capitolo 9

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Erika
Non sapevo che pensare. Mi sembrava andasse bene ma no ecco Leila ha rovinato tutto.
-cosa ho fatto?- mi chiese vedendomi a cascata sul letto con le mani sulle tempie.
-hai rovinato tutto, cazzo!- mi misi le mani sulla bocca.
Cosa ho appena detto detto... Una parolaccia sono una brava ragazza.
-ho solo detto "piccioncini" eravate così carini e Louis se ne andato di corsa-
proprio non capiva che era quello il problema.
-lui è chiuso e con le altre persone è freddo, lo hai messo a disagio- risposi con cautela ritornando a me
-Erika mi vuoi dire che lui con te si apre ed si sente a suo agio invece con gli altri no o altre puttanate del genere. Non siamo in una comedia romantica.-
Restai senza parole. Non ne facevo una giusta.
-sí, con me si apre, come me è felice- gridai senza volerlo.
-come si chima sua mamma?ha un bel rapporto? I suoi sono separati. Erika non voglio fare la dura ma fin al altro ieri non sapevi nemmeno chi fosse-
Leila aveva esagerato! Senza rispondere, presi il cellulare e me ne andai fuori dalla nostra stanza.
"Louis... Sei a casa?" Digitai nel cellulare.
"Si..."
Presi i mezzi pubblici, non avendo l'auto, emozionata, attesi di arrivare davanti a casa Smith.
D'innanzi alla casa più grande che io abbia visto in vita mia, mi tremavano le gambe, non volevo nemmeno pensare quanto il signore Smith avesse pagato per questa casa.
Suonai il campanello, aspettando che qualcuno venisse ad aprirmi la porta.
Lo fece Louis, era in una condizione indecente. Capelli spettinati delle occhiaie da fare paura.
-louis...stai bene?- chiesi immaginando che ebbe avuto una notte insonne.
Mi fece entrare e mi fece strada per andare nel piano superiore in camera sua.
-è per ieri, sono venuta a scusarmi per Leila- messi in chiaro.
Senza rispondermi mi sbatto nella parete baciandomi con la lingua. Un bacio passionale e disperato.
Restai spiazzata, le gambe mi tremavano. Dovetti sedermi nelle sedia della sua scrivania, non sapendo più tenermi in piedi.
-sono venuta per un'altro motivo, Leila mi ha fatto riflettere che in realtà non ti conosco- mi sembrava che non la presa male, sembrava pensieroso.
-in che senso Erika, certo che mi conosci- rispose con la voce impastata.
-conosco tuo padre ma non tua Madre, vorrei sapere qualcosa di più su di te- ecco avevo sputato il rospo.
Subito la sua faccia si incopi ma non colsi il segno di non proseguire con il discorso.
-vorrei entrare nel tua vita, Louis per me sei importante-
-vuoi entrare nella mia vita di merda, tieni- urlò lasciandomi pagine di giornali presi dal cassetto della scrivania.
"Oggi 18 novembre 2010 si dichiara il decesso dalla signora Lucie Moore e il signore Max Moore nel proprio domicilio".
Non potevo credere a ciò che stavo leggendo. Quando di forza mi lancio un altro documento.
"si certifica che James Smith addotta ufficialmente Louis Moore"
Louis é stato adottato!  Ero scoccata poi Louis sfinito, pianse accasciandosi sul pavimento. Mi sedetti con lui e si appoggiò sulla mia spalla continuando a piangere.
Era come un bambino aveva solo bisogno di rassicurazione.
-erika- si asciughò le lacrime
-domani voi uscire con me... Insomma un appuntamento solo io e te-

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