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Mercoledì 20 Giugno
POV CIRO
Dopo tutto il sangue perso da Serena era stata portata dalla nostra infermeria all'ospedale ma questo ormai quattro o cinque giorni fa. Ero molto preoccupato per lei e per le sue condizioni, usavo Lino solo per sapere se ci fossero delle novità o se si fosse svegliata.
In questi giorni ero quasi completamente assente come se la vita e il tempo scorresse ma io non me ne accorgessi, vivevo in modo completamente assente non m'importavano nemmeno più gli affari, la gerarchia e tutte quelle stronzate che prima erano importanti ma ora senza lei qui no.
L'IPM senza lei era era vuoto e vedere quelle due vivere tranquille mi faceva davvero innervosire, anche se Viola era in isolamento a me non andava comunque bene io volevo provasse la stessa cosa anzi lo stesso dolore e la stessa paura che aveva provato Serena in quel bagno da sola. Certo Naditza mi aveva detto che ci avrebbe pensato lei e io mi fido perché l'ho visto dentro ai suoi occhi che provavamo la stessa rabbia. Lei aveva rischiato di perdere un'amica e io la ragazza che amo.

Quando Lino ci venne a svegliare io ero già sveglio da qualche ora, sinceramente non dormivo neanche tanto per questa costante sensazione di preoccupazione.
"Uagliù svegliamoci!" si mise ad urlare e quando entrò nella cella mia e di Edoardo mi iniziò a parlare prendendomi quasi in giro.
"Cirù non ti rammolire accussì per una femmena!" non so bene come e perché ma quella frase mi innervosì e non poco, scattai giù dal mio letto a castello e prendendolo dal colletto della t-shirt lo sbattei con veemenza contro il muro e poi gli dissi
"Linù nun scassà o' cazzo, stai zitto e fai il tuo lavoro"
"He capit?" aggiunsi poi urlando liberandolo andando poi in bagno insieme a Edoardo.
"Fratm io capisco il tuo dolore ora, ma non è il caso è meglio se ci teniamo Lino buono ca dint'" e fu infatti proprio lui a parlare. Io sapevo che aveva perfettamente ragione ma nessuno doveva toccarmi quella ragazza. Lui forse era l'unico tra pochi, dopo Francesco, che mi conosceva bene e mi capiva subito. Era diventato mio fratello insomma uno di famiglia pure, infatti i Ricci proteggevano i Conte e mio padre per Edoardo era diventato il padre che non aveva mai avuto.
" O' sacc Eduà ma non è facile, lei non me la deve toccare nisciun" e mentre dissi quelle parole rivolsi lo sguardo al Piecuro.
Ormai quasi tutti qui dentro sapevano di me e Serena, però al Di Salvo sembrava quasi non interessare, infatti penso che glielo avrei fatto capire con le buone o con le cattive.

Ci radunarono in giardino subito dopo aver fatto colazione, eravamo tutti li e io non capì ancora bene il perché di questa radunata. Fino a quando entrò da un cancello una macchina e da quella macchina scese lei, la mia Serena. Era rimasta bella anzi forse lo era ancora più di prima e nonostante quello che aveva passato nel momento in cui scese dalla macchina sorrideva, io so che aveva paura ormai la conoscevo glielo leggevo negli occhi ma comunque in quel momento ha mostrato il sorriso e ha finto di essere tranquilla mostrando il suo lato più forte. Perché io sapevo che lei era un contrasto unico: forte ma debole, audace ma al tempo stesso terrorizzata, dolce ma stronza. Era la mia donna ed era perfetta così anzi terribilmente perfetta. Eravamo simili ma non completamente uguali, lei forse aveva meno sangue freddo rispetto a me ma era riuscita ad ammorbidirmi un po' per quanto non lo volessi accettare.
"Serè!!" le urlarono le sue amiche e nel momento in cui ci scambiammo uno sguardo mi resi conto che tutto questo era solo colpa mia e mi salì un terribile senso di colpa. Lei forse per stare davvero bene doveva starmi lontano ma alla fine nella mia vita era sempre stato così ogni cosa che toccavo distruggevo un po' come avevo fatto con lei.
Quindi presi questa decisione che mi costò parecchio ovvero di allontanarmi da lei così da proteggerla meglio e così feci. La salutai solo con la mano e tornai nei campetti a fumarmi una sigaretta. Istintivamente mi innervosì quando vidi il Piecuro abbracciarla ma anche se poteva sembrare strano per un po' pensai che forse al posto mio per lei era meglio lui anche se non teneva abbastanza palle di affrontare certe cose.
"Che fai? non la vai a salutare?" mi domandò Edoardo vedendomi intento a fissare la situazione
"No Eduà forse è meglio accussì" risposi io lasciando lo sguardo fisso su loro
"Cirù tu si tutt magnat, due ore fa neanche dormivi senza lei mo non la saluti nemmeno?" mi riproverò Edoardo
"Eduà stai zitto!" stavo provando dolore ma se serviva per lei allora andava tutto bene.

POV SERENA
Ero appena tornata all'IPM dopo tutto quello che mi era successo. Ammetto che fossi davvero felice di rivedere tutti soprattutto lui, ma avevo anche una certa paura che mi riaccadesse.
"Bentornata Serena" disse la direttrice e tutte le mie amiche mi vennero ad abbracciare.
"Serè!" mi urlò Naditza e mi venne in contro.
Ero felice sì ma non capisco perché lui si sia limitato ad un saluto con la mano, insomma a me era davvero mancato dopo tutto questo tempo e non vedevo l'ora di riabbracciarlo forte per sentire il suo profumo e di baciarlo per sentire il sapore delle sue labbra. Ma a quanto pare lui forse no perché si andò a risedere e a fumare una sigaretta nel campetto.
"Tarantè" una voce mi richiamò dai moei pensieri
"Di salvo" e lui mi abbracciò, però quell'abbraccio come quello delle mie amiche per quanto bello fosse non era la stessa cosa di un suo abbraccio. Mentre stavo abbracciando il Di Salvo vidi lui dal campetto con Edoardo fissarci, era bellissimo ma non capisco cosa gli stesse succedendo, perché si era comportato così?
Fu sempre il Di Salvo a svegliarmi dai miei pensieri
"Tarantè come stai?" mi chiese sedendoci sulla panchina appena fuori dal campetto
"Bene, mi sono ripresa" risposi quindi io
"Però ho ancora paura se posso essere sincera Carminù" continuai io
"Capisco ma ci siamo noi qua ora" mi rispose abbracciandomi ancora
"Posso farti una domanda?" gli chiesi
"Dove sta lei?" in realtà avrei voluto più chiederle cos'aveva Ciro ma ero sicura che lui non lo potesse sapere
"Puoi stare tranquilla é in isolamento per un bel po'" e tirai un sospiro di sollievo in quel momento.
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Spazio Autrice
Si può notare che Ciro ci tiene forse troppo e a volte questo può portare a commettere errori ma chissà, vedremo nel prossimo capitolo. Intanto fatemi sapere se vi sta piacendo la storia.
R❤️

Il mio Malessere preferitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora