.
Mostrò al suo ragazzo varie case che in quei giorni aveva adocchiato e che l'avevano colpito, quale di più quale di meno. Dopo spense il cellulare e fissò gli occhi in quelli dell'altro che non si era mosso dal suo petto.
«Io so quanto per te sia difficile pensare di vivere senza Matteo al piano di sopra, però ho cercato tutti appartamenti non troppo lontani da qui in modo da averlo comunque vicino.»gli confessò intrecciando delicatamente con le dita le ciocche dei suoi capelli.«Lui ti ha aiutato in modo spropositato quando ne avevi bisogno e ti ha fatto da padre e da madre oltre che da fratello, è praticamente l'unica famiglia che ti è rimasta, io in primis non voglio saperti lontano da un pilastro così fondamentale per te.»
«Sai che potrei piangere solo al sentirti dire queste cose ?»mormorò l'altro con voce tremante.«E non tanto per Teo, anche quello sì, ma principalmente per il modo in cui tu riesci a capire ogni minimo dettaglio che potrebbe creare scompiglio nella mia testa.»
«Matti, ti amo da quando mi aiutavi con il cibo ed io ti baciavo le cicatrici per far sentire me in primis apposto con me stesso, come potrei dopo tutti questi anni non capirti e aiutarti.»
Mattia allungò il collo e lo baciò con trasporto poco prima che Christian si staccasse.
«Ce n'è una che non ti ho mostrato, non lo so ma appena l'ho vista qualcosa è scattato nella mia testa e mi ha fatto dire "è questa".»riprese il telefono e smanettò un attimo prima di girarlo verso il minore.
Per un attimo, un singolo istante notò una scintilla tagliare a metà gli occhi luccicanti del fidanzato.
«Si, è questa.»
Giorni dopo andarono a vederlo da vicino, e questo non poté che aumentare la loro sicurezza sulla scelta dell'appartamento. Era perfetto.
Girarono per le stanze mano nella mano, creando scenari immaginari nelle loro teste ambientati in ogni angolo della casa, pensando già alla disposizione che avrebbero potuto dare ai mobili, ai colori diversi da decidere per gli spazzolini, al lato del letto e quale anta dell'armadio sarebbe andata all'uno e quale all'altro.
«Già ci immagino a fare l'amore in questa stanza, e in questa casa, per la prima volta.»lo provocò il maggiore, mormorandogli all'orecchio queste parole, quando arrivarono in quella che sarebbe stata la camera da letto.
«Solo l'idea già mi eccita.»
(lo so sto aggiornando poco, perdonatemi)
fatemi sapere con un commentino che ne pensate.
alla prossima,
val 🌙(-3)
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cigarette post coffee, cigarette after sex [zenzonelli]
Romance𝐍𝐚𝐫𝐠𝐡𝐢𝐥𝐞-𝐏𝐞𝐭𝐞𝐫 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 In motorino faccio slalom tra le macchine Tu mi infili le tue mani nelle tasche La mia giacca prende sole, pioggia e brasche Questo vento balla con le foglie sparse Una cuffietta per uno sotto al casco C'è una...