Incontro tra diavoli

86 10 2
                                    

"Nené!" non feci in tempo a gridare che ero già corsa, lanciai in aria i tacchi che mi impedivano di correre, le urla continuavano, stridule e acute, provenivano dal piano di sopra, continuai a correre, la rabbia cresceva in maniera smisurata dent...

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Nené!" non feci in tempo a gridare che ero già corsa, lanciai in aria i tacchi che mi impedivano di correre, le urla continuavano, stridule e acute, provenivano dal piano di sopra, continuai a correre, la rabbia cresceva in maniera smisurata dentro di me.
Prima di arrivare in cima spaccai uno specchio di emergenza contenente un'ascia.
Era lì, un ragazzo la teneva stretta, lei continuò a urlare,ora è troppo, la goccia ha fatto traboccare il vaso, buttai l'ascia per terra e mi avvinghiai sul ragazzo, Nené cadde a terra, e per il forte urto svenne, caddi sopra al ragazzo, continuai a riempirlo di pugni, finché non mi prese i polsi e ribaltò la situazione.
"Eccoti" sorrise compiaciuto alla mia vista,
mi fermai ad osservarlo, capelli neri, occhi neri...e pallido come un cadavere...sembrava di vedere una mia versione maschile, solo che...più affascinante.
"l'angioletto è caduto nella trappola?" rimase a fissarmi per qualche secondo e poi aggiunsi
"l'angioletto è satana in persona testa di cazzo!"
sboccai, e subito dopo gli sferrai una ginocchiata nel genitale, corsi a riprendere l'ascia, lui correva dolorante dietro di me,
"ferma!"
puntai l'ascia verso di lui
"avvicinati e questa sarà l'ultima faccia che vedrai in vita tua." sboccai.
Dalle sue labbra uscì una risata amara
"sai...mi piacerebbe, ma, ora posa quell'ascia e parliamo da persone civili"
"scusami tanto se hai aggredito la mia amica eh! ma guarda che persona civile!"
"ti devo parlare angioletto" pronunciò avvicinandosi lentamente verso di me,
"chiamami ancora così e la lingua per parlare non te la ritrovi più. muoviti parla"
"butta l'ascia, sai non vorrei essere decapitato mentre parlo"
"ma pensa un po', io vorrei invece, sai che strano..."
buttai l'ascia e mi avvicinai a passo velocizzato verso di lui,
"parla. forza"
"io sono Lucio"
"si, e a me non me ne frega niente continua"
"Lilith ascoltami."
come fa a sapere il mio nome? prima di ribattere proseguì con una frase che mi fece gelare il sangue
"mi manda Lucifer" rimasi paralizzata ma non lo feci notare.
"non so di cosa tu stia parlando" dissi abbassando lo sguardo.
"Lucifer, il diavolo, mio padre...vuole che ti controlli"
"Ho chiuso, la mia vita è diversa ormai" farfugliai prima di scattare per raggiungere Nenè.
"Non vuole che combini casini, e io sono qui per impedirlo"
"ah si, si vede, e di Nené? che gli hai fatto?"
si strinse la mascella e si avvicinò a lei
"prova minimamente a sfiorarla e ti rimando da dove sei arrivato. Demone."
"Cerco di aiutarla, fatti da parte"
gli appoggiò una mano sulla testa, ma sul volto di Lucio comparve un'espressione di confusione,
"...fatto, si è dimenticata dell'accaduto, domani mattina si sveglierà e penserà di essersi scatenata a quella festicciola di ragazzini, ma...non so perché, è stato più difficile del previsto, emana un'energia...diversa."
"Energia? Che tipo di energia?" Chiesi in uno stato confusionale
"mmh no niente, mi sarò sbagliato...".
Non ci feci tanto caso, presi Nenè dal braccio, e provai a rialzarla con scarsi risultati,
"tu hai creato questo casino e ora tu lo ripari, aiutami" dissi rivolgendomi a Lucio.
Arrivammo nella stanza e appoggiammo Nenè sul letto, la notte era ormai nel suo cuore, e io non avevo ancora realizzato di essere in camera col figlio del diavolo.

Me and the Devil  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora