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Controllai in ogni stanza, niente non c'era nessuno

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Controllai in ogni stanza, niente non c'era nessuno. Rientrai in camera mia.

Mi gettai sul letto, sbuffando.
« Che schifo di serata. »

Rimettendomi seduto sul bordo del letto notai la scrivania sporca di pittura, corrugai la fronte e mi avvicinai.

La cornice di una foto con i miei genitori era sporca di un colore rosa chiarissimo, lo stesso che avevo usato per dipingere la pelle di Felix.

Presi un panno umido togliendo gentilmente il colore, riappoggiai la cornice e non mi feci molte domande.

Stavo letteralmente impazzendo probabilmente l'avevo fatto io in un momento di disconnessione del mio cervello.

Guardai la tela da lontano, finalmente potevo provare a finirlo. Presi il dipinto togliendolo dal cavalletto, lo appoggiai sulla scrivania.

Presi i colori necessari, lo guardai passando gli occhi su ogni dettaglio cercando di capire bene cosa mancasse.

Appurato che non mancava molto per fortuna, iniziai a passare un bianco sporco sulla camicia finendola; usando poi del nero per i bottoni.

Non mi convinceva ancora non capivo cosa mancasse, mi alzai un attimo dalla sedia per schiarirmi le idee, spalancai la finestra e mi appoggiai con i gomiti sul davanzale.

Erano quasi le tre di sabato, più tardi avrei potuto dormire quanto volevo. sospirai e inspirando presi tutta l'aria che potevo.
Mi martellai la mente pur di capire cosa mancasse.

In più pensavo se fosse giusto farne parola con Minho, ha notato che mi comportavo in modo strano. Ma come potevo dirglielo, sai Lee il tuo migliore amico è innamorato perso di un quadro.

Frustrato mi passai una mano tra i capelli, adesso castani, il biondo mi aveva stufato.
Chiusi la finestra e andai verso l'armadio guardandomi allo specchio, non capivo neanche se mancasse qualcosa al quadro o se fossi io il problema.

Mi misi dei vestiti più comodi, ritornai davanti alla scrivania sedendomi sulla sedia, lasciandomi andare sullo schienale. Più lo osservavo più non capivo.

I miei occhi iniziavano anche a chiudersi da soli, cercai di lasciarli aperti ma mollai la sfida e mi appoggiai alla scrivania, adagiando la testa sugli avambracci.

Non sapevo neanche a che ora mi ero addormentato. Una mano delicata iniziò a farmi delle carezze sulla testa, spostando i miei capelli dietro all'orecchio. Trattenni l'impulso di svegliarmi, non sarei resistito ancora un po' da sveglio.

Mi beai di quelle piccole attenzioni, continuando ad attaccarmi al fatto che fosse lui a darmele. stavo già sognando.

Dipinto || Hyunlix. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora