Capitolo 4: Tulipani

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Alya Pov's

<<Cassy non sono andata a letto con Steve>> ripeto per la millesima volta alla mia migliore amica al telefono

<<va bene ho capito, non sono arrabbiata, volevo solo che me lo dicessi>> si lamenta e ha ragione. Io e lei ci siamo sempre dette tutto e ora la colpa è solo mia. Lei mi è sempre stata accanto. Quando stavo crollando è stata lei a riportarmi in superficie, a farmi respirare di nuovo. Non la considero solo un'amica, lei è la sorella che non ho mai avuto e la persona che tutti meriterebbero al proprio fianco.

<<la verità è che neanche io sono sicura di quello che sta succedendo>> ammetto un po' malinconica. Steve è stupendo, è un gentiluomo, è educato, intelligente, insomma l'uomo perfetto, ma non riesco a lasciarmi andare con lui. Sono come bloccata. Lo sono da sei anni ormai, con chiunque.

<<ti piace Steve?>> mi chiede

<<si, molto, sono felice quando sto con lui>> dico, andando in cucina a prepararmi un caffè.

<<sei felice poco o tanto come lo eri con->> inizia ma io la blocco subito.

<<non voglio parlare, né di lui, nè di quanto ero felice, di nulla chiaro?>> ribadisco

<<si scusa, colpa mia>> si scusa, per poi continuare

<<comunque, cambiamo argomento, hai sentito Evan in questi giorni?>> mi chiede

<<gli ho mandato un messaggio per sapere se era tornato a casa sano e salvo e poi niente. Io avevo il giorno libero, ma non ho avuto tempo di chiamarlo>> dico sedendomi al bancone della cucina.

<<chissà, secondo te a conosciuto qualcuno?>> mi chiede Cassy

<<non so, c'è lo avrebbe detto suppongo>>

<<non ne sarei così sicura, sono passati solo tre giorni>> afferma e poi la sento imprecare.

<<tutto bene?>> le chiedo ingurgitando una manciata di cereali.

<<più o meno, ho scoperto che oggi sono di turno in pediatria>> dice scocciata e io rido.

<<dai Cas, penso che tu sia l'unica persona a cui non piacciono i bambini>> dico

<<non è che non mi piacciono, non so, non mi sento a mio agio a lavorare con loro>> continua

<<Cassy sono bambini, non giudicano mica>> dico tornando in camera.

<<non è questo il problema stupida! Ma che ne so, neanche io so il motivo.>> risponde confusa.

<<be pensaci su, buona giornata>> dico

<<buona giornata anche a te, a dopo>> e attacca.

Vado in bagno e mi lavo, poi torno in camera e mi vesto. Indosso un paio di jeans e una camicetta bianca che vado a mettere dentro i pantaloni. Ai piedi indosso i tacchi più comodi che ho, prendo la borsa ed esco di casa.

<<Buongiorno Evan>> lo saluto entrando in ufficio. Lui mi sorride e mi saluta di rimando.

<<allora che mi dici, come è andata l'altra sera?>> chiedo impaziente.

<<be sono andato in questo locale, fighissimo tra l'altro, ho bevuto e ballato, ho chiacchierato con qualcuno e poi me ne sono andato.>> taglia corto. Non è da lui parlare così poco.

<<non hai conosciuto nessuno di interessante?>> ritento e lo vedo alzare gli occhi al cielo.

<<un ragazzo, un po' scorbutico all'inizio, ma poi mi ha dato uno strappo a casa>>

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