Bea

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Sono Beatrice ho vent'anni.
Le ragazze della mia età sono all'università, io invece cerco di
pagare debiti che non ho contratto.

Non sopporto questo lavoro, né l'uniforme che devo indossare per svolgerlo.
Suppongo che per una ragazza
senza
titolo di studio,
sia il posto meglio pagato di Roma
e se decidessi di rendermi un po' più disponibile, per usare le parole del direttore, guadagnerei anche di più.
Finora riesco a sopravvivere anche così, il mio tenore di
vita non è dei migliori ma sono decisa a resistere.
Stasera devo stare nel Red Privé, una delle tante stanze
esclusive che questo posto mette a disposizione.
Di solito lo fanno quelle "disponibili"
ma il direttore stavolta ha assegnato a me questo compito.
Il Monaco vende agli altri il vizio, ma lui non ne ha.
Il suo nome viene pronunciato sottovoce lungo i corridoi ed è il proprietario di questo club e di mezza capitale.
Stasera ha un incontro e avrò l'onore
di servirlo.
Beve solo acqua aromatizzata con
menta e limone.
Nessun alcolico, niente sesso ... Sicuramente lontano
dal cliché del mafioso classico.

I tacchi picchiettano sul pavimento scuro mentre mi
avvicino alla stanza in cui lavorerò questa sera.
Le autoreggenti stringono sulle cosce mentre sono vagamente consapevole dell'ondeggiare del gonnellino
nero che ricopre a malapena il sedere lasciato in bellavista
grazie al perizoma di latex che fa parte
anch'esso della divisa d'ordinanza.
Un bustino con corde che mimano un intreccio che scimmiotta la biancheria ottocentesca completa il
mio outfit quando apro la porta di legno rosso cremisi.
Gli ospiti non ci sono ancora:
dobbiamo essere già
presenti quando entrano, in piedi davanti al mobile bar.
Mi guardo intorno, la luce è soffusa ma permette di distinguere una stanza ampia e riccamente arredata.
C'è una grande finestra nascosta
da spesse tende damascate e al centro due ampi divani
a semicerchio posti uno di fronte all'altro.
Ciò che mi incuriosisce
è la mancanza di un letto,
so per certo che
tutti i privè ne sono dotati.
Guardo meglio lo spazio
rotondo in mezzo ai divani ...
Sembra morbido ...
Il pavimento in quel
punto cambia consistenza e diventa ... soffice!
Un vero e proprio
letto rotondo incassato nel pavimento!
Mentre sono ancora inginocchiata a tastare il materasso,
la porta si apre, cerco di alzarmi in fretta e ricompormi
mentre vado a prendere il mio posto
accanto al mobile bar.
L'uomo appena entrato è stempiato ma molto distinto,
indossa sicuramente un completo costoso e il suo viso
... dove l'ho già visto? Ha un che di familiare ....

-Bene signorina! Il direttore sa che si diverte a provare l'arredamento
invece di accogliere gli
ospiti come si deve? -

Il suo sguardo non promette nulla di buono e alle sue
spalle ha due grosse guardie del corpo burbere e
corrucciate che, qualsiasi cosa stiano guardando non si
stanno affatto interessando di quanto sta succedendo
fra il loro capo e me.

- Io ... Mi dispiace ero curiosa, è la prima volta che ...
vedo questa stanza.-

Tento di giustificarmi ma so che la frittata è fatta, si
lamenterà col direttore e verrò ripresa.

- La prima volta dici? Allora vale la pena di approfondire la tua conoscenza del posto ... Perché
non vieni a sederti con me mentre aspettiamo?-

La sua mano mi solleva il mento mentre parla e vedo i suoi occhi neri luccicare d'eccitazione ...
Sicuramente pensa che io sia una delle cameriere più particolari.

- Lascia in pace il mio personale Onorevole, stasera
non sei qui per dare sfogo ai tuoi istinti di animale,
ma per parlare d'affari! -

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