Ogni giorno mi svegliavo, facevo le stesse identiche cose del giorno prima e del giorno prima ancora.Seguivo le lezioni, tornavo a casa e mangiavo davanti alla tela, rischiando spesso di confondere la forchetta con il pennello colorato.
Stavo tralasciando tutto e tutti, per cosa? per un dipinto.
Passano giorni se non mesi e ancora non l'avevo finito. mancava qualcosa.Mi ero addormentato di nuovo per la terza volta quel pomeriggio, mi svegliai per colpa di una chiamata di Minho. Mi chiedeva di fargli compagnia e quindi di uscire.
Gli dissi di no all'inizio e lo sentì sbuffare, ci ripensai e gli dissi di sì. Accertandomi di non farmi portare a nessuna festa.
« Prometto di non portarti a nessuna festa.»
Ma così non fu, mi ritrovai la sera stessa ad un "ritrovo tra amici" così l'aveva soprannominato.Era colpa mia, a quanto pare dovevo essere più specifico. Festa non significava che non poteva portarmi a questa "non" festa.
Mi sedetti su uno dei tanti divanetti, ho passato le ultime due ore a rifiutare chiunque. Qualche volta mi sembra di vivere dentro ad una mandria di persone brutte e inguardabili che si credono estremamente belle e perfette.
Iniziavo a sentire la mancanza del mio quadro, stava a casa da solo.
Ma è solo una tela, non può provare sentimenti. Già, sfortunatamente non può.Però ero a metà dell'opera, gli avevo fatto i capelli di un biondo color sole, delle lentiggini sparse da una guancia all'altra, aggiungendone una a forma di cuore interpretandolo come fosse il mio.
Il mio ragazzo ideale doveva essere dolce, gentile, maturo, amante dell'arte e persone così ne esistono ma non mi piace nessuno di loro.
La mia pace finì quando un ragazzo, a tratti più piccolo di me di non più di due anni, si sedette di fianco a me.
« Tutto solo? »Risposi in modo affermativo muovendo la testa, vedendo che non si alzava lo precedetti io andandomene. Ennesimo ragazzo amante dell'alcol, droghe e chissà cos'altro.
Cercai Minho trovandolo poco dopo davanti al tavolo dei drink.
« Lee, vado a casa mi sono stancato. »Si girò guardandomi triste.
« Come? di già? - Lo guardai alzando un sopracciglio, erano almeno quattro ore che stavo lì. - Va bene va bene vai, ci vediamo lunedì. »Lo salutai e corsi fuori a respirare finalmente aria, mi è sembrato di stare in apnea per ore intere. Per fortuna fuori non faceva poi così tanto freddo, potevo camminare fino a casa.
Sorpassai gente ubriaca, altri con uno sguardo poco raccomandabile, chi fumava. Insomma era una strada dove sconsigliavano di passare ma solo con quella sarei tornato a casa prima.
Qualcuno mi offriva anche qualcosa, non fumavo è una cosa che odio e che non farò mai. Bevo sì, succede che mando giù due o tre drink ma non arrivavo mai a contorcermi dal dolore e vomitare subito dopo.
Tornato a casa non ero per niente tranquillo, sentivo che c'era qualcosa di strano.