Capitolo 12: Ricordi

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Gabriel POV's

<<che diamine vi è successo?>> sbotta Cassy correndo verso di noi.

Il dolore al fianco è lancinante. Abbasso la sguardo sulla mia maglietta e la vedo intrisa di sangue. Non è un buon segno.

<<devi aiutarlo>> dice Jason, che al momento mi sta praticamente trasportando. Non riesco neanche a camminare da solo.

<<che cosa vi è successo?>> chiede di nuovo la ragazza davanti a noi.

<<dei ragazzi ci hanno aggrediti, nulla di che, erano molto più giovani di noi, ci hanno preso alla sprovvista>> inventa Jason.

<<si come no, farò finta di crederci, tanto anche al liceo eravate dei pessimi bugiardi.>> dice Cassy e ha assolutamente ragione.

<<Cassy mi devi aiutare, uno di quello mi ha accoltellato>> dico alzando lentamente la maglietta.

Un urlo fuoriesce dalla sua bocca, si avvicina lentamente alla mia figura.

<<cazzo, Gab, quanto tempo fa è successo? Si è infettata.>> constata tirando la maglietta.

<<circa quindici ore fa credo o un po' meno>> risponde Jason.

<<dove diamine eravate, se ci avete messo quindici ore per venire qui?>> chiede sospettosa. Non crede per niente alla storia dell'aggressione.

<<senti Cas, ti spiegheremo tutto, ma ora mi devi aiutare, me lo devi no?>> dico mettendomi dritto.

<<va bene, solo perché ti devo un favore dal liceo. Poi sparite>> ci avverte puntandoci il dito contro.


<<stenditi qui>> dice Cassy al mio fianco.

Siamo in una stanza disordinata, non credo che qualcuno ci lavori qui dentro e credo che nessuno sappia che io e Jason siamo qui, meglio in effetti.

<<togliti la maglietta forza>> mi chiede e io lo faccio subito. Un dolore lancinante mi trafigge il corpo.

<<non sei messo bene. Vado a prendere le garze e il disinfettante. Non ci metterò tanto.>> dice uscendo poi dalla stanza.

Jason si avvicina a me e si siede di fianco.

<<non hai veramente intenzione di raccontarle tutto, vero?>> chiede

<<no, certo che no.>> dico

<<d'ora in poi comportiamoci come fantasmi, non abbiamo vinto contro di loro e scommetto che ora vogliono le nostre teste ancora più di prima. Dobbiamo stare attenti. Gli abbiamo promesso una cosa, ma loro vorranno di più, sempre di più>> dice e io mi limito ad annuire.

Niente era andato secondo i piani e ora ne avremmo pagato le conseguenze.

17 ore prima

L'urlo dell'uomo seduto di fronte a Jason si disperde per tutto l'edificio. Sogghigno.

<<allora, cosa pensi che dirà la tua famiglia quando ti vedrà tornare a casa? Senza le dita e direttamente senza una mano, Gab?>> mi chiede voltandosi verso di me

<<che ne dici di tagliare direttamente il braccio?>> propongo e lo vedo annuire soddisfatto. Si avvicina pericolosamente all'uomo.

<<va bene! Vi dirò quello che volete sapere, ma non fatemi del male per favore>> lo supplica.

Noi siamo destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora