CAPITOLO IV Accademia Morsifer

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"Verrete trasferiti in un'altra accademia"ciò uscì dalle labbra del preside

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"Verrete trasferiti in un'altra accademia"
ciò uscì dalle labbra del preside.
Sono cresciuta in questa scuola, ho imparato a padroneggiare la mia anima, a conoscere ogni persona qui dentro, e soprattutto, a donare quella piccola parte nascosta del mio amore a Nenè, non possono separarmi da lei.
"Spero che stia scherzando" gridai sorpresa, "no, non potete, perché? perché!" la mia mente veniva ricoperta man mano da nubi, seppellita da nebbia, al mio fianco, c'era sempre lui, ogni luogo, ogni pensiero, ogni risposta, sempre e unicamente lui.
"Signorina Lilith...mi perdoni, ma non è stata una mia scelta" disse il preside prima di essere interrotto da una cupa voce in fondo alla camera..."ma mia."
dei brividi comparirono lungo il mio corpo,
di nuovo lui, Lucifer.
"Lilith...figlio, scusatemi se vi ho fatto convocare dal preside, ma penso che sia giunto il momento, verrete trasferiti nella mia scuola, l'accademia Morsifer, composta, da soli demoni.
Partirete questa notte tardi allo schiocco della mezzanotte...potete andare"

Lucifer ci fece uscire dall'ufficio, sicuramente per far dimenticare l'accaduto al preside.
Lucio era lì, fermo in lontananza ad osservarmi, ci guardammo negli occhi per lunghi secondi, scavandoci l'orlo dell'anima, ma dovevo provare a stare distante da lui almeno ora con la presenza di suo padre...

23:00
Salutai Nené cercando di non far notare la malinconia nei miei occhi, promettendole che sarei venuta a trovarla, a vedere la nostra mimosa pudica aprirsi e chiudersi di sera...
Detto ciò mi incamminai verso il cancello dell'accademia per partire in viaggio, un nuovo viaggio per una nuova vita...o almeno la vita da cui sono sempre stata predestinata sin dalla nascita.
Feci per aprire lo sportello della macchina, ma mi girai verso l'istituto, rivolgendogli un ultimo un sorriso malinconico, rimuovendolo subito dopo essere entrara in macchina.
Nel sedile davanti c'era lui che mi fissava dallo specchietto, potevo cambiare vita, luogo, ma lui c'era sempre, un fottuto tormento.

"Allora angioletto...sei pronta?"

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