7. turn off feelings

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Venus's pov

Immersa nei miei sogni qualcuno mi sveglia bussando alla porta del mio appartamento.

Cazzo chi potrà essere a quest'ora? Mi alzo dal letto assonnata, traballo e per poco non vado a sbattere contro il comodino.

Scendo le scale tenendomi salda alla ringhiera. Vado verso la porta e apro. Non c'è nessuno..

Strano.. Confusa chiuso la porta. Sento dei rumori provenire dal piano di sopra... Mi munisco di un coltello e cammino lenta.

Ma qualcuno mi prende alla sprovvista e mi mette qualcosa davanti alla bocca.. cosa.. Cosa è...

Piano piano tutti accanto a me inizia a farsi nero...

Mi risveglio in un furgone, con mani legate e piedi legati... Perfino la bocca..

Mi guardo bene attorno, questo furgone sarà nuovo.. Ha i vetri oscurati perció non posso nemmeno chiedere aiuto..

C'è qualcuno che mi ha rapita, non so per cosa, non so per chi.. Ma devo subito liberarmi.

Ad un certo punto il furgone si ferma e qualcuno apre il cofano proprio dove mi trovo io.

Improvvisamente tutto davanti a me ha un senso. Cazzo... Sono spacciata.

La casa dei miei genitori.. Se così si può definire "casa", è letteralmente un castello. Non è cambiato per niente da quando sono andata via.. La solita fontanella a forma di "Venere" dicono che sembro io, che poi sta somiglianza non la vedo.

Il castello tutto ornato da cespugli e erbetta.. Da quell'aria imperiale. I miei genitori sono ricchi sfondati, se lo possono permettere.

«Forza muoviti!» questo mascalzone mi scaraventa fuori con una forza inusuale.

«Mmhhhhh» dico al nastro che ho davanti alla bocca. Lui me lo strappa via e io gemo per il dolore.

«Cazzo! Che male!» sbotto.

«Muoviti! I tuoi genitori ti cercano.» Mi trascina da un braccio.. Ci siamo.. ecco l'entrata.. Un grosso portone.. Si apre e vedo una domestica dirmi di entrare.

«I tuoi genitori ti aspettano nell'altra stanza, ti accompagno»

Senza dar ascolto a quella povera donna mi dirigo incazzata e di fretta nel soggiorno.
Dio.. Ogni volta che passo davanti a queste pareti ricordo la mia infanzia.

Varco la soglia ed entro nel soggiorno, pieno di ornamenti, piante.. Cose d'oro, vasi, tappeti, quadri. Insomma cose da ricchi.

Ed eccoli lì.. Mio padre, mia madre... E perfino mio fratello.

«Che cazzo volete da me! Eh?!» sbotto fuori di me.

«Venus! I toni e il linguaggio!» mi schernisce mio padre.

«Voi non avete il diritto di dirmi quello che posso o non posso fare. Siete stati assenti per bene 5 anni! 5 fottuti anni cazzo! Sapete.. Ho vissuto da sola, mi sono sfamata da sola, sono sopravvissuta da sola... E tanto altro, ditemi che cazzo volete perchè la prossima volta che uno dei vostri uomini mi mette la mano addosso chiamo la polizia.»

«Venus.. Metti da parte la collera, siamo qui per fare pace.» dice mia madre.

«Beh.. Io non voglio fare pace affatto! Avete avuto il vostro tempo e lo avete sprecato. Mi dispiace ma non accetterò niente che includa voi. Eccerto quella cazzo di cena che avete preteso. E poi cazzo... Avete assunto un uomo per mettermi in un furgone e portarmi qui da voi... Mi fate schifo!» sbotto.

«Venus calmati! Lo so.. Lo so che abbiamo sbagliato tutto con te! Non c'è bisogno che lo ripeti.. Ma ora siamo qui, per rimediare. Perfavore.. » scuoto la testa disgustata.

«Venus Cazzo! Vuoi ascoltarli per una santa volta!» Sbraita mio fratello.

«E perché dovrei? Non ho nessuna intenzione di ascoltarli.» Mio padre mi guarda come a dire "che figlia ho cresciuto" che poi non mi ha nemmeno cresciuta lui..

«Ok sentiamo! Che cazzo avete da dire» sbotto.

«Venus.. Siamo così dispiaciuti dall'averti cacciata di casa.. Vorremo davvero non averlo mai fatto.. Ci pentiamo molto, conviviamo con questo errore da anni.. E sai cosa vedo ogni volta che chiuso gli occhi? Il flashback di te che te ne vai di casa, sola, senza cibo...
Venus perfavore dacci la possibilità di poter rimediare.. Siamo cambiati.» sorrido istericamente. Mio padre è così bugiardo.

«Certo... Cambiati..» dico...

«Lo stanno facendo per te, Venus. Accettalo perfavore..»

«Ti daremo dei soldi.. Ogni cifra che vuoi, ogni cosa che vuoi... Tutto per la nostra bambina.. Ma ti prego perdonaci.» deglutisco. Mi fa male vederli così, ma allo stesso tempo attenua quella cazzo di rabbia e vendetta nel profondo del mio cuore.

«Non ho bisogno di soldi. So cavarmela da sola. Lo faccio da anni. Verrò da voi il venerdì per una cena, per altro potete chiamarmi o chiedermi come sto.. O cose sulla mia vita. Vi risponderò in modo gentile e pacato, se riesco.
Solo questo, non ho bisogno di niente peró.» metto in chiaro. Mia madre e mio padre per poco non fanno salti di gioia.

«Ora vado. Complimenti per aver riavuto vostra figlia.» sorrido a loro . Sorriso pieno di amarezza.

Dopo aver finito la conversazione sto per andarmene quando qualcuno mi ferma. Mio fratello.

«Grazie per aver fatto "pace" con loro. Stanno soffrendo molto per te in questi anni...» faccio finta di provare compassione, ma non c'è l'ho affatto.

«Permettimi una domanda fratellino.. Come fai conoscere Sebastian Knight?» lo vedo alzare un sopracciglio.

«E tu come lo sai, eh Piccolo Diavolo?» Ritornati ai vecchi tempi...Mi chiamava sempre
Piccolo Diavolo...

«Segreti del mestiere.» ripeto le stesse identiche parole che ha detto Sebastian.

«È il mio più grande socio in affari. Siamo anche amici. Come mai questa domanda?»
Ora non saprei proprio come rispondere...

«Non è importante.» dico facendo la menefreghista.

«Venus.. Cazzo no! Lui no! Stagli alla larga kilometri. Non ti voglio con lui. Hai capito?» io annuisco spaventata per pacare la sua rabbia accecante.

«Perché mi dici questo?» chiedo. Ho bisogno di sapere di più.

«Non ti riguarda, Vivi la tua vita, ma stagli alla larga.» e mi perdo nei miei pensieri... Devo scoprire di più su Sebastian..

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Ciao a tutti ragazzi!!! Come state? Io tutto bene davvero.

Capitolo molto scioccante devo dire ahahah.❤️

Spero che vi sia piaciuto e come sempre ci vediamo al prossimo❤️

Ranteless.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora