Andava bene così.

477 25 9
                                    

capitolo 11

12 anni prima

«Sono Touya Todoroki, ho 10 anni, sono il fratello maggiore di due fratelli e una sorella. Quello dopo di me si chiama natsuo, ha 9 anni ed é il mio migliore amico. Poi c'è la mia sorellina fuyumi di otto anni, la trattiamo come una principessa perché è così che si trattano le ragazze. Poi c'è l'ultimo ma non meno importante, shoto, il più piccolo dato che ha solo cinque anni. Voglio bene a tutti loro ma a shoto un pizzico di più, forse perché l'ho accudito sin dalla nascita, gli sono sempre stato accanto, ed ogni volta che piangeva mi bastava fare delle faccia buffe per farlo ridere. Lui e il più piccolo quindi è mio dovere proteggerlo, come anche natsuo e fuyumi!»

La voce allegra e il sorriso a trentadue denti erano in contrasto con il livido viola sullo zigomo, i capelli bianchi erano sparati da tutte le parti. Eppure sembrava essere felice mentre raccontava dei suoi fratelli e nel frattempo faceva dondolare i piedi.

«Ciao touya, io sono misa, la psicologa di questa scuola, ed è un piacere conoscerti. Quello che mi hai raccontato è davvero bello, soprattuto per un bambino di dieci anni. Sembri un bambino molto socievole ed estroverso, ma allora ti va di spiegarmi il motivo per la quale ti trovi qui? così iniziamo a fare conoscenza e amicizia, su di me puoi contare su tutto.»

Il sorriso di touya si affievolì leggermente ma annuì subito dopo con energia.

«Quel bambino aveva insultato la mia sorellina, aveva detto che con quei capelli bianchi sembra un cadavere vivente. L'ho sentito con le mie orecchie, giuro che sto dicendo la verità!» piagnucolo.

«Capisco, però sai che la violenza non e mai la soluzione, vero?»

Touya abbassò lo sguardo, certo che ne era consapevole. «Lo so, ma non chiederò scusa per aver difeso mia sorella.» si imbronciò, incrociando le braccia al petto.

«Touya, quello che hai fatto è stato davvero sbagliato. La prossima volta basta avvisare la maestra, così lo mette in punizione. Va bene?»

Il bambino sbuffò «va bene...»

«bene» sorrise, «ora ti va di raccontarmi dei tuoi genitori? hai parlato solo dei tuoi fratelli prima.»

Touya si irrigidì ma nascose tutto dietro quel sorriso a trentadue denti che riusciva sempre a usare come maschera. «Mia mamma é davvero bellissima, ho preso da lei i capelli bianchi!»

«Ah si? dev'essere davvero bella come dici tu, mi piacerebbe conoscerla un girono. Le tue maestre mi hanno detto che non viene mai agli incontri, come mai?»

Troppo invasiva.
Touya sapeva capire subito quelli che tentavano di scoprire cose ingannandolo con false allusioni. «Lavora molto» bugia. Sua madre non lavora mai, non esce nemmeno di casa. Ma questa bugia non verrà mai scoperta, il suo sorriso largo e la sua finta allegria era sempre l'inganno perfetto.

«Oh, capisco. Invece che mi racconti di tuo padre? nemmeno lui si è mai fatto vedere.»

Sta cercando di rubarmi quante più informazioni possibili, ma non ci riuscirà, si disse nella sua mente.

«Anche lui lavoro molto, ma in confronto a mia madre lui lavora fuori casa.»

Il fatto che un alpha degli alpha si trovasse in una scuola di umani, non era un caso. Suo padre l'ha fatto per mettere alla prova lui e tutti gli altri fratelli, ma loro non dovrebbero trovarsi li. Nonché qualche umano possa scoprire il loro segreto, infondo si trattava di bambini, ma poteva esserci il pericolo che qualche docente fosse un cacciatore in incognito. I cacciatori di licantropi sono senza scrupoli, ucciderebbero anche dei bambini se fossero dei licantropi. Touya sa di loro grazie a sua madre, gli e ne parlò all'età di cinque anni ma ogni sera gli ripeteva tutto quello che doveva fare per nascondere il loro segreto.

Il peso di esistere -DabixHawks OMEGAVERSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora