Capitolo 15: Una notte da dimenticare

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Jason POV's

Poche ore fa mi sono reso conto che non mi resta molto da vivere. L'ho sempre saputo, fin dal giorno in cui l'ho scoperto, che non c'è l'avrei fatta, ma dopo quasi più di un anno pensavo che avrei accettato il mio destino, e invece no.
Sapere che potresti morire da un momento all'altro, ti fa impazzire. Avere la consapevolezza che presto non farò più parte di questo mondo, mi crea un nodo nel petto e fa un male cane. Rendersi conto che non vedrai più le persone a cui vuoi bene. Non vedere più Gabriel, lasciarlo da solo in questo mondo di merda. Ma soprattutto lasciare Alya. La mia piccola e dolce Alya, che ormai piccola non lo è più, ma io farei qualsiasi cosa pur di tornare agli anni del liceo e rifare tutto da capo. Rifare tutto meglio. Fare meno cazzate. Restare con lei. Se solo fossi stato più coraggioso.
Forse mi sarei concentrato di più sui momenti belli, su di lei e forse ora sarei felice, invece ora se ci ripenso, mi viene solamente voglia di spaccare tutto.

Sto camminando da non so quanto tempo quando una fitta alla testa mi fa piegare in due, tanto che devo appoggiarmi al muro più vicino, per non cadere a terra. Sento tutto intorno a me ovattato e le orecchie iniziano a fischiarmi. Cerco di aprire gli occhi ma la vista è offuscata. Di male in peggio. L'unica cosa che percepisco è una mano calda che si appoggia delicatamente sulla mia spalla. Mi volto di scatto come scottato e incrocio lo sguardo con quello di una anziana che mi guarda preoccupata. Cavolo.

<<giovanotto, si sente bene?>> chiede dolcemente continuando a massaggiarmi la spalla.

<<una meraviglia>> rispondo sbattendo le palpebre, facendo in modo che la vista mi ritorni limpida.

<<non mi sembra, vieni siediti un momento>> dice e non mi lascia neanche il tempo di ribattere che mi trascina alla panchina più vicina facendomi sedere. Mi rilasso per un istante e tutto torna alla normalità, o quasi.

<<meglio?>> chiede e io annuisco

<<non puoi mentire ad una vecchietta come me>> dice sorridendo, il che fa sorridere anche me.

<<sono solo stanco, stia tranquilla>> la rassicuro

<<dovresti sorridere di più, hai un bel sorriso giovanotto>> dice voltandosi verso la mia direzione. Non dico nulla.

<<anche mio marito aveva uno splendido sorriso, lo facevo ridere solo per vederlo. E amavo la sua risata>> confessa e ride. Le sorrido.

<<deve amarlo molto>> dico

<<si, l'ho amato molto>> dice e io mi mordo la lingua

<<le manca molto?>> chiedo

<<ogni giorno di più. So che è sciocco, dopo che passi sessant'anni con la stessa persona ti sembra strano provare sempre gli stessi sentimenti. Ma per me non è così. È stato l'amore della mia vita. E lo sarà per sempre>> dice sorridendo. Le si sono illuminati gli occhi parlando di lui.

<<era bellissimo, come te>> dice sorridendomi

<<e tu giovanotto, hai già trovato l'amore della tua vita?>> chiede

Ci metto un po' a rispondere, ma poi mi decido.

<<non ne sono sicuro>> ammetto

<<non ne sei sicuro? Lei non ti vuole?>> chiede curiosa.

<<non più>> sussurro e spero non faccia più domande

<<l'hai tradita?>> chiede. Certo che vecchietta più impicciona di questa non potevo trovarla.

Noi siamo destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora