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Giovedì 31 Maggio
Ore 8.30

Oggi non abbiamo lezione al mattino, ma siccome ieri abbiamo saltato il progetto sta mattina ci raduniamo per continuarlo. Quando arrivai cercai subito Ciro cercando di non farmi notare troppo, e lo trovai con tutta la sua banda di amici quindi non me la sentii di andare subito da lui in quel momento ma fu troppo tardi per tirarmi indietro perché ormai lui mi aveva vista che lo stavo guardando perciò cercai di andarmene ma lui mi fermò
"Aro vai?" disse fermandomi
"Ti dovevo restituire questo" dissi io porgendogli il suo bigliettino di ieri sera ma con qualcosa di mio. Lo guardò e sorrise poi passó oltre e passando mi disse
"É bellissimo ma al posto che sporcare il foglio con il rossetto la prossima volta sporca le mie labbra Seré" io rimasi quasi pietrificata da quelle sue parole, avevo il cuore che batteva a mille. Gli sorrisi tornando dalle altre che già si era messe al lavoro.

"Serena seguimi è l'ora del tuo colloquio" questa frase che mi disse il Comandante mi mise ansia e felicità allo stesso tempo, ansia perché non vedevo i miei da quella notte maledetta e io ero terrorizzata all'idea di averli completamente delusi come ho deluso me stessa un po'.
Quando arrivai li vidi subito a mamma le brillarono gli occhi, mentre papà non riuscì quasi a guardarmi negli occhi.
"Come stai tesoro?" la prima rompere il silenzio infatti fu proprio mia mamma
"Bene mamma, mi sto ambientando piano piano" risposi io
"Eh certo mo ci diventi una criminale, no?" disse prontamente mio padre e io abbassai lo sguardo
"Tesoro non essere così duro con lei" lo ammoní subito mia madre, prendendo le mie mani tra le sue.
"No mamma tranquilla forse papà non ha tutti i torti e sono davvero una criminale" così mi alzai e chiesi al Comandante di portarmi via.
Quando tornai non avevo voglia di mettermi a lavorare così trovai un'angolino nascosto nel magazzino e mi misi li con un paio di cuffie e la canzone di Liberato "9 Maggio" e ci iniziai a ballare sopra. Era l'unica mia valvola di sfogo che mi era rimasta, il ballo, l'arte che mi aveva accompagnato per tutta la mia vita. Mentre stavo facendo una pirouettes mi bloccai perché vidi Ciro che mi osservava di fronte a me, nessuno qui dentro mi aveva mai vista ballare. Quando si iniziò ad avvicinare mi preoccupare perché non volevo notasse che stavo piangendo e se si fosse avvicinato ancora di poco avrebbe visto le lacrime sul mio viso.
"Ca tien?" mi disse
"niente" risposi io distogliendo prontamente il suo sguardo.
"Ne over" disse lui, li capí che ogni tentativo di fingere di stare bene con lui sarebbe stato inutile perché essendosi subito accorto del contrario non avrebbe mai lasciato la presa, cosí ci andammo a sedere e le raccontai del mio colloquio. Quando mi venne da piangere alla fine del mio discorso lui mi abbracciò e mi strinse al suo petto proprio come quella volta che mi aveva salvata.
" Per me loro insieme a tutta la mia famiglia erano tutto e vedere tutto quell'odio into a soi ucchj mi ha fatto malissimo Ciro te o' juro"
"Shh calmati ciù ciù, lo so lo so che fa mal' per tu si fort" disse stringendomi ancora a se e dandomi un bacio in fronte. Può sembrare patetico ma quel bacio a me calmò e mi fece davvero bene.
"Comunque sie davvero brava a ballà" disse guardandomi negli occhi e io istintivamente gli sorrisi.
"Grazie Ciro" dissi io sorridendogli a mia volta.
Tornammo di là cercando di fare finta di niente ma forse non fui così brava perché effettivamente avevo un sorriso a trentadue denti che ovviamente le altre notarono ma non dissero niente stranamente.

Dopo la fine dell'ora dedicata al progetto ci radunarono in giardino perché Beppe, uno degli educatori, doveva dirci una cosa.
"Allora ragazzi finalmente dopo tanto tempo sono riuscito ad ottenere il permesso per portarvi in barca" dopo questa affermazione tutti furono felici.
"E quando ci andiamo Beppe?" chiese Pino
"Domenica pomeriggio Pinù".
Finalmente si usciva da queste terribili e triste mura.
"Non vedo l'ora di vederti in costume ciù ciù" mi disse Ciro andandosene verso le celle e io automaticamente arrossì come un pomodoro.
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Spazio Autrice
Finalmente Beppe li porta in barca e vediamo un po che potrebbe succedere intanto ci godiamo un Ciro un po più dolce.

Il mio Malessere preferitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora