Capitolo 17: Alla fine la verità viene sempre a galla

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Jason POV's

Egoista. Egoista. Egoista.

É questo quello che sono?
Sento la porta aprirsi.
<<senti Gabriel, mi dispiace per prima, ma->> inizio mettendomi a sedere. Mi giro verso la porta e mi paralizzo.
Alya é davanti a me.
Ed é più bella che mai.

<<c-come stai?>> chiede
Resto a fissarla per un po'. Sono paralizzato. Cosa dovrei fare? Dirle la verità?
<<b-bene>> dico. Prima bugia.
<<mi fa piacere>> dice iniziando a dondolarsi sui talloni
<<stavi veramente male. M-mi sono un po' preoccupata>> afferma senza guardarmi. A me viene da sorridere.
<<solo un po'?>> dico alzandomi.
<<smettila, non farmi dire cose che non voglio>>
<<che cosa non vuoi dire Alya?>> chiedo avvicinandomi sempre di più
<<nulla, volevo solo sapere cosa hai avuto. Mi è sembrato strano>> dice non guardandomi negli occhi.
Potrei dirle tutto. Come reagirebbe?
<< guardami>> dico prendendole il mento tra le mani e alzandolo. Facendo in modo che i suoi occhi incontrassero i miei.
<<Jason, dimmi la verità, so che nascondi qualcosa>> dice. Mi mordo la lingua.
<<sono m->> mi blocco improvvisamente. Mi sento improvvisamente rigido e non riesco a muovermi.
<<sei cosa?>> chiede
<<emicrania. Una tremenda emicrania. Nulla che una semplice medicina non possa far sparire>> dico sorridendo. Ma la verità è che non ho nulla di cui sorridere
<<oh>> dice soltanto.
Poi il suo telefono inizia a squillare. Smetto di trattenere il respiro.
<<devo andare>> dice solamente. Poi si gira ed esce dalla stanza.
Sono un cazzo di egoista.

3 ore dopo

<<mi dispiace, ma dovrà rimanere qui un po' più del dovuto>> afferma il medico di fronte a me, ma io non lo sto guardando. Guardo fuori dalla finestra, è quasi l'alba ormai e di Gabriel nessuna traccia. Pensavo che tornasse, ma a quanto pare mi sbagliavo.
<<mi sta ascoltando signor Baker?>> mi richiama. Ha rotto i coglioni.
<<ho capito>> tuono
<<dovremmo fare molti esami. Come vanno le braccia ? Riesce a muoverle?>> chiede prendendo la cartella.
Scuoto la testa.
<<le fanno male?>> chiede.
<<n-non le sento. È come se non c'è le avessi. È un sintomo d->> mi blocco, sperando lui capisca.
<<si è un sintomo della sua malattia. Ma si manifesta di solito alla fine.>> dice
<< fantastico. Meraviglioso. Praticamente mi sta dicendo che sto per morire>> sbotto.
<<non ancora. Faremo degli esami e poi vedremo. Cerchi di dormire ora>> dice. Come se fosse facile.
<<ha qualche parente che vuole chiamare?>> chiede e sbuffo
<<nessuno>> detto questo sparisce e io rimango fermo lì. A fissare il muro.
Sta veramente per arrivare la fine.

Alya POV's

Sono riuscita a dormire una volta tornata a casa? Decisamente no. Pensare di vederlo e credere di essere in grado di trattarlo male o essere impassibile ai suoi sguardi é da stupidi. Non mi abituerò mai alla sua voce, al suo tocco delicato, al suo profumo, semplicemente a lui.

Chiudo gli occhi per un istante, poi li spalanco di colpo al suono della sveglia.

<<maledizione>> mi alzo svogliatamente e mi dirigo in bagno.

Mi guardo allo specchio. Perché ho la terribile sensazione di non sapere un cazzo? Capisco quando una persona mente, è uno dei motivi per il quale sono diventata un avvocato.

Ma ora non so più nulla. Cosa mi stanno nascondendo? Jason, Gabriel, anche Evan.

Mi infilo qualcosa al volo ed esco di casa.

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