Jason POV's
Sto guidando da ormai venti minuti e i miei pensieri sono rivolti a Gabriel e ad Alya. Fisso la strada davanti me e per un istante rivedo il suo volto. Le lacrime che le salgono agli occhi. La rabbia e la sorpresa di vedermi lì, davanti a lei.
Sono un mostro e non merito il suo perdono, ma se solo sapesse la verità, forse mi guarderebbe in modo diverso.
Forse mi odierebbe di meno o forse mi odierebbe di più. Tanti forse, ma solo una certezza. Quella del fatto che lei non mi vuole nella sua vita e ha tutte le ragioni del mondo per volerlo. Ma vorrei che sapesse che farei qualsiasi cosa pur di tornare indietro e rifare tutto da capo. Non dare retta a mio padre e avere il coraggio di non fuggire. Dirgli di no e rimanere con la donna che amo. Quel giorno ho pianto, ho urlato, ho tirato pugni, ma l'unica cosa che avrei dovuto fare, non ho avuto le palle di farla. Perché sì, sono un codardo, e lo sono da sempre. Da quando ci siamo trasferiti a Detroit, da quando mio padre ha iniziato a picchiarmi, da quando una sera ho preso le mie cose e sono fuggito insieme a Gabriel, senza realmente sapere cosa farne della mia mediocre vita. Senza uno scopo, senza una meta.
Avevo quindici anni e me lo ricordo come se fosse ieri. Quella notte per la prima volta, mi sono sentito libero, ma ora come ora non sono sicuro di aver fatto la scelta giusta. Di una cosa sono sicuro. Non mi piace la vita che sto vivendo, ma forse tutto questo finirà molto presto. Vorrei avere le persone che amo al mio fianco, ma come biasimarle, sono uno stronzo e ora come ora hanno fatto bene ad andarsene e a non voler mai più che io facessi parte della loro vita. Io avrei fatto lo stesso.
Ma sono egoista e pretendo che le persone tornino da me senza che io faccia nulla.
Sono vivamente convinto che se continuo così, rimarrò da solo. E forse é proprio quello che merito.I miei pensieri vengono interrotti dal suono del cellulare. Lo prendo e noto il nome di mio padre sullo schermo. Sbuffo
e poi controvoglia rispondo.
<<Charles che tempismo>> dico. Non ha ancora parlato e già mi sono rotto le palle.
<<Jason>> dice e io sbuffo
<<Be, che vuoi? Sto guidando>> dico imboccando la strada per Browsville.
<<dove stai andando?>> chiede
<<indovina un po'? Non sono cazzi tuoi.>> sbotto, non lo sopporto. Se non fossi l'unico figlio rimasto, probabilmente mi avrebbe già ammazzato.
<<era solo una domanda, sono tuo padre no?>> continua e sono tentato di attaccargli il telefono in faccia.
<<potevi svegliarti prima, che cosa vuoi veramente?>> chiedo di nuovo
<<devi tornare a Detroit, subito>> dice e io inizio a ridere
<<no>> rispondo semplicemente e poi attacco.Continuo a guidare finché non vedo le luci delle macchine della polizia e un gruppo di persone che guardano qualcosa in particolare. É riconosciuto che questo quartiere é il più pericoloso di tutta la città. Anche se non é neanche mezzanotte, un po' presto per commettere crimini.
Noto Gabriel parlare con un poliziotto e così parcheggio e lo raggiungo.
<<Gab>> dico e lui si gira a guardarmi. Mi prende per il braccio e ci allontaniamo.
<<c'è ne hai messo di tempo>> mi rimprovera
<<ma stai zitto, che cavolo é successo?>> chiedo girandomi verso la folla
<<hanno trovato due cadaveri>> dice
<<va bene, noi che centriamo?>> chiedo non capendo.
<<sono i due che mi hanno seguito l'altro giorno>> spiego e io trattengo una risata
<<hanno avuto quello che meritavano suppongo, qualcun' altro li odiava più di noi evidentemente>> dico
<<gli hai ucciso tu, Jason?>> chiede guardandomi dritto negli occhi.
<<cosa? No, perché avrei dovuto>> mi indispettisco
<<gli hanno tagliato la gola Jas. Sappiamo entrambi che é il modo dei Baker sistemare le faccende in sospeso>>
<<io non ho fatto nulla, sarà->> mi blocco.
Charles. La sua domanda. Non gli é mai importato di me. Voleva solamente sapere se avevano trovato i corpi. Realizzo e fisso Gabriel.
<<che c'è?>> chiede
<<é stato mio padre sicuro, Bruno gli avrà detto che ti stavano seguendo. Mi ha chiamato prima e appena gli ho detto che ero in auto mi ha chiesto dove stessi andando. É stato lui, ne sono certo.>> spiego
<<cazzo, che facciamo ora? Se scoprono che i Baker sono tornati e hanno ucciso di nuovo é finito per noi, inizierà una nuova guerra>> dice
Lo guardo. Realizzando quello che dovremo fare.
<<dobbiamo andare a Detroit>> dico e lo vedo annuire non contento.
Alla fine Charles Baker vince sempre e questa ne é la prova vivente.
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Noi siamo destino
RomanceAvevo sedici anni quando l'ho conosciuto e ne avevo venti quando ho deciso che lui non sarebbe più stato parte della mia vita. Avevo sedici anni quando me ne sono innamorato e ne avevo venti quando ho dovuto spezzarle il cuore. Alya e Jason, due rag...