capitolo 6

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Louis

Non aveva mai avuto il coraggio di trattare l'argomento genitori, le parole di James mi arrivarono come acqua fredda.
Devo cominciare a mettermi nel ordine di idee di non essere l'unico a soffrire, non posso essere egoista. Scensi due scalini alla volta giarai a destra e sinistra per cercare James. Per la prima volta vedevo mio zio, dietro alla maschera di preside rigoroso è seduto sul divano persona guardare la TV.

-louis cosa ci fai qua?- mi chiese assicurandosi le lacrime.
-scusa- lo abbracciai ed lui cominciò a piangere sulla mai spalla.

Erika

-Dove eri finita, ti ho cercato da per tutto- mi riproverò Leila.
-da Louis- risposi sotto voce .
Prima di andare da lui ero arrabbiata ma il vederlo così indifeso e innocente, lo so è una cosa stupida, mi ha fatto andare la testa in confusione...
-dopo vi siete baciati?- curiosa risposte Leila dopo aver sentito il racconto.
-no! Ovvio che no- mi difesi
-I segnali c'erano tutti, almeno da come me lo racconti- mi spiegò
Che segnali parla, proprio non capisco.
Come sempre lei è più avanti di me, sulle questioni umane.
-ah! Sei sparita tutto il giorno ti dovevo dire che oggi mi sono fidanzata con Lucas!- .
Nel frattempo di tutte queste rivelazioni e chiacchierate, era arrivata sera.
Suonò il campanello, essendo che Leila è troppo pigra andai a aprire io.
Ma dietro la porta non c'era nessuno -sarà uno scherzo- pensai.
Ma quando abbassai lo sguardo vidi un mazzo di cento rose, con un bigliettino attaccato.
-leila ci sono delle rose per te- informai Leila.
Lei contentissima si avvicinò per prendere il mazzo di rose e si mise a leggere il biglietto allegato.
Vidi la sua felicità scomparire dal viso per fare spazio alla delusione.
-Erika! Io che ci speravo, bello scherzo sono tue queste scema- mi rimproverò.
-cosa!-
Presi di forza il mazzo di fiori per leggere il biglietto che prima non avevo fatto.
"Alla ragazza che mi fa sorridere... Erika da Louis"
-Cosa!- ripetei
-

uffa... Lucas deve proprio imparare da Louis, spero che almeno domani mi faccia un regalo decente-.

Non capisco, non è il suo compleanno domani che giorno è...non ne ho idea
-sai che giorno è domani... Vero?- domandò Leila vedendomi dubbiosa.
-no...che giorno è?- risposi dubbiosa
-sei seria? È San Valentino- urlò

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