3. you again?

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Venus's pov

Non posso credere di aver permesso a un uomo sconosciuto di toccarmi... Suppongo che sia proprio lui che ha visto le mie foto e mi ha scritto con quel numero sconosciuto.

Mi metto le mani nei capelli e cammino avanti e indietro. Non capisco davvero... Perché me? Voglio solo.. andare a fare un bagno rilassante.

Ho sbattuto fuori casa Sebastian, e non so se se ne sia andato davvero, ma lo spero.

Mi dirigo di sopra ancora tremante, cazzo mi tremano le gambe. Mi tengo alla ringhiera per non cadere.

Sebastian...Questo nome mi sa di criminale.. Non dovrei fidarmi di quell'uomo.

Una volta percorso le scale vado in bagno per riempire la vasca, chiudo le tapparelle, non si sa mai un maniaco potrebbe spiarmi.

Apro il getto d'acqua e il rumore cristallino rimbomba nella stanza, già questo basta per calmarmi un po'. Mi dirigo verso camera mia e prendo un pigiama con gli orsetti, la biancheria intima e le pantofole.

Devo alleviare i nervi. In qualche modo sfogarmi.

«Credevi che me ne fossi andato?» una voce maschile, roca, mi fa sussultare. Lo sapevo...

«Dovresti. Non ti voglio qui.» dico incazzata incrociando le braccia. Se ne sta lì, davanti a me appoggiato con una gamba al muro e le mani in tasca.

«Che topolino arrogante..Ti insegnerò io le buone maniere.»

«Peccato che io non voglia niente da te.»

«Pochi minuti fa non la pensavi così seduta sulle mie gambe e il mio cazzo che premeva sulla tua intimità.» arrossisco subito. Non sono abituata all'effetto che mi fa quest'uomo.

«Mi hai obbligato, ecco perché ero lì.»

«Peró ti è piaciuto.. Ammettilo ,𝓜on Chéri.» dice lui avvicinandosi un po' di più a me. Io indietreggio.

«Non dirò qualcosa che vuoi sentirti dire. Ora vattene.» mi sta già dando sui nervi e non ha detto nemmeno due parole. La sua sola presenza mi fa accartocciare il sistema nervoso.

Indietreggio fino a finire al muro, di nuovo. Questo scenario mi ricorda troppo una scena di un film.
Sebastian si posiziona davanti a me e mi accarezza la mascella con due dita. Tenendo lo sguardo saldo nel mio.

«Si può sapere cosa vuoi da me?!» sbotto.

«Voglio proprio te, Mon Chéri, forse ancora non l'hai capito.. Ma non ti lascerò andare. Quindi rassegnati a vedermi tutti i giorni.»

Questa notizia è come un macigno che mi cade sul petto fino a farmi sanguinare.

«Ma che cazzo dici! Io non ti voglio ne ora, né mai!» urlo in preda alla rabbia.

«Ti ci abituerai.» No cazzo! Non lo farò mai.!

«Questo lo vedremo.» Mi passa la mano sulla bocca e con il pollice mi accarezza il labbro inferiore. Disgustata lo spingo via e mi scosto.

«Oh.. Cattiva ragazza. Non si spinge una persona, non te l'hanno insegnato? Beh ci sono io per questo. Se non ti comporterai bene ci sarà una punizione, quindi vedi di comportarti bene, perché io metto sempre in atto quello che dico.» dice con un pelo di rabbia nella voce.

«E sentiamo... Quale sarebbe la punizione?» chiedo incrociando le braccia, pronta a sentire la cazzata che sparerà.

«Come sai Mon Chéri.. Io sono il componente principale, il capo, della mafia, e con un gesto posso uccidere chiunque io voglia, e in due secondi.. Boom, via, ucciso.
Oppure questa punizione... Ti farò ciò che voglio, scoparti, toccarti, ammanettarti... Dipende da cosa farai per farmi arrabbiare.»

Ranteless.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora